Il trionfo di Starmer, l’incognita Macron: come reagiscono i mercati

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Senza Wall Street e con le elezioni nel Regno Unito, i mercati europei hanno trovato nel settore bancario la forza per continuare a crescere. Non sorprende, pertanto, che il settore finanziario sia il preferito dagli investitori retail italiani, sia nell’attuale esposizione che nelle future allocazioni. Infatti, il 16% degli intervistati ha dichiarato di voler aumentare le proprie posizioni nei titoli bancari, superando persino il settore tecnologico, che si colloca al secondo posto con il 14%. Questi dati emergono dall’ultimo Retail Investor Beat, un sondaggio trimestrale condotto da eToro su 10.000 investitori retail di 13 paesi, di cui 1.000 in Italia.

I verbali dell’ultima riunione della BCE rivelano che i responsabili politici sono preoccupati per i rischi di bassa crescita e inflazione persistente nei prossimi trimestri, aumentando l’incertezza sulle future mosse della banca centrale. Nel frattempo, nuovi dati dalla Germania indicano una persistente debolezza economica, con ordini di fabbrica in calo e il settore delle costruzioni in contrazione. La BCE necessita di ulteriori conferme che l’inflazione stia tornando al 2% prima di considerare ulteriori riduzioni dei tassi di interesse, come ha affermato la presidente Christine Lagarde.

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Questa incertezza sulle aspettative di tagli da parte della BCE continua a sostenere il comparto bancario, che ha registrato trimestri da record, solidi livelli di patrimonializzazione, valutazioni ancora convenienti, risiko bancario, alti dividendi e politiche di buyback. Non a caso, dall’inizio dell’anno, il settore bancario europeo è al vertice dei rialzi nello Stoxx 600, con un progresso di circa il 25%, battendo la tecnologia (+18,53%) e triplicando la performance dell’indice generale Stoxx 600 (+8,04%).

I mercati e l’elezione del Regno Unito

Nel Regno Unito, le elezioni non hanno scosso i mercati locali, con la vittoria prevista del partito laburista di Keir Starmer. Il partito laburista è sulla buona strada per una maggioranza parlamentare. Basandosi sugli exit poll, il partito dovrebbe ottenere 410 dei 650 seggi, il miglior risultato dai tempi della vittoria di Tony Blair nel 1997. I futures sugli indici azionari del Regno Unito sono saliti e la sterlina ha mantenuto i recenti guadagni, risultando l’unica valuta a registrare un incremento nei confronti del dollaro statunitense dall’inizio dell’anno.

Il dilemma della Francia

In contrasto con la certezza britannica, la Francia affronta incertezze, con il secondo round delle elezioni parlamentari attese nel fine settimana. Gli investitori sono preoccupati per le potenziali alleanze tra un governo di destra, una coalizione con l’estrema sinistra (respinta da Macron) o un possibile stallo. Dal 10 giugno, giorno delle elezioni, l’indice francese ha perso circa il 3,4%, con cali più marcati in alcuni momenti. Tuttavia, il mercato sembra voler tornare alla normalità, rimarcando come la politica genera volatilità ma non altera la direzione di fondo.

Crollano i Bitcoin

Ieri, il Bitcoin è stato il grande protagonista, ma non certo per motivi positivi. Il re delle criptovalute sta attraversando una fase drammatica, con una perdita di miliardi di dollari in capitalizzazione che non si vedeva dal 2022. In sole quattro sedute, a partire da martedì scorso, il Bitcoin ha visto evaporare ben 183 miliardi di dollari di valore. L’ultima volta che si era verificata una variazione così drastica in un periodo così breve risale a oltre un anno fa. Oggi, con la quarta giornata di calo in corso, il valore totale del mercato delle criptovalute è sceso sotto la soglia dei 2.000 miliardi di dollari, un livello che non si registrava dal febbraio 2023.

In un contesto caratterizzato dai recenti massimi storici delle azioni globali, emerge una divergenza significativa: mentre le borse americane e mondiali hanno continuato a crescere dal giugno scorso, il Bitcoin ha seguito una traiettoria opposta. La domanda che sorge è se questa avversione al rischio nelle criptovalute sia un fenomeno isolato o se preannunci un trimestre prudente anche per gli investimenti tradizionali, dopo un primo semestre forte per le azioni.

Passata l’euforia legata agli ETF e all’halving, gli investitori in Bitcoin si trovano ora a fronteggiare diverse sfide. Tra queste, si registra un calo della domanda di fondi negoziati in borsa legati al Bitcoin negli Stati Uniti, vendite di token sequestrati in Germania e Stati Uniti e i rimborsi di Mt. Gox.

Nel 2013, la BKA (l’Ufficio Federale di Polizia Criminale tedesca) sequestrò quasi 50.000 Bitcoin collegati all’ex gestore del sito di pirateria cinematografica Movie2K. Questo tesoro vale circa 2,3 miliardi di dollari ai prezzi attuali. Dal 19 giugno scorso, sono stati venduti 7.000 Bitcoin, una piccola parte dell’enorme riserva della BKA. Dopo queste vendite, la Germania detiene ancora poco meno di 43.000 Bitcoin.

Anche gli Stati b stanno vendendo Bitcoin sequestrati: dal 26 giugno, hanno venduto circa 4.000 Bitcoin da un portafoglio di circa 213.000 Bitcoin, insieme ad altri token.

In aggiunta, la piattaforma Mt. Gox sta restituendo un tesoro di Bitcoin ai creditori in diverse fasi. Solo nelle ultime 48 ore, sono stati spostati 49.000 Bitcoin.

Queste vendite congiunte, insieme ad altri movimenti, hanno portato alla liquidazione di circa 935 milioni di dollari in posizioni di acquisto dal martedì scorso, mettendo ulteriore pressione sul prezzo del Bitcoin.

Gabriel Debach
eToro Italian Market Analyst

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