L’S&P 500 ha concluso la seduta di ieri con la peggior performance giornaliera dell’anno, registrando un calo del 2,24%, un ribasso che supera il -2,05% del 19 aprile 2024. Questo porta a due il numero totale di sedute con una flessione superiore al 2% dall’inizio dell’anno, lo stesso numero osservato nello stesso periodo del 2023.
Il ribasso odierno è stato caratterizzato da una dinamica di mercato particolarmente interessante: nonostante circa l’84% delle azioni scambiate sul NYSE abbia visto un aumento e circa l’80% dei volumi sia in crescita, l’S&P 500 ha visto solo 107 titoli in calo, principalmente a causa delle “Magnifiche 7”. Le perdite di giganti tecnologici da Tesla (-8,44%) ad Apple (-2,32%) hanno influito pesantemente sull’indice, bruciando complessivamente circa 600 miliardi di dollari in una sola giornata. Le “Magnifiche 7” hanno contribuito in modo decisivo al ribasso dell’S&P 500, generando una perdita di circa -117 punti base, che rappresenta il 136 % del calo complessivo del -0,86%. Senza questo pesante contributo negativo, l’indice avrebbe potuto chiudere in territorio positivo o con un calo decisamente più contenuto. In contrasto, l’ETF che replica l’S&P 500 in modo equiponderato ha chiuso con un guadagno dell’1,21%.
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I nuovi dati sull’inflazione di giugno, sia headline che core, hanno mostrato un calo maggiore del previsto. Questo ha portato oltre il 98% del mercato a scommettere su un taglio dei tassi della Fed a settembre, rispetto a meno del 77% del giorno precedente. L’ottimismo per un possibile miglioramento delle condizioni del credito ha favorito i settori tradizionali, mentre gli investitori hanno iniziato a ridurre le posizioni nei titoli dell’intelligenza artificiale, preoccupati che i recenti guadagni non possano sostenere le attese di crescita futura.
La domanda che molti investitori si pongono è infatti: i titoli dell’intelligenza artificiale sono sopravvalutati? Il rapporto P/E (Price to Earnings) a 12 mesi dei titoli AI ha recentemente raggiunto circa 33x, appena 1x al di sotto del massimo storico registrato nel 2023. In confronto, l’S&P 500 ha un P/E di circa 22x, creando un divario di valutazione di 11x. Questo gap è il più alto da giugno 2023, quando il divario era di 15x, ed è quasi 4 volte superiore rispetto a dicembre 2022. Da allora, Nvidia e Taiwan Semiconductor Manufacturing sono salite rispettivamente del 677% e del 130%.
I settori Tecnologia e Comunicazioni sono stati gli unici a chiudere in flessione nella seduta di ieri, con la Tecnologia come unico settore equiponderato in rosso. Questo ha generato pressioni sull’indice Nasdaq, che ha decisamente sottoperformato rispetto al Russell 2000 di 4,9 punti percentuali. Un simile scostamento si era visto solo il 9 novembre 2020, il giorno successivo alla pubblicazione dei risultati della fase 3 del vaccino Covid-19 da parte di Pfizer.
Più il tech cresce, più vicina sarà la rotazione verso il mercato più ampio, con rotazioni attese su regioni più piccole, economiche e sensibili ai tassi, dal Real Estate all’Europa.
La stagione degli utili inizia oggi con i risultati di grandi istituzioni finanziarie come J.P. Morgan e Citigroup. Gli investitori saranno particolarmente interessati ai commenti riguardanti la salute dei consumatori e le tendenze di crescita dei prestiti per le imprese e le famiglie, oltre a eventuali differenze regionali. Per il secondo trimestre, si prevede una crescita degli utili dell’S&P 500 dell’8,8% su base annua, il tasso di crescita più elevato dal primo trimestre del 2022. Si stima inoltre che otto dei diciassette settori principali registreranno una crescita positiva degli utili. Quest’anno, i rendimenti del mercato saranno principalmente guidati dalla crescita positiva degli utili, piuttosto che dall’espansione delle valutazioni, che aveva caratterizzato i rendimenti dello scorso anno.
Gabriel Debach, eToro Italian Market Analyst
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