Il Mediterraneo avrà un proprio maxi-hub del gas, pensato per fare il pieno di energia all’Italia e al resto d’Europa. Una infrastruttura che diventa strategica al fine di incrementare la resilienza del Vecchio continente negli assetti mondiali con i dazi di Donald Trump e la guerra scatenata dalla Russia in Ucraina ancora irrisolta.
A realizzare l’hub, che rientra anche tra i progetti promossi da Mario Draghi, sarà l’Eni di Claudio Descalzi che insieme a Total a firmato un accordo con l’Egitto e Cipro per sfruttare le risorse di Cronos nel Blocco 6, al largo dell’isola.
Si stima che Cronos custodisca un tesoro di oltre 85 miliardi di metri cubi di gas, a cui aggiungere quelle potenziali che potrebbero essere scoperte dalle esplorazioni in corso nella restante parte del Blocco stesso, tra cui la scoperta di Zeus effettuata nel 2022.
Il gas estratto sarà trasportato e trattato nell’infrastruttura di Zohr per poi essere liquefatto nell’impianto LNG di Damietta in Egitto e infine esportato verso i mercati europei. Questo permetterà di ristorare gli stoccaggi in vista dei prossimi inverni. Un antidoto in più quindi, per cercare di calmierare il caro bollette.
“Questo accordo consente di portare il gas cipriota al mercato in modo tempestivo, contribuendo alla sicurezza energetica e alla competitività degli approvvigionamenti energetici. Il progetto fa leva sulle infrastrutture egiziane esistenti, tra cui anche gli impianti di esportazione, che sono un fattore chiave per gli sviluppi nella regione”, ha detto Descalzi rimarcando come Egitto e Cipro riaffermano in questo il loro ruolo nell’ hub energetico emergente del mediterraneo orientale, destinato rivestire un peso crescente nell’offerta globale di gas nel prossimo futuro.
A Cipro Eni controlla il 50% del Blocco 6 e ha partecipazioni in altri pozzi, mentre in Egitto, dove lavora da oltre 70 anni, è il principale produttore con circa 280.000 barili di olio equivalente al giorno. Il gruppo del Cane a sei zampe lavora attraverso la sua controllata al 100% Ieoc, e detiene una quota del 50% nell’impianto Gnl di Damietta.
Il nuovo Hub aiuterà quindi a diversificare le fonti di approvvigionamento di gas naturale liquefatto e all’occorrenza di emanciparsi da quelle americane se saranno colpite da pesanti dazi da parte della Casa Bianca. Nel primo semestre dello scorso anno abbiamo importato dagli Usa circa un terzo del totale di gas naturale liquefatto, al resto del pieno hanno pensato Qatar e Algeria.
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Fino a qui il gas. Ma, sempre per quanto riguarda Eni, è di oggi la notizia che il fondo statunitense Kkr, lo stesso che ha rilevato la rete di Tim con l’idea di integrarla con Fibercop insieme a Cdp, ha comprato un altro 5% di Enilive. Kkr si porta così al 30% della società green di Eni a fronte di un esborso ulteriore di 587,5 milioni di euro.
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