Futuro

Lo spettro di un abbraccio

‘…ho appena votato, ma tanto a me poco cambia’, lo stress al lavoro, le milioni di telefonate, il traffico ormai stabile, gli accompagnamenti, i soliti problemi di parcheggio, …mamma Francesca ha solo voglia di appisolarsi un po’, è domenica pomeriggio il cielo è nuvoloso, a tratti piove, ‘siamo in fase di cambiamento’ – pensa – inizia il freddo ma non troppo – non si lamenta – a fine mese si mangia e i ragazzi sono in salute… tutto procede’.

Prova a richiamare la sorella, si siede sul divano ‘sto covid ha scocciato, il dolore ai tendini non passa…’ un paio di squilli ancora, nessuna risposta, gira lo sguardo e trova, distrattamente, dentro una cartellina sul pianoforte una storia scritta anni prima:

Una fanciulla brava e buona, a cui non mancava nulla, che ogni giorno faceva il suo dovere, si occupava della famiglia, degli amici e di chi aveva più bisogno, ascoltare la musica sin da piccola le aveva affinato l’orecchio e questo dono non fu facile da riconoscere… Un bel giorno, passeggiando nel bosco, sente un canto in lontananza: si confronta, chiede ad amiche…, parenti… nessuno poteva sentirlo. Paura e curiosità la spingono a tornare nello stesso luogo, il giorno dopo e quello successivo… attraente come i canti delle sirene, quella voce portava in sé un messaggio, e lei che lo sentiva con la pancia, che lo accoglieva nel cuore, ogni giorno ne capiva il significato un po’ di più. “Aiuto…” era il canto di una persona che chiedeva aiuto, era un uomo imprigionato, “la regina?” l’aveva bloccato nelle segrete… un castello? proprio lì, nascosto nel bosco? La fanciulla iniziò a cercare, invano, una via che portasse al castello o a quelle segrete e mentre camminava in lungo e largo, si accorse che il messaggio era triste, la voce raccontava di sogni recisi e punizioni da scontare.

All’imbrunire, ogni giorno, lei tornava lì – costanza e determinazione – non capiva bene cosa le stesse succedendo ma cantava, con passione e dolcezza, dicendogli: sono qui! ti sento, dimmi cos’hai! Io non ti mollo!”.

Purtroppo quella voce col passare del tempo si indeboliva ed i canti di lei non bastavano più a tenere in vita la musica – che lei trovava meravigliosa – ma le cui note iniziavano a mancare… a saltare… fino quando non riuscì più a sentire il suo adorato principe!!! Corse su e giù per il bosco, stava impazzendo, angoscia, preoccupazione… poi stanca e abbattuta, chiuse gli occhi pregando che le sue energie non fossero andate sprecate… si addormentò!

…il punto era sempre lo stesso, la voce c’era ancora, le diceva “vediamoci a metà strada, al castello, io sono qui, mi vedi? Sono al centro della strada” … la strada non c’era, …erano scale, …scale che portavano giù, …a delle segrete, …nel castello. Lei seguì la voce, arrivò da lui, il cuore in gola, la felicità allo stesso tempo la illuminava e l’accecava… quante cose avrebbe voluto dirgli, quanto sostegno avrebbe voluto dargli, quante cose avrebbe potuto spiegargli… ma non seppe fare altro che andargli incontro di corsa, e lo abbracciò con tutte le sue forze. In un istante, lui sparì e lei si risvegliò, …al solito posto, nel bosco dove a lungo lo aveva ascoltato.

Ripensò a lui e a quanto era accaduto, si sentiva stanca come se fosse stato tutto vero! Non sentiva più la voce e mentre rientrava a casa ricordava il sogno… che bel castello, ridente dimora del principe, un gran lusso, pieno di giardini in fiore, e lui era imprigionato… in segrete senza cancelli! Raggiungerlo con tanta facilità… e la regina? Non era malvagia ma una principessa bellissima…!

Il sole era tramontato e come ogni giorno la fanciulla rientrava a casa… ma quel giorno sapeva che sarebbe stata l’ultima volta che avrebbe sentito e dialogato con quella voce soave. Quel bacio datogli con grande amore, aveva risvegliato lei dal suo sogno fiabesco e lui da un incubo che credeva eterno! Lei si sentiva vuota, aveva dato tutta se stessa per lui, ma era felice perché era consapevole che solo la concretezza di quell’abbraccio e la concretezza di quel bacio li avrebbero riportati alla realtà! 

Se rinchiudersi nello spettro autistico, fosse la via di fuga somatizzata e mentalizzata dai nostri geni-tori?

I disturbi dello spettro autistico sono sempre più diffusi. Hanno un raggio di tipologia molto esteso e diversificato, da quelli più leggeri, comunemente definiti, disturbi dell’apprendimento, a quelli più intensi come l’autismo grave o gravissimo, che intacca tutte le fasi della crescita, invalidando diverse fusioni della memoria di lavoro e del pensiero superiore. Tutte in fase di ricerca, le terapie che riguardano questo settore sono impegnative e necessitano di intensità e costanza quotidiana. Le cure sono tutte specialistiche, i punti di riferimento sono: il neuropsichiatra, il nutrizionista, il logopedista, il terapeuta cognitivo/comportamentale, per non parlare delle attività sportive, l’insegnamento della musica e dei computer etc, etc… L’impatto è fortissimo per due genitori che devono lavorare e può divenire anche insostenibile (come testimoniano in molti) assorbendo tutte le risorse economico/finanziarie oltre che emotive ed affettive.

Chiara Tuccillo, 28 settembre 2022