Il trasporto fra Italia e Francia rischia di sguazzare davvero nello stesso liquame in cui hanno nuotato gli atleti nella Senna. E ancora una volta la piena responsabilità è del governo di Parigi.
A un anno dalla frana che aveva investito non lontano da Modane la linea ferroviaria di collegamento con il Traforo del Frejus bloccando quindi una delle principali direttrici europee del trasporto passeggeri, ma specialmente del trasporto merci, SNCF Resau e Sfirf, ovvero le società che per conto del governo di Parigi stanno curando la messa in sicurezza della falesia di Praz in Maurienne dalla quale si era staccata il 27agosto del 2023 la frane che tutt’oggi blocca la ferrovia, hanno annunciato che, forse, la linea potrà essere riaperta nel primo trimestre del 2025. In prima battuta la riapertura era stata fissata per l’autunno 2023, quindi spostata a inizio 2024, poi a giugno, successivamente a settembre 2024 e ora (se tutto va bene) al primo trimestre del 2025.
Quattro successivi rinvii e l’Italia ora si arrabbia
A entrare a gamba tesa sui francesi è stata in queste ore la Federazione autotrasporto (Fai) che, in una lettera inviata al vice presidente del Consiglio, Antonio Tajani, e ai Parlamentari eletti nella circoscrizione nord ovest, in Italia e in Europa, ha paventato il rischio di un vero e proprio crack dei trasporti attraverso le Alpi e in particolare da e per la Francia.
Alla chiusura della linea ferroviaria del Traforo del Frejus, si somma infatti l’annunciata chiusura del Traforo del Bianco (attraversato in media da 5.250 veicoli al giorno, 3.600 tra auto e moto e 1.650 camion) per lavori di manutenzione che si protrarranno dal 2 settembre prossimo a fine anno. Il tunnel del Col di Tenda non potrà essere aperto in questo mese di agosto come era previsto e sono in corso colloqui tra Anas e l’impresa che si sta occupando del traforo per cercare tutte le strade possibili per garantire la messa in esercizio dell’opera entro la fine del periodo autunnale, durante il quale non sarà più possibile attraversare il Col di Tenda con la strada dei 46 tornanti
Dal 2 settembre chiuso anche il Bianco
Resta solo il Traforo stradale del Frejus che opera ancora con una sola canna, con procedure di transito per le merci pericolose che necessariamente comportano rallentamenti di tutto il traffico veicolare.
“Riteniamo che questo nuovo spostamento della data di prevista riapertura della ferrovia del traforo del Frejus – sottolinea in una nota la FAI – rappresenti non solo un ulteriore duro colpo al commercio transfrontaliero tra Italia e Francia, ma un nuovo ostacolo per l’Europa sulla strada di uno switch modale delle merci dalla modalità tutto strada a quella intermodale”. “Richiediamo, pertanto, la possibilità di un confronto con il Ministro affinché possa, a nome del Governo italiano, sostenere la voce delle imprese con il Governo francese e ai Parlamentari la possibilità di intraprendere ora una forte iniziativa politica con la Commissione Europea affinché le autorità francesi possano dare certezza dei tempi per il ripristino della linea ferroviaria che siano compatibili con l’importanza della stessa”.
E mentre il Presidente della Fai Nord Ovest, Enzo Pompilio d’Alicandro, ricorda come il Ponte Morandi di Genova abbia dimostrato che gli interventi infrastrutturali possono essere realizzati in emergenza in tempi strettissimi, il presidente della Regione Piemonte, Alberto Cirio, e il presidente degli Industriali di Torino, Marco Gay non hanno risparmiato le critiche ai francesi che con grande ritardo “hanno scoperto” che “le cavità instabili nella zona centrale del pendio si sono rivelate più ampie del previsto, rendendo necessario l’intervento di ulteriori lavori di drenaggio, ancoraggio e recinzione”.
Una figura… da Senna per i transalpini che rinnegano nei fatti anche la loro stagione green, catapultando sulle strade una massa incontrollabile di TIR costretti a interminabili e non propriamente in linea con l’obiettivo di abbattere le emissioni previsto nella politica green di Macron.
La galleria de la Breche, dove è interrotta la ferrovia dal 27 agosto, pochi chilometri al di là del tunnel ferroviario del Frejus, è lunga 300 metri. Fa parte della linea storica Torino-Lione, su cui transitano i treni ad alta velocità Milano-Parigi è bloccata da Oulx (Torino) a Saint-Jean de Maurienne (in Francia). Attualmente lo sgombero va avanti con mezzi telecomandati a distanza. Sul tunnel incombono ancora tremila tonnellate di materiale.
Regione Piemonte all’attacco: il Morandi ricostruito in un anno
La Regione Piemonte aveva dato la sua disponibilità a collaborare con i francesi allo scopo di velocizzare il più possibile gli interventi. Anche di questo si sarebbe parlato, e si parlerà, nella riunione prevista il 29 gennaio chiedendo maggiore collaborazione per riaprire prima possibile il collegamento e individuare soluzioni temporanee che consentano quanto prima la circolazione dei treni, pur con dei vincoli. “Nel 2020 – ha ricordato in una recente intervista l’assessore ai Trasporti, Gabusi – a seguito della tempesta Alex, l’Italia ha fatto quanto possibile per garantire la circolazione dei treni verso la Val Roja altrimenti isolata: grazie all’impegno di Rfi, infatti, i treni viaggiavano, seppure a 10 chilometri all’ora, da Limone a Tenda per portare i generi di prima necessità. Chiediamo ora ai francesi lo stesso sforzo e la stessa collaborazione, a sostegno del nostro sistema produttivo e del diritto alla mobilità transfrontaliera».