L’ansia da inflazione degli italiani si riversa sulla rete. In particolare, negli ultimi tre mesi, ogni volta che l’Istat ha rilasciato un nuovo dato sulla crescita dei prezzi al consumo e la notizia è stata ripresa dai media per poi rimbalzare sui nostri canali social, ecco che sui motori di ricerca la keyword specifica ha spiccato il volo. Del resto, se proviamo a mettere in controluce la linea temporale delle ricerche digitali sul termine “inflazione” con il calendario dei comunicati Istat è possibile verificare come gli allarmi dell’Istituto nazionale di statistica hanno generato un picco di ricerca.
Ma, al di là di questa corrispondenza cronologica, ciò che è utilesegnalare sono anche altri aspetti, affatto secondari, che possono aiutarci a comprendere le motivazioni e le preoccupazioni che spingono gli italiani a trovare online risposte “confortanti”.
Un primo elemento da sottolineare attiene alla crescita dei volumi di ricerca: nel solo mese di ottobre, infatti, le ricerche sul termine inflazione hanno incassato due picchi, rispettivamente il 13 e il 28 ottobre.
Un secondo dato, forse ancor più interessante, riguarda la geografia delle ricerche.
Ebbene, le prime dieci regioni che in assoluto hanno fatto registrare una mole di interesse superiore a tutte le altre sono quelle del centro-nord. E a ben guardare tra queste le prime cinque sono tutte regioni dell’Italia settentrionale: Valle d’Aosta, Emilia Romagna, Lombardia, Piemonte e Liguria.
Un terzo indicatore che la dice lunga sulle ragioni della ricerca lo fornisce l’elenco degli argomenti correlati con la chiave di ricerca principale. Al quarto posto, tra gli argomenti più cercati, troviamo “buono del tesoro pluriennali”, mentre al sesto, tragli argomenti correlati in aumento, c’è la “perequazione automatica delle pensioni”.
Domennico Giordano 06 Novembre 2022