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Le basi degli NFT

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Da tempo ormai si parla di NFT (o di blockchain, DeFi o crypto-art), ma non tutti hanno dimestichezza con la tecnofinanza (soprattutto i meno giovani). Eppure in molti si sono buttati a capofitto in questo nuovo trend, alcuni uscendone perfino milionari. In questo articolo cercherò di spiegare le basi di questo nuovo strumento digitale.

Cosa sono gli NFT

Il termine NFT sta per Non-Fungible Token, che in italiano significa Gettone digitale non fungibile, ovvero non riproducibile. “Fungible e non-fungible” significa che può o meno essere sostituito con altro. Gli NFT sono pezzi unici: non sono intercambiabili, non possono essere replicati né sostituiti. Un NFT è un token particolare che rappresenta l’atto di proprietà e il certificato di autenticità di un bene unico: serve a identificare in modo univoco e sicuro un prodotto digitale creato su internet. 

NFT può essere qualsiasi oggetto digitale: un video, una foto, una GIF, un testo, un articolo, un quadro, un audio… Quando un oggetto digitale è certificato con un NFT è come se sopra ci fosse la firma dell’autore, e nessuno può dire che non sia originale o che ce ne siano altre copie se non firmate con un NFT.

Ogni NFT, quindi, rappresenta un bene unico, protegge il frutto di una creazione e solo quello. Come se stessimo parlando di un quadro fisico, che so, i “Girasoli” di Van Gogh: qualcuno può tentare di replicarlo, ma l’originale sarà sempre e solo in possesso di una persona o ente in grado di garantire la sua autenticità.

Come funzionano gli NFT

Gli NFT vengono utilizzati in diverse applicazioni specifiche che richiedono oggetti digitali unici come arte crittografica, oggetti da collezione digitali e giochi online. Sono nati per proteggere le risorse digitali da qualsiasi tipologia di truffa. Attraverso una firma digitale univoca che protegge e dichiara autentica l’opera, permettendo anche di venderla e ricevendo quindi in cambio criptovalute o denaro.

Chi acquista un’opera legata a un NFT non acquista l’opera in senso stretto, ma si garantisce la possibilità di rivendicare un diritto su quell’opera attraverso uno strumento noto come smart contract, ovvero un protocollo informatico che facilita e verifica l’esecuzione di un contratto.

L’NFT stesso emette un certificato digitale di autenticità basato sulla blockchain, un registro digitale condiviso e immutabile dove vengono memorizzate le transazioni di dati che non possono essere alterati, manipolati o eliminati. È un sistema per garantire la tracciabilità dei trasferimenti, la trasparenza e la verificabilità: prima della blockchain qualsiasi cosa su internet era facilmente riproducibile e quindi non si poteva garantire, per esempio, che un’opera d’arte digitale fosse autentica. Grazie alla blockchain, che certifica una avvenuta transazione tra due persone attraverso una rete decentralizzata di più individui e non dalle autorità centrali, l’oggetto digitale che si vuole proteggere diventa di per sé unico. 

Differenza tra criptovalute e NFT

Gli NFT sono in contrasto con le criptovalute come i Bitcoin, prima di tutto perché queste, come molti gettoni di rete o di utilità, sono fungibili, ovvero possono essere duplicati infinite volte in copie esattamente identiche e interscambiabili (non è possibile dunque definire univocamente un’identità del singolo gettone che lo differenzi da tutti gli altri, rendendo perciò tutte le copie equivalenti e identiche al gettone originale).

Gli NFT, invece, non sono fungibili: sono pezzi unici e non possono essere replicati né sostituiti. Le opere garantite da NFT non possono essere scambiate o cedute per metà: non posso venderti una porzione dei “Girasoli” di Van Gogh digitale né chiederti la stessa opera in cambio. Una cifra in criptovalute può invece essere trasferita a terzi senza problemi o essere utilizzata per acquistare un quadro protetto da NFT.

Gli NFT valgono quanto un certificato di autenticità fisico?

Forse in futuro varranno pure di più. Questo perché qualsiasi atto cartaceo può essere contraffatto, mentre l’NFT no. Una volta registrato sull’opera, è impossibile modificarlo: l’unica cosa modificabile è il proprietario, nel caso decida di venderla a qualcun altro. Ogni volta che il proprietario cambierà, si aggiornerà lo storico degli acquirenti anche sull’NFT.

Giovani e NFT

La Generazione Z è molto vicina al mondo delle criptovalute e alla blockchain. Al di là della moda, c’entra anche la prospettiva futura offerta da un settore che promette nuove opportunità di lavoro. Con i sistemi messi in atto dalla Gig Economy, dominata da freelance o lavoratori part-time, le opportunità di “fare soldi” sono diventate accessibili a un vasto numero di persone di ogni età, e i nuovi adolescenti si muovono con una mentalità imprenditoriale molto più smart di quelli che li hanno preceduti.

Tutto questo ha sicuramente un riflesso nel mondo dei creativi e del mercato dell’arte. I teen artist vivono in una realtà poco tangibile, al di fuori del circuito delle gallerie, esponendo le proprie creazioni NFT su social e piattaforme (OpenSea, SuperRare e Nifty Gateway tra le più note). Molti giovani professionisti hanno inoltre iniziato a offrire consulenze e mettere a disposizione ciò che sanno su piattaforme online come Upwork o Fiverr. 

A quanto sembra la Gen Z ha saputo scorgere nei mezzi tecnologici, ormai parte del suo DNA, delle concrete potenzialità per superare barriere dovute ad anni di crisi e di instabilità economica.

 

Umberto Macchi, 17 ottobre 2022