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Cina, USA, Europa: come sarà il futuro del mondo?

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Le ultime settimane sono state caratterizzate da un acceso dibattito scaturito dall’approvazione dell’unione Europea allo stop per le auto con motore a combustione a partire dal 2035.

Questa decisione, che ha già spinto sul piede di guerra parte dei conservatori europei, tra i quali anche la maggioranza che guida il nostro Governo, è parte di un più ampio programma avente quale pretesto l’inflazionato tema della salvaguardia ambientale.

La realtà è ben altra ed è una lampante anomalia, ad esempio, che si affidi il futuro dell’automotive di fatto alla Cina nonostante sia, unitamente all’India, il paese più inquinante al mondo e che nella pratica non ha mai rispettato alcun protocollo.

Come ormai noto ai più la Cina detiene il monopolio delle cosiddette terre rare, ovvero quegli elementi necessari (materie prime) alla produzione di batterie, non solo per auto, microchip e componentistica di dispositivi elettronici.

Inoltre, aspetto non di poco conto, anche evidenziato tempo addietro dal CEO di Toyota, l’iter di produzione delle batterie passa attraverso il depauperamento e lo sconvolgimento di intere aree del pianeta deturpate dal processo di estrazione degli elementi necessari; in seconda battuta lo smaltimento delle stesse batterie esauste non solo è ancora una questione irrisolta bensì un ulteriore fattore d’inquinamento ben più grave di quanto attualmente accada.

 

Ma … come sempre accade, vi sono i famosi interessi più grandi di noi comuni mortali in gioco, ed io aggiungo anche più grossi di noi piccoli europei, che hanno praticamente fatto sì che l’Unione Europea delegasse la gestione di tale materia (e non solo) all’amministrazione USA che non è altro se non la reale commissione europea ombra che indirizza il futuro del vecchio Continente.

 

Asserire ciò non è né un’esagerazione e tantomeno una provocazione, in concreto è la realtà sulla quale si è deciso di non puntare i riflettori per una serie di ragioni che, se sviscerate, metterebbero in serio imbarazzo (o contraddizione) le istituzioni europee smentendo le stesse su tutto il cammino percorso finora in tema di diritti umani e della stessa salvaguardia ambientale.

In gioco c’è il futuro degli USA e, di riflesso, il “benessere” dei Paesi dell’Unione Europea.

Analizzando con fredda lucidità, ed elementare logica, il percorso intrapreso per il futuro dalla UE è trasparente che la direzione è quella cinese; insetti alimentari, guerra ai prodotti genuini made in Europe (leggi Italy), svolta elettrica anzitempo, tentato isolamento del mondo islamico.

Perché la Cina? O meglio perché gli USA attraverso la Cina? Perché questa è la vera domanda da porsi.

La risposta potrebbe sembrare elementare ma la Cina ha tra le mani il destino degli USA e della Russia.

Nel primo caso aleggiano le questioni debito pubblico (USA), in gran parte in mani cinesi, e la questione Taiwan sul cui territorio si decide il destino delle più importanti aziende hi-tech a stelle e strisce; per quanto riguarda la Russia invece, Xi Jinping è l’unico essere umano del pianeta ad avere grande influenza su Putin, nonché un trait d’union tra Occidente ed Islam.

 

E l’Europa? Logicamente segue a ruota perché parte secondaria del mondo occidentale sotto l’ombrello protettivo dello Zio d’America.

Naturalmente tutte queste dinamiche hanno un solo comun denominatore ed è l’abilità diplomatica del Governo cinese la cui strategia, già in atto da anni, ha imposto al mondo la visione autoritaria di una nazione repressiva.

 

Tutto ciò è stato ottenuto spingendo i principali competitors, USA e blocco europeo, nell’interspazio del bisogno e stringendo solidi rapporti con chi invece naviga nell’oro, ovvero i paesi islamici.

Ecco perché mentre gli altri litigavano per come gestire il COVID i musi gialli acquisivano terre rare in tutto il pianeta ed allo stesso tempo ponevano le basi per la futura (ma certa ed inesorabile) annessione di Taiwan da cui passa tutta la tecnologia del mondo e gran parte dell’America.

Non da ultimo, grazie ad antica amicizia con la Russia, l’acquisto dal Governo di Putin di tutto il gas ed il petrolio oggetto di embargo da parte dell’Europa e non solo; Xi, infatti, ha convinto anche India e Pakistan a dare una mano alla Russia.

Alla luce di tutto ciò è molto probabile che lo yuan acquisirà sempre più importanza e, di conseguenza, le banche d’affari cinesi entreranno sempre di più nelle transazioni internazionali decretando così l’ingresso definitivo del mercato cinese nel club dei top e non più tra gli emergenti.

Quali le conseguenze pratiche per Europa ed Italia?

Non rosee dal punto di vista del peso internazionale e neanche in ambito economico-finanziario ed occupazionale.

L’Italia, ad esempio, ha una miriade di aziende di componentistica meccanica che forniscono, su tutto, gran parte del mondo automotive europeo e che inevitabilmente, se non riusciranno a convertirsi, saranno destinate alla chiusura o (e qui si chiude il cerchio) ad essere acquisite per pochi yuan dai nuovi salvatori cinesi.

 

Una menzione, infine, alla gestione del conflitto russo-ucraino finora fallimentare, dal punto di vista diplomatico, per l’alleanza NATO-UE-USA; vedrete che, anche in questo ambito, basterà una sola parola di Xi Jinping a Putin per ottenere almeno un cessate il fuoco se non addirittura la fine della guerra.

Così l’Unione Europea ha indirettamente e definitivamente avallato il predominio del mondo da parte della Cina; in barba al rispetto dei diritti umani, delle sovranità nazionali e delle ricadute occupazionali.

Se agli USA serve la Cina… a noi europei servono gli USA quale protezione militare dalla Russia ed economica dallo strapotere cinese; tutte queste dinamiche però danneggiano irreversibilmente l’economia del nostro Paese.

Il mondo del futuro secondo Pechino non era quello auspicato dai governi del blocco Occidentale ma l’assenza di lungimiranza di un’Unione cieca, ed al cui interno si sono consumate inutili battaglie economiche tra stati membri, ha alimentato le ambizioni USA di conquistare definitivamente il mercato europeo ed eletto Xi Jinping quale Ruler mondiale, tanto per usare un termine caro al nuovo Islam.

La morale della favola è che la salvaguardia dell’ambiente è un mero pretesto perché non esiste, il rispetto dei diritti umani viene declassato ad una semplice questione diplomatica e si identificano quali priorità (ex aequo) l’interesse USA ed il profitto di pochi gruppi di potere europei.

Antonino Papa, 21 febbraio 2023