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Iran e Russia: una stablecoin per aggirare le sanzioni

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Nuove strategie di guerra economica si affacciano all’orizzonte e sono pronte a cambiare ancora di più gli equilibri internazionali consolidatisi nel pre-pandemia. L’Europa vuole “avversare” l’Inflaction Act americano con nuove direttive economiche adeguate, così come dichiarato da Ursula Von Der Leyen ieri a Davos, Russia ed Iran starebbero, invece, lavorando all’adozione di una stablecoin comune che mirerebbe ad aggirare i vincoli valutari  alla base delle sanzioni subite da due Paesi.

Non si tratta di indiscrezioni, ormai, ma di vere e proprie notizie.

Secondo  l’agenzia di stampa russa Vedomosti, l’Iran sta lavorando con la Russia per creare un “token della regione del Golfo Persico” che servirebbe come metodo di pagamento nel commercio estero. 

Più che di una criptovaluta si tratterebbe di una Stablecoin.

Le stablecoin sono criptovalute il cui valore è legato a quello di un asset di riserva stabile, come una valuta fiat nazionale oppure un bene esterno, l’oro ad esempio. Infatti, il termine stablecoin trae origine dall’unione delle due parole: stable (stabile) e coin (moneta).

Da ciò deriva che la loro volatilità, rispetto alle classiche criptovalute, è ridotta, per meglio precisare è maggiormente prevedibile e misurabile. Di conseguenza costituiscono una forma di valuta digitale molto più idonea alla negoziazione quotidiana, rivelandosi in poco tempo come uno degli strumenti maggiormente utilizzati e graditi per la salvaguardia del valore.

Secondo la Russian Association of Crypto Industry and Blockchain, il token dovrebbe essere emesso sotto forma di stablecoin supportato dall’oro.

 Il rapporto rileva che la potenziale criptovaluta opererebbe in una zona economica speciale ad Astrakhan, dove la Russia ha iniziato ad accettare le spedizioni di merci iraniane.

L’Iran e la Russia sono tra i paesi che hanno  vietato ai loro residenti di utilizzare criptovalute  come Bitcoin e stablecoin come Tether ( USDT ) per i pagamenti. Allo stesso tempo, Iran e Russia hanno lavorato attivamente per adottare le criptovalute come strumento di commercio estero.

Nell’agosto 2022, il ministero dell’Industria, delle miniere e del commercio iraniano ha  approvato l’uso della criptovaluta per le importazioni  nel Paese a causa delle sanzioni commerciali internazionali in corso. Il governo locale ha affermato che le nuove misure aiuterebbero l’Iran a mitigare le sanzioni commerciali globali. Successivamente l’Iran ha  effettuato il suo primo ordine di importazione internazionale  utilizzando criptovalute per un valore di 10 milioni di dollari.

La Banca di Russia, storicamente contraria all’utilizzo delle criptovalute come metodo di pagamento,  ha accettato di consentire le criptovalute nel commercio estero  per mitigare l’impatto delle sanzioni internazionali. Tuttavia, il regolatore non ha mai chiarito quali criptovalute sarebbero state utilizzate per tali transazioni.

Leopoldo Gasbarro, 18 gennaio 2023