La guerra in Ucraina ha profondamente modificato gli assetti geopolitici internazionali, le sanzioni stanno spingendo la Federazione Russa in un angolo dietro il quale aleggia lo spettro della vecchia Unione Sovietica.
La prima volta che giunsi in Russia il pianeta viveva tempi pressoché normali, era il 2017 e nelle principali città della Federazione, Mosca e San Pietroburgo, la vita era quasi al pari delle migliori democrazie occidentali, naturalmente fatte le debite considerazioni in ambito di livelli salariali e libertà di espressione.
Nonostante ciò in Russia si viveva bene, il cosiddetto cittadino medio, o comune, non direttamente toccato da ciò che accade alle alte sfere, poteva vivere relativamente tranquillo tra il suo lavoro e lo svago avendo a disposizione servizi non certo eccellentissimi ma sicuramente efficienti e senza sbavature.
Tecnologia ovunque, dalle app per chiamare i taxi con un tap al tracking in tempo reale delle ambulanze tramite smartphone, dagli ATM evoluti multi-funzione all’alta velocità che in poco più di 4 ore porta da San Pietroburgo a Mosca, 850 km nel comfort più assoluto.
Nota dolente erano, e sono, i salari molto bassi e con i quali ogni giorno le famiglie devono confrontarsi; di contro anche i prezzi sono allo stesso livello anche se attualmente, sia a causa di elevata inflazione che di un rublo che ha guadagnato circa il 40% su euro e dollaro, ma soprattutto per la mancanza di molti prodotti causa sanzioni, sono aumentati anche qui ed i budget delle famiglie ne risentono in maniera pesante.
Il rovescio della medaglia (positivo) è che qui l’energia è praticamente gratuita se consideriamo i prezzi cui siamo abituati da sempre, idem carburanti, internet e tv, prezzi ultra popolari.
“L’operazione speciale” così definita dal Governo della Federazione giunge in un momento in cui i russi si stavano abituando, anche se il termine può apparire forzato, ad una Russia più occidentale e, soprattutto a San Pietroburgo, ponte tra oriente ed occidente, si respirava un’atmosfera di apertura nonostante il sistema di potere ben noto a tutti.
Oggi molte cose sono differenti, non tutto ma gran parte delle abitudini commerciali e sociali sta mutando, si respira un clima di chiusura come ai tempi della cortina di ferro, la vita sembra scorrere come prima ma sui volti della gente si legge preoccupazione e timore per il futuro immediato; in giro si vedono solo adolescenti di entrambi i sessi e donne adulte, pochissimi uomini per via della mobilitazione ed anche perché molti di essi hanno lasciato il Paese per non essere chiamati alle armi.
L’Unione Sovietica 2.0 è alle porte e l’unico legame con l’esterno sono gli smartphones ed internet regolarmente sotto controllo governativo; gran parte di siti d’informazione occidentali no sono accessibili, idem per i social se non attraverso VPN (virtual private network) che offrono la possibilità di bypassare i controlli; l’informazione è anch’essa sotto il controllo del Governo e le notizie diffuse sono scientemente filtrate.
Oggi però, a differenza di quando si viveva ai tempi dell’ex URSS, i cittadini hanno gli strumenti per informarsi oltre le barriere e sono pertanto ben consci della situazione.
La presenza occidentale è ridotta all’osso e ad approfittarne è la Cina, storica alleata della Russia, che sta praticamente inondando di prodotti il mercato della Federazione in cui smartphones e computers della Mela hanno raggiunto prezzi esorbitanti ed il ripiego sono i brand tecnologici cinesi.
Alcuni di essi, diffusi anche in Italia, a dire il vero sono all’altezza della concorrenza se non addirittura migliori.
Ma se esiste una caratteristica che distingue il popolo russo da tutti gli altri è l’abitudine alle difficoltà, la resilienza, la capacità di far fronte alle difficoltà per lunghi periodi, di vivere in condizioni a limite della sopravvivenza e per loro questo periodo è semplicemente uno dei tanti che hanno superato e quasi non so accorgono delle difficoltà se non per l’aumento dei prezzi e controlli più rigidi da parte della polizia; l’operazione in corso sarà anche speciale ma la pratica è che la Russia è un Paese in guerra.
La realtà è che la classe media, definita comunemente borghesia è quasi scomparsa del tutto (come d’altro canto anche da noi) ed è caso raro trovare una famiglia media benestante; o super ricchi o super poveri, nessuna via di mezzo.
A ciò si aggiunga che per effetto delle sanzioni, Mosca e San Pietroburgo hanno perso dei primati, ovvero la città in cui vi erano più opportunità di lavoro al mondo, Mosca (addirittura aveva superato New York), ed una delle più visitate del pianeta, San Pietroburgo.
Sono venuti così a mancare afflussi esterni di capitali, business, aziende straniere che impiegavano migliaia di dipendenti e scambi commerciali di ogni genere, nonché interscambi culturali; non dimentichiamo che la Russia ha una grande tradizione storica ed artistica e venendo a mancare il contatto con il mondo esterno (ridotto al minimo) anche questo ambito della vita pubblica e sociale è venuto a mancare.
Ma tutto ciò non significa che i cittadini russi stiano chiusi in casa e vivano solo per il lavoro e mettere il piatto a tavola, almeno nelle città principali; esistono migliaia di locali, pub, teatri, ristoranti di ogni genere, stadi, parchi e centri per lo sport che sono ancora frequentati e rappresentano occasione d’incontro ed evasione cui molti russi non rinunciano, soprattutto gli appartenenti al ceto benestante.
E sono anche molto curati nello stile.
Ciò che sta accadendo è davvero un’occasione persa per la Russia per completare il processo di modernizzazione e ristrutturazione che era in corso ed aveva aperto al mondo un Paese meraviglioso la cui atmosfera non può essere descritta se non vissuta.
In Russia si viveva bene nonostante tutto, ed il tempo avrebbe fatto il resto, ovvero elevare definitivamente il livello di democrazia fino a farlo diventare la nuova frontiera per le infinite opportunità che può offrire.
Ma per la democrazia reale è necessario che un popolo sia maturo, non vi sia lassismo e permissivismo e che i malviventi non siano in libertà bensì assicurati ad una Giustizia che funziona … il popolo russo è pronto per la democrazia ma non ha la fortuna di averla, non si può dire altrettanto per molti popoli occidentali in cui la democrazia esiste da sempre ed i fatti hanno ampiamente dimostrato che non funziona.
Alla Russia è stata imposta la retromarcia ed i danni sociali ed economici causati da questa guerra, ormai globale, saranno difficili da riparare, occorrerà molto tempo. Purtroppo ne sta risentendo il mondo intero, non certo i membri dei governi ed establishment vari, i capitalisti e le lobbies bensì i cittadini comuni.
Credo che molti nostalgici dell’ex “USSR” non abbiano tutti i torti quando mi dicono che stavano meglio prima … un pò come noi che stavamo molto meglio ai tempi della Prima Repubblica.
Antonino Papa 08/10/2022