Le superpotenze sono nel mezzo della fase della ridefinizione del nuovo ordine, ed è proprio la rivisitazione del sistema internazionale a tenere unite Russia e Cina che hanno un comune denominatore, quello di mettere in discussione l’attuale sistema internazionale guidato dall’America e questo obiettivo permette loro di superare ogni tipo di differenza che le contraddistingue.
Se andiamo ad osservare quella che è stata la politica estera cinese degli ultimi mesi, noteremo subito alcuni appuntamenti rilevanti come il summit di giugno 2022 dei paesi BRICS, (Brasile, Russia India Cina e Sudafrica) che stanno prendendo sempre più forza presentandosi al mondo come l’alternativa all’ordine esistente da decenni.
Sono “gli altri paesi” in via di sviluppo, quella forza economica diversa dagli Stati Uniti, che si va sempre più espandendo; i prossimi candidati all’ingresso BRICS sono Argentina, Algeria, Iran e sicuramente prossima candidata l’Arabia Saudita.
La Cina e la Russia sono alla ricerca dei paesi “amici” che condividono con loro la critica all’ordine internazionale esistente e in questo momento hanno trovato i Paesi del Golfo, Iran e Arabia Saudita; il Golfo guarda alla Cina perché è il primo importatore di petrolio e all’Arabia Saudita ovviamente conviene molto più il legame con la Cina che non con l’America.
Altra mossa politica della Cina degli ultimi mesi è il voler divenire il leader del paese del Global South da contrapporre agli Stati Uniti e all’Occidente nella formazione del nuovo ordine internazionale.
Sono molti i segnali che fanno intravedere l’egemonia occidentale iniziare a barcollare, un esempio tra gli altri, la pressione su Taiwan da parte di Xi Jinping per i semiconduttori che sta innervosendo non poco l’America (di cui ho già detto…) anche per le limitazioni applicate a Pechino in tal senso.
I paesi di quelle economie sono decisamente molto rilevanti nell’economia mondiale, di questo l’America ne ha precisa contezza e lo dimostra con le politiche di contenimento attuate verso la Cina, sia sotto l’aspetto militare con il QUAD e ONLUS (Australia, Regno Unito e Stati Uniti ma questa è un’altra lunga storia) che sotto l’aspetto economico con la creazione di quell’organismo economico denominato Indo Pacific Economic Framework volto proprio al contenimento cinese.
Anche se, l’azione veramente forte di contenimento verso la Cina da parte degli Stati Uniti oltre alle precedenti, riguarda la limitazione di export di tutti i semiconduttori, il prodotto oggi più importante, decisa il 7 ottobre scorso e in soccorso a questo divieto, gli americani stanno cercando alleati come l’Olanda a “ratificare” il tutto la Von Der Layen nel discorso del 30 Marzo sulla Cina in cui ha precisato “ l’Unione Europea sta valutando di adottare delle misure di limitazione alle esportazioni verso la Cina …”.
L’impostazione americana è ben delineata: contenimento alla Cina e coinvolgimento di quanti più alleati possibili nell’azione di contenimento.
In tutta questa premessa però non è stata ancora inserita l’India che sta acquisendo un nuovo ruolo di centralità geopolitica.
L’India è determinante per controbilanciare a livello economico e militare il quadro che si è delineato, intanto è coinvolta nel QUAD, ma, soprattutto, l’India è centrale all’interno della strategia americana verso l’area dell’Indo Pacifico, e, allo stesso tempo, l’India fa parte dei BRICS.
Questa posizione centrale che ricopre come dire da “ponte” tra le democrazie occidentali e le autocrazie di Russia e Cina, l’India in modo molto abile la sta capitalizzando.
E’ sempre più considerata come la sede manifatturiera alternativa a Pechino, qualora l’Occidente non volesse più produrre in Cina per vari motivi tra i quali ad esempio evitare che vi sia un sorpasso nell’ambito dell’innovazione tecnologica, ecco che l’India diventa il paese di riferimento.
Nel frattempo il paese indiano ha iniziato a distaccarsi dal dollaro americano attraverso accordi con i paesi con i quali intrattiene relazioni commerciali, iniziando dalla Tanzania con la quale ha dato il via ad uno scambio diretto utilizzando la rupia indiana, una modalità operativa con la quale le banche indiane aprono conti su banche situate in zone diverse dall’India tutti disciplinati in rupie indiani che vengono poi utilizzate per le operazioni di import e export, è l’alternativa al dollaro americano o all’euro europeo.
Di certo non siamo allo stesso livello della Cina e della sua moneta lo yuan, però l’India ha l’ambizione di voler aumentare la rilevanza internazionale della sua moneta proprio come sta facendo la Cina, sapendo di essere un paese molto importante nel gruppo dei BRICS secondo importatore di energia e non apprezza il fatto che il commercio mondiale di petrolio e di gas avviene quasi completamente in dollari sulle borse occidentali.
Pechino e New Delhi sono legate dalle importazioni di petrolio russo di molto scontato dopo le sanzioni europee, e questo fatto potrebbe portare gli interessi dei due paesi per la ridiscussione dell’ordine internazionale lontano dall’Occidente.
Nel frattempo New Delhi e la sua politica procedono in un percorso non proprio chiaro e non privo di contraddizioni tra QUAD e BRICS divenendo oltre il paese più popoloso secondo fonti ONU tanto da aver superato anche la Cina, il paese più corteggiato dalle superpotenze, proprio per la posizione geostrategica di cui gode e di cui non possono farne a meno.
Non è un caso come già detto se la Russia ha venduto petrolio a prezzi bassissimi alle industrie indiane divenendone il primo fornitore e i due paesi hanno già dato il via ai lavori per negoziare un accordo di libero scambio, un passo molto in avanti nelle relazioni economiche, tra l’altro il prossimo maggio l’India ospiterà il ministro della Difesa e il ministro degli Esteri russi e molti imprenditori indiani hanno rafforzato l’export con Mosca per molti prodotti manifatturieri, cosa che torna molto utile alla Russia a causa delle sanzioni occidentali, quindi la guerra dell’Ucraina sta favorendo lo scambio commerciale tra i due paesi e va ribadito che fino ad oggi l’India non ha mai condannato l’invasione dell’Ucraina nelle sedi opportune come l’ONU.
Sul fronte americano il rincorrere Nuova Delhi, ha portato gli Stati Uniti a far svolgere la seduta plenaria della commissione trilaterale nel marzo scorso proprio nel più popoloso paese democratico per dare un’idea dell’importanza che riveste il tutto per l’America perché secondo il Presidente Biden siamo nel mezzo di una lotta tra autocrazie e democrazie.
A tal proposito un passaggio a grandi linee sulla Commissione è opportuno farlo.
Cos’è la Commissione Trilaterale
E’ un’organizzazione nata nel 1973 alla quale hanno aderito personalità della finanza e della politica, docenti universitari, giornalisti e sindacalisti, provenienti dagli Stati Uniti d’America, dall’Europa e dal Giappone.
Fu Rockefeller a creare l’organizzazione che ha come logica d’azione quella di promuovere la cooperazione internazionale tra le democrazie industrializzate e affrontare i problemi transnazionali legati all’economia globale.
Negli anni settanta fece l’ingresso il Giappone e nel 2008 la Cina e l’ India un segnale che mostra come il centro di gravità del business si sta spostando dall’Atlantico al Pacifico; la commissione trilaterale raggruppa circa 400 membri di cui: 163 europei, 121 americani, 96 asiatici.
Le sedi dell’organizzazione si trovano a New York, Parigi, Washington e Tokyo.
La Commissione ha pubblicato 62 saggi che trattano argomenti di grandissima rilevanza, redatti da autori individuati per la loro particolare competenza, un tema ad esempio trattato nell’ultimo incontro (proprio in India) è stato quello sull’intelligenza artificiale dopo che a seguito di un sondaggio è stato rilevato che il 49% di ricercatori di intelligenza artificiale hanno affermato che la stessa rappresenta una gravissima minaccia per l’umanità al pari di un disastro nucleare.
Siamo in una fase decisamente appassionante per quanto riguarda l’aspetto delle dinamiche e dei riposizionamenti delle superpotenze nello scacchiere mondiale, con la speranza che questa rivalità non sfoci in altro…
Lorena Polidori, 2 maggio 2023