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E-commerce e ambulanti: due estremi a sostegno del mercato italiano

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Negli ultimi anni il settore del commercio digitale ha avuto uno sviluppo incredibile. Nel 2022 l’e commerce di prodotto è cresciuto toccando i 33,2 miliardi di euro, mentre gli acquisti online di servizi hanno raggiunto i 14,9 miliardi di euro. Quello del digital retail è un comparto che occupa ormai più di 300mila lavoratori in Italia, ed è strettamente correlato alla necessità di disporre di figure professionali che possano agire in questo settore abilitante per la valorizzazione del Made in Italy e per l’export. 

Come nel resto dei paesi occidentali, anche da noi il sistema distributivo evidenzia un rapido cambiamento. Negli ultimi 10 anni si è prima assistito alla crescita esponenziale della GDO e poi all’esplosione del mercato digital con l’avvento del canale e delle aziende e-commerce. A farne le spese, ovviamente, sono stati i negozi tradizionali, che hanno iniziato una lenta discesa senza mai riuscire a riprendersi completamente. Tuttavia, in questo contesto di profondi cambiamenti, l’unico canale che sembra immobile e immutevole è quello degli ambulanti: crisi o non crisi, evoluzione digitale o meno, il fatturato complessivo è sempre più o meno costante.

Identikit delle aziende e-commerce italiane

In Italia, ad oggi, sono state contate più di 70mila aziende che utilizzano l’e-commerce come canale di vendita, e il trend è ancora in crescita per fatturato e numero di dipendenti. Si tratta in prevalenza di piccole realtà che non hanno sentito la crisi degli ultimi anni e che dimostrano un altissimo livello di digital attitude e di innovazione. Aziende all’avanguardia che rischiano molto meno sul mercato e che con il proprio business hanno performance superiori alla media. 

Sono costituite principalmente sotto forma di società di capitali e sono di “piccole” dimensioni, con un fatturato che non supera i 5 milioni di euro e i 10 lavoratori dipendenti. Il settore di appartenenza prevalente è quello del commercio all’ingrosso e al dettaglio, seguito dalle attività manufatturiere, agricoltura e servizi di informazione e comunicazione. Sono geolocalizzate principalmente in Lombardia, nel Lazio, in Campania, Veneto e infine in Emilia Romagna.

L’e-commerce del presente-futuro

Lo sviluppo dell’e-commerce, anche in un contesto poco dinamico come quello italiano, è quindi indiscutibile. La crisi economica e l’importanza della leva prezzo anche in presenza di operatori commerciali non particolarmente attivi sta progressivamente spingendo tutti clienti e commercianti verso le vendite online. Si tratta di uno dei segnali più evidenti di come cambia ed è cambiato il commercio in Italia. Paradossalmente sembra esserci un bisogno da parte dei clienti che il sistema distributivo non riesce a cogliere appieno per arretratezza culturale, paura d’investire e una visione imprenditoriale rivolta al breve più che al medio/lungo termine. In Italia, infatti, tre milioni e mezzo di utenti hanno cominciato ad acquistare online durante i lockdown anche se non lo avevano mai fatto prima, e c’è chi stima che nel 2023 l’e-commerce rappresenterà quasi un quarto delle vendite al dettaglio globali. Non resta quindi che cedere le armi all’innovazione e adeguarsi al nuovo presente futuro.

Umberto Macchi, 1 marzo 2023