Inchiostro e affari

Caro Porro, con questi tassi di interesse non ce la faccio più

La pasta è arrivata a costare 2,50 euro al chilo. La Bce guardi i problemi reali, o crollerà tutto

Caro Porro,
le scrivo in merito al problema del continuo rialzo dei tassi di interesse da parte della Bce. Bruxelles ci vuole virtuosi, talentuosi e credibili cittadini europei. Ma si sbaglia. Un imprenditore, impegnato a mantenere anche i propri figli, non può essere vessato, essere costretto ad adeguarsi giorno dopo giorno alle volontà di una signora – mi riferisco a Christine Lagarde – che probabilmente non sa neppure come si apparecchia la tavola. Una signora che, a mio avviso, non sa come si cucinano due spaghetti e soprattutto non saprebbe dire quanto siano arrivati a costare al supermercato.

Glielo dico io: il prezzo della pasta è ormai di 2,50 euro al chilo; una follia. Facile quindi immaginare quanto possa costare gestire una piccola azienda che ha sottoscritto un finanziamento, quale sia la spesa per saldarne le utenze dopo il caro bollette, quale l’impegno per corrispondere gli stipendi ai dipendenti, o ancora versare le tasse allo Stato e molto altro ancora. Mi sono rotto l’anima di questa subdola Europa. Basta: finanziamo l’immigrazione, la guerra, i diritti degli atri, oltre che la transizione ecologica.

Va molto di moda dire che si stanno aiutando i più bisognosi. Ma nel “nostro” Sud Italia vivono ancora persone che sono costrette ad andare in piazza con la tanica per procurarsi l’acqua per soddisfare le esigenze quotidiane. Spesso si tratta di anziani, gli stessi che hanno lavorato e servito per anni il nostro Paese, accompagnandone lo sviluppo. Ho quasi 60 anni, sono stufo di aspettare che qualcosa cambi e ritrovarmi poi puntualmente disilluso.

Tornando al problema del costo del denaro da voi posto, vorrei che la signora Lagarde riflettesse prima di affossare l’economia italiana insieme a quella europea; vorrei che la Bce ascoltasse le reali esigenze dei cittadini, vorrei che tenesse in considerazione i problemi delle imprese.  Come è possibile che chi presiede la nostra banca centrale non abbia ancora compreso che agevolare la circolazione di moneta, tenendo bassi i tassi di interesse, equivale a permettere alle famiglie europee di condurre una vita più serena? Significa far crescere la voglia di vivere, alimentare l’impulso a fare shopping, invogliare a cenare al ristorante, spronare a cambiare l’automobile e a viaggiare. Avere a disposizione i soldi necessari significa, in ultimo, alimentare il desiderio di mettere su una famiglia e magari di avere dei figli.

Se al contrario i tassi continuano ad appesantirsi con questa forza, l’esito sarà fatale per tutti!
Buon lavoro, un cordiale saluto
Giuseppe De Palo

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