Perché è così difficile essere ottimisti oggi?
E’ davvero molto difficile perché in questo mondo affrontiamo problemi terribili.
Il cambiamento climatico che sembra quasi impossibile da risolvere, oppure la pandemia che è diventata endemica ed è difficile da eliminare. E poi la guerra e tutte le altre tensioni politico-militari nel Mondo.
Sembrerà strano ma perfino la portata di questi problemi rappresenta un motivo in più per essere ottimisti. Perché dico questo? Perchè è il passato a guidarci. Guaradando al passato, infatti, impariamo ciò che possiamo aspettarci dal futuro. Tutte le crisi che il mondo ha già attraversato si sono trasformate in spunti di crescita. Le crisi sono dei veri e propri passaggi di stato, dei momenti di sviluppo, di accelerazione.
Le sfide più grandi richiedono maggior determinazione ed un altrettanto fortissimo senso di fiducia, la fiducia che l’impresa da realizzare lo possa essere davvero.
Pensate ai primi aerei: come li hanno immaginati inizialmente, da come l’idea di poter volare si è trasformata nel tempo. Pensate a quanto sia importante credere di poter realizzare qualcosa di buono e grandioso.
Ma tutto questo accadrà soltanto quando crediamo che qualcosa possa succedere.
Non arriverà nulla per caso.
E’ importantissimo immaginare il mondo che vogliamo e credere che noi si possa cambiare la realtà e che la si possa rendere così come la immaginiamo.
Così la fiducia nel poter far succedere qualcosa che ai più sembra impossibile è ciò che ha determinato quello che siamo finora.
In pratica la nostra storia è stata plasmata da ottimisti, e se vogliamo plasmare il futuro dobbiamo esserlo anche noi.
Il mondo cui stiamo dando forma non è un mondo di perfezione, non c’è assenza di problemi, né di cose brutte.
Non si tratta affatto di un’utopia, ma è sempre una proiezione verso qualcosa di meglio, verso un miglioramento delle nostre vite.
Se ci aspettiamo che il mondo produca un po’ più bene che male, che abbia qualche motivo in più per sperare piuttosto che per aver paura, non si può non essere ottimisti.
Ottimismo di certo non significa soltanto avere un temperamento positivo, una sorta di approccio diverso di quello dei pessimisti rispetto a come si guarda al futuro.
L’ottimismo è basato sulla realtà del progresso storico.
Sul fatto che trascendiamo l’aneddoto, cioè il momento che stiamo vivendo, e osserviamo i dati in modo scientifico, razionale.
E’ proprio rileggendo i dati non possiamo non evidenziare di come il mondo, negli ultimi 500 anni, non abbia fatto altro che crescere. E’ migliorato, giorno dopo giorno, un miglioramento costante, che a volte si fa perfino fatica ad individuare, perchè fa parte ormai delle nostre vite.
Ma se ciò è vero, perché ci sfugge?
Perché in così tanti sono pessimisti?
Io penso che ci siano tre ragioni:
La prima, riguarda ciò che non accade.
Riguarda tutte le cose negative che sarebbero potute accadere e che invece non sono accadute.
Riguarda il bimbo di due anni che non è morto di vaiolo. Riguarda le famiglie di contadini le cui riserve di cibo di un anno non sono state rubate dai predoni.
Riguarda quelli che non hanno dovuto lottare per sfamarsi o per bere un bicchiere d’acqua pulita.
Tutte queste cose, proprio perché non accadono, non finiscono in prima pagina, ma questo non vuol dire che non siano positive e che non derivino dallo sfrorzo, dallo sviluppo e dalla capacità di tanti di generare risultati positivi.
La seconda ragione è che le cose brutte succedono più velocemente delle belle.
Le cose belle hanno bisogno di tempo. SE infatti facciamo riferimento ai nostri telegiornali, ai notiziari, questi non rappresentano altro che la somma delle cose brutte appena accadute.
Se invece decidessimo di creare giornali e siti Internet aggiornati ogni cent’anni, avremo titoli in prima pagina completamente differenti.
La terza ragione è legata alla quantità di svilppo e di progresso generate ogni anni. Si tratta di piccole quote, come dicevamo anche prima, ma così come avviene per i nostri conti correnti alimentati dall’interesse composto, anche queste piccole quote di progresso generate ogni anno si sommano le une alle altre creando sempre maggior sviluppo e crescita.
Per essere ottimisti bisogna essere realisti e come detto il realismo passa per la storia che abbimo già vissuto.
L’altro elemento di crescita importante è rappresentato dalla fiducia, non solo tra le persone, ma anche tra i popoli.
Noi abbiamo la possibilità di collaborare con dei perfetti estranei e questa collaborazione ci permette di fare cose che vanno oltre noi stessi e sono più grandi di quello che possiamo fare.
Pensate ad una semplice matita. Ebbene ogni singolo componente di quella matita arriva da zone diverse del mondo e poi assemblata assieme. Aa quella matita lavorano cristiani e musulmani; rossi, gialli e persone di colore. Quella matita è la dimostrazione che il mercato è più forte delle differenze sociali, è capace di aggregare nche quello che normalmente è diviso.
Questo richiede fiducia e la fiducia è una forma di ottimismo.
Possiamo anche avere fiducia nelle future generazioni, nei miliardi di persone che non sono ancora nate, così com’è successo anche a noi.
Proprio adesso, oggi, noi stiamo godendo del lavoro delle generazioni passate che hanno studiato per costruire infrastrutture, strade, canali, grattacieli, reti telefoniche cose di cui stimo ora beneficiando noi.
In effetti stiamo di più benefici di quanti ne avessero in passato loro. E’ come se li avessero fatti per noi.
Eppure, quando hanno cominciato, noi non c’eravamo per cui loro hanno agito come bravi antenati per noi. Qualche volta perfino sacrificando quelli che avrebbero potuto essere tutti i benefici immediati.
Andando incontro alle future generazioni anche noi vogliamo e possiamo essere buoni antenati per loro.
Anche questo è un atto di ottimismo: in primis perché crediamo che ci saranno future generazioni e, in secondo luogo, perché siamo disposti a sacrificare guadagni immediati per regalare di più al futuro.
Fiducia, visione del futuro, corretto approccio relazionale tra generazioni sono tutti elementi che compongono la forza dell’ottimista. L’ottimista è colui che è consapevole dell’esistenza dei problemi, ma è altrettanto consapevole che a quei problemi bisogna e si può dare risposta.
Ad ogni risposta corrispondono altre domande e a queste domande corrisponderanno altre risposte. Perchè il mondo è questo. Un continuo rincorrersi tra consapevolezzae ignoranza. Un continuo crescere imparando cose sempre nuove.
Noi abbiamo l’obbligo di essere ottimisti, perché essere ottimisti ci permette di plasmare il futuro.
Leopoldo Gasbarro, 9 novembre 2022