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Il Tesoro vende un altro 15% di Mps. Ma entrano Banco Bpm, Caltagirone e Delfin

Lo Stato incassa 1,1 miliardi e si forma un nocciolo duro di soci italiani. Inizia la partita per il terzo polo bancario

Mps

Il ministero dell’Economia scende ancora dal Monte dei Paschi, ma è già pronto il nuovo nocciolo duro di azionisti italiani. Ieri sera il Tesoro ha posto dapprima in vendita il 7% della banca senese per un controvalore di poco inferiore ai 500 milioni ma, davanti a una domanda “pari a oltre il doppio dell’ammontare iniziale”, ha messo a disposizione il 15% di Mps.

Il dicastero di Giancarlo Giorgetti ha così incassato 1,1 miliardi. Un discreto gruzzolo; anche perché  gli investitori sono stati pronti a pagare un premio del 5% rispetto alle quotazioni di Borsa. Insomma, a spendere di più pur di assicurarsi un posto di rilievo nei futuri equilibri di Rocca Salimbeni.

Considerando i tre collocamenti di Monte Paschi, il Tesoro ha quindi finora recuperato 2,7 miliardi da Siena dopo averla salvata da un probabile fallimento. Al computo delle entrate per lo Stato vanno aggiunti i dividendi staccati dalla banca senese.

Ma la notizia principale un’altra: a comprare dalle mani del Mef le azioni di Mps sono state Banco Bpm, la sua controllata del risparmio gestito Anima, l’imprenditore romano Francesco Gaetano Caltagirone e Francesco Milleri tramite Delfin, cioè la holding della famiglia Del Vecchio a cui fa capo Essilorluxottica.

Milleri e Caltagirone, che sono già uno accanto all’altro anche nell’investimento in Generali e in quello in Mediobanca, hanno rastrellato il 3,5% a testa di Mps mentre il Banco Bpm di Giuseppe Castagna un altro 5%. Anima l’1% ma arriva al 4%, considerando quanto aveva già in portafoglio.

Senza contare che Banco Bpm ha appena lanciato un’Opa totalitaria su Anima, e quindi possiamo proiettarlo attorno al 9% complessivo dell’istituto senese. Lo stesso istituto guidato da Castagna sottolinea che l’operazione Siena “si inserisce nel contesto più ampio” dell’Opa su Anima ed è “coerente” con l’obiettivo di rafforzare le proprie fabbriche prodotto.

Rocca Salimbeni è infatti il primo distributore di prodotti del gruppo Anima, che è già nel perimetro del Banco, e rappresenta un partner strategico per la crescita futura di Anima e delle sue controllate. L’operazione dimostra inoltre l’apprezzamento di Banco Bpm per i risultati e i progressi realizzati negli ultimi anni dall’attuale management del Monte, che è guidato dall’amministratore delegato Luigi Lovaglio.

Piazza Meda specifica comunque che non chiederà alla vigilanza Bce di poter eventualmente superare la soglia del 10% e conferma la strategia di crescita in solitaria. Per Caltagirone Siena rappresenta invece un ritorno di fiamma.

Nella sostanza,  il terzo polo bancario italiano alle spalle di Intesa Sanpaolo e di Unicredit, che sta a sua volta scalando la tedesca Commerzbank, prende forma. Con Banco Bpm come perno industriale accanto ad  alcuni investitori italiani che stabili.

Si vedrà. La Borsa in ogni caso ci crede e proietta Mps ben oltre il valore corrisposto dal nocciolo duro.  Mentre stiamo scrivendo, Mps mette a segno un balzo del 10%, sfondando la soglia psicologica dei 6 euro mentre sale del 4,5% Banco Bpm, il cui prezzo arriva a 7 euro.

Al Tesoro resta un ulteriore 12% di Monte Paschi che dovrà cedere, ma senza fretta, e che ad oggi vale più o meno 1,4 miliardi in Borsa. Perché con l’ultimo collocamento dovrebbe aver soddisfatto l’accordo siglato con Bruxelles in cambio del via libera agli aiuti di Stato.

Resta inoltre da capire quale sarà la mossa della Unipol di Carlo Cimbri, a cui fa capo Bper, che a sua volta ha salvato Carige, e che è prima azionista della Banca Popolare di Sondrio.