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Comandano i BRICS. Verso la creazione di una nuova valuta

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L’avanzata dei BRICS nella sfida all’Occidente attraverso la creazione di una  nuova valuta, da utilizzare  nelle transazioni economiche internazionali, in alternativa al dollaro che ha come obiettivo,  quello di scardinare le gerarchie economiche “tradizionali”  procede a quanto pare a  ritmo serrato.

Va ricordato che all’interno dei BRICS troviamo Nazioni come il Brasile,  la Russia, l’India, la Cina e il Sudafrica, un raggruppamento di  economie in via di sviluppo, di popolazioni assai  numerose,  di grandissimi territori e, cosa di non poco conto di abbondanti risorse naturali strategiche che si sono contraddistinte negli ultimi anni da una forte crescita del PIL.

In pratica stiamo parlando dei futuri “capi” dell’economia globale

È necessario ribadire prima di introdurre il discorso sulla nuova valuta, che nel 2010 il Fondo Monetario Internazionale (FMI), aveva inserito i paesi  BRICS  tra i maggiori azionisti insieme all’America, al Giappone e alle quattro nazioni più popolose dell’Unione Europa di quel periodo: Francia, Germania, Italia e Regno Unito, ma a causa della  mancata ripartizione delle quote, i BRICS  decisero di creare una propria organizzazione finanziaria in modo autonomo e cosi nacque nel 2014 La nuova banca di sviluppo in alternativa al FMI.

Fu in  quel contesto che decisero tra le altre cose,  di diminuire l’ influenza del dollaro nel commercio internazionale.

Ho  già rappresentato in altri precedenti articoli cosa rappresenta il BRICS nel mondo  ma in modo sintetico è utile ri-sottolinearlo  anche in questo contesto; essi, rappresentano il 40% della popolazione e  il 30% dell’economia mondiale e, la guerra in Ucraina ha  premuto il pedale dell’acceleratore sull’avanzamento della istituzione della nuova valuta in sostituzione al dollaro.

Oggi, alla guida della nuova banca per lo sviluppo del gruppo BRICS, troviamo  l’ex capo dello Stato del Brasile, Dilma Rousseff,  in carica dal 13 aprile scorso.

Un ruolo determinante per il Brasile che lo porta in prima linea nello scacchiere internazionale geopolitico divenendo determinante per le decisioni commerciali, rispetto al ruolo di comparsa detenuto per anni a guida Bolsonaro.

La banca nel frattempo ha approvato circa 99 progetti  di prestito per un totale di oltre 34 miliardi di dollari soprattutto riguardanti le infrastrutture,  la maggior parte del credito è stato destinato al Brasile soprattutto per la linea metro di San Paolo.

L’obiettivo è preciso si vuole liberare le economie emergenti sottomesse alle istituzioni finanziarie “tradizionali occidentali “ e  liberare quindi gli scambi commerciali internazionali dall’obbligo dell’utilizzo del dollaro, il prodotto interno lordo dei BRICS, supera quello dei paesi del G7, quindi lo yuan cinese deve essere considerato al pari del dollaro e dell’euro.

Ma attenzione per i paesi BRICS  transitano l’innovazione e la tecnologia:  5g, istruzione e connettività e, investimenti di transizione energetica e cambiamenti climatici ed è sempre più stretto e collaborativo il rapporto tra il Presidente Lula (oggi poi con a capo della Banca l’ex Capo del Brasile)  e la Cina di Xi Jinping  nella semplificazione del commercio, nella produzione e  promozione degli investimenti.

La Cina è divenuta negli ultimi anni il maggiore investitore straniero in Brasile,  acquista soia, carne, pasta, minerali di ferro, cotone e petrolio greggio e lo stesso Brasile importa dalla Cina prodotti farmaceutici, macchine e impianti componenti per le telecomunicazioni e fertilizzanti, e ancora di più,  la Cina è in prima linea per quanto riguarda la costruzione della grande linea metropolitana di San Paolo.

Pechino è divenuto il principale partner commerciale del Brasile insieme hanno avviato grandi progetti nel settore dell’energia, della tecnologia e dell’informazione e, gli scambi commerciali tra i due paesi avverranno nelle rispettive valute non utilizzando il dollaro americano  come invece accade nelle transazioni internazionali.

Ed ecco che in questo scenario entra come attore anche  la Russia che sotto sanzioni economiche nei suoi commerci con l’estero ha già iniziato ad utilizzare  valute diverse dal dollaro.

Si sta materializzando sempre più l’asse economico  parallelo se non addirittura alternativo a quello occidentale a guida cinese,  ed ecco che anche la pressione cinese per appropriarsi dell’isola di Taiwan diventa determinante per gli scambi commerciali e per quell’innovazione tecnologica all’avanguardia in quel territorio di cui già ho detto, ed è di qualche giorno fa la replica del  ministro degli Esteri cinese Qin Gang  che “Taiwan è un affare interno della Cina e non ha bisogno di interferenze esterne”, questo in risposta alla Ministra degli Esteri di Berlino Annalena Baerbock che aveva dato l’altolà alla Cina sull’escalation militare nello stretto di Taiwan.

Questa nuova banca si propone come già detto,  alternativa al Fondo Monetario Internazionale e alla Banca Mondiale controllati come sappiamo principalmente dagli Stati Uniti e dai loro alleati occidentali.

La valuta proposta dai BRICS  avrà sicuramente  un impatto di grande rilievo sull’economia mondiale che si andrà a diversificare ma  è anche ovvio che il suo successo sarà basato sulla collaborazione tra le Nazioni BRICS.

La stabilità e la durata di una valuta ha come fondamenta  l’ accordo sulla politica monetaria, sulla gestione valutaria e sulle politiche fiscali in questo caso va tenuto ben presente  che i sistemi politici ed economici di questi paesi sono molto differenti.

Un cambiamento che influenzerà sicuramente  la politica monetaria americana ma anche i mercati e lo stato dell’economia dell’intero globo, immettendo nel mercato questa nuova valuta si ridistribuiranno le riserve valutarie modificando la domanda del dollaro, dell’euro e dello yen.

Lorena Polidori, 17 aprile 2023