Non sarà certo colpa dell’ozono utilizzato per la prima volta per congelare il terreno che separa il fiume che scorre sopra alla galleria e mettere al sicuro anche chi lavora nelle viscere del tunnel, ma il trasporto e la logistica attraverso il Brennero, sotto terra e in superficie, sembrano davvero correre su binari contrapposti.
Galleria del Brennero congelata con l’ozono
Sotto terra, addirittura sotto il corso del fiume Isarco, è stato completato in queste ore uno dei tratti più complessi della linea del Brennero, (destinata con i suoi 64 chilometri) a collegare Verona con Innsbruck, utilizzando una tecnologia di congelamento del terreno attraverso l’uso dell’ozono.
Sono state costruite sotto il corso del fiume Isarco due gallerie, ciascuna lunga 4,5 chilometri nonché altre due gallerie di interconnessione lunghe 1,7 chilometri, che rappresentano probabilmente la sezione più complessa del collegamento ferroviario di 64 chilometri fra Austria e Italia.
Ma in superficie, le cose viaggiano in direzione opposta. Non ci sono in gioco tecnologie avanzate, e fra Italia e Austria la rissa sulle limitazioni al traffico camionistico imposte da Vienna si è ulteriormente aggravata.
Da 90 a 25 minuti Verona-Innsbruck
In attesa dell’entrata in servizio del tunnel ferroviario, che consentirà di abbattere i tempi di percorrenza di treni delle massime dimensioni dagli attuali 80/90 minuti a meno di 25, l’Italia si è vista riconoscere dalla Commissione europea il diritto (con parere motivato) a trascinare Vienna davanti alla Corte di giustizia comunitaria.
Ma l’Austria non fa circolare le merci sul Brennero
Nel suo ricorso, Roma aveva sostenuto che l’Austria viola il diritto dell’Unione in quanto impone determinate misure che limitano il traffico stradale sull’asse del Brennero. Dopo aver attentamente valutato le osservazioni scritte e orali di entrambi gli Stati membri, la Commissione ha dato ragione all’Italia ipotizzando per l’Austria la violazione delle norme sulla libera circolazione delle merci attraverso l’applicazione del sistema di dosaggio.
Un contenzioso che andrà avanti per lungo tempo e non sarà congelato, come accaduto nel tunnel principale realizzato da Webuild, che passa sotto il fiume, due autostrade e una linea ferroviaria.
Qui, nelle viscere della regione alpina, nella galleria del Brennero, è stata utilizzata in prima mondiale una tecnologia che attraverso l’immissione di azoto liquido ha consentito di congelare il terreno lungo la seconda delle quattro gallerie scavate per il sottopassaggio, in modo che gli operai potessero scavare il secondo tunnel senza essere ostacolati dalle infiltrazioni d’acqua e senza rendere indispensabile, in caso contrario, una deviazione nel corso del fiume in superficie.
Il lotto di costruzione denominato “Sottoattraversamento Isarco”, costituisce la parte estrema meridionale della Galleria di Base del Brennero prima dell’accesso nella stazione di Fortezza.
Prima dell’avvio dei lavori di costruzione delle gallerie sono state completate una serie di attività propedeutiche in superficie, ivi compresi lo spostamento della strada statale SS12, la costruzione di due ponti sul fiume Isarco e sul Rio Bianco e la realizzazione dell’area di carico/scarico sull’A22 che è stata necessaria per il trasporto e la fornitura dei materiali di costruzione. È stata inoltre realizzata la deviazione definitiva della linea ferroviaria storica Verona–Brennero per un tratto di circa un chilometro.
Un guscio di ghiaccio fra fiume e galleria
La tecnica del congelamento garantisce – è sottolineato nel sito dell’impresa di engineering italiana- il congelamento di una porzione di terreno, tra la galleria da scavare e il fiume soprastante, sufficiente a rendere lo scavo impermeabile all’acqua e utile a garantire stabilità. La sua applicazione ha previsto una fase di pre-consolidamento, in cui è stata effettuata la perforazione del terreno nella tratta al di sotto del fiume e ne è stata ridotta la permeabilità mediante iniezioni cementizie. Successivamente, la fase di congelamento è avvenuta con l’immissione di azoto liquido a una temperatura di circa -196°C: il liquido refrigerante circola nei fori realizzati intorno al perimetro di scavo fino a creare un guscio dello spessore di un metro. L’ultima fase è quella in cui è stato garantito il mantenimento del guscio di ghiaccio mediante l’impiego di salamoia portata ad una temperatura compresa tra 30°C e 35°C sottozero.
Verso la Corte di Giustizia comunitaria
Ghiaccio benefico nelle viscere delle Alpi; un po’ meno sul nastro autostradale che collega l’Italia con l’Austria, dove anche un’eventuale entrata “in scivolata” della Corte di Giustizia comunitaria, potrebbe non sedare fra gli autotrasportatori italiani i rancori alimentati dalle scelte unilaterali di Vienna.