L’avvio dell’estate espone il cartello “Saldi” nelle vetrine dei negozi e dei grandi magazzini italiani, ma anche negli store online. Le offerte dureranno 60 giorni e, secondo l’Ufficio Studi di Confcommercio, genereranno un giro d’affari complessivo di 3,2 miliardi anche grazie a un budget personale in crescita.
Dato che la tempistica è tutto per accaparrarsi l’oggetto del desiderio, molti provvederanno già questo fine settimana: un plotone di 9 milioni di persone per una spesa prossima al miliardo ed equivalente a una media di 100 euro a persona, si legge in un sondaggio condotto da Ipsos per Fismo, l’associazione dei negozi di moda Confesercenti.
In ogni caso, il 55% degli italiani dovrebbe rompere gli indugi entro l’inizio di agosto. E un contributo importante è atteso anche dai turisti stranieri, sempre più innamorati della moda made in Italy.
Gli articoli più ambiti dovrebbero essere le calzature, a partire dalle sneakers, ballerine, sandali e scarpe da barca da sfoggiare al mare; a cui si aggiungono le scarpe da running e da trekking per chi ama la montagna. Seguono t-shirt e top soprattutto in lino ma anche in seta, quindi pantaloni e gonne.
Premesso che il canale più apprezzato dagli italiani per fare shopping con i saldi resta quello dei negozi fisici, vediamo come stare alla larga da possibili bidoni ripercorrendo il vademecum redatto dall’Unione Nazionale Consumatori.
- Prodotti difettosi: non valgono più i 2 mesi. Conservare sempre lo scontrino (anche se non è obbligatorio averlo per esercitare la garanzia, basta la prova dell’acquisto). Non è vero che i capi in saldo non si possono cambiare. Valgono le regole di sempre. Il negoziante è obbligato a sostituire l’articolo difettoso. Il cliente può scegliere tra riparazione o sostituzione, salvo che la sostituzione sia impossibile o abbia costi sproporzionati. Se riparazione e sostituzione non sono state fatte o sono state rifiutate dal venditore, scatta il diritto a una riduzione proporzionale del prezzo o alla restituzione dei soldi (se il difetto non è di lieve entità). Non sussiste, quindi, alcun obbligo ad accettare un buono.
- Diffidare degli sconti da favola. Le nuove norme, che recepiscono le direttive europee, impongono al negozio di esporre oltre allo sconto anche il prezzo applicato nel mese precedente: per i trasgressori è prevista una sanzione pecuniaria da 516 a 3.098 euro. In generale è tuttavia opportuno diffidare delle promozioni superiori al 50%. Perché si potrebbe incappare in merce con difetti o dai prezzi preventivamente gonfiati.
- No ai fondi di magazzino. Le vendite devono essere realmente di fine stagione. Come accorgersene? E’ prudente evitare i negozi che avevano i ripiani semivuoti prima dei saldi e che ora espongono i capi più svariati.
- Confrontare i prezzi in più negozi prima di fare shopping anche a costo di pagare il prezzo di qualche coda.
- Diffidare se l’esercizio commerciale non permette di provare i capi scelti. Anche se, sia chiaro, non è un obbligo di legge concederlo.
- Fissare un budget e pagare sempre con il bancomat o la carta di Credito. Tutti i commercianti sono tenuti ad accettare i pagamenti effettuati attraverso carte di pagamento, per qualsiasi importo. In caso di diniego la sanzione prevista è 30 euro + il 4% del valore della transazione rifiutata. Naturalmente vi sono però delle eccezioni, per esempio se il Pos è fuori uso per un guasto tecnico o non ha linea.
Se si fallisce l’obiettivo, si potrà tuttavia provare con Amazon, che il prossimo 16-17 luglio celebra il Prime day, oppure con una delle numerose App specializzate sulle vendite promozionali a tempo come per esempio Privalia, Vepee o Saldi Privati. Buono shopping, ma occhio al conto in banca.
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