Arriva il primo chip impiantabile nel cervello umano

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Il primo chip impiantabile nel cervello umano si chiamerà N1 Link, sarà completamente invisibile una volta impiantato e trasmetterà i dati attraverso una connessione wireless, rendendo così immediata e automatica l’interazione essere umano-macchina.

Neuralink Corporation è una azienda statunitense di neurotecnologie fondata da un gruppo di imprenditori, tra cui Elon Musk, che si occupa di sviluppare interfacce neurali (BCI, Brain Computer Interface) impiantabili (mezzi di comunicazione diretta tra un sistema nervoso centrale e un dispositivo esterno). La compagnia, fondata nel 2016, ha l’obiettivo di sviluppare impianti cerebrali che connettano il cervello umano con i device elettronici tramite la banda larga, rendendo così l’interazione essere umano-macchina immediata e automatica.

 

Interfacce cervello-computer: che cosa sono

I neuroni del nostro cervello si inviano segnali elettrici l’uno all’altro per far sì che noi riusciamo a svolgere delle azioni. Tali segnali elettrici possono essere rilevati, digitalizzati e capiti usando degli elettrodi dentro o sopra il cranio; in questo modo riusciamo a tradurre quell’attività in qualche azione o dato. Ecco che allora possiamo inviare segnali elettrici interpretabili a dei sistemi informatici, protesi e persino robot, riuscendo a controllare con il solo pensiero i dispositivi intorno a noi e persino i nostri stessi corpi. Possiamo infatti codificare le informazioni digitali come segnali elettrici leggibili dal cervello e inviarle fornendo un tipo di input sensoriale.

I BCI sono generalmente suddivisi in tre categorie: invasivi (vengono impiantati nel cervello), parzialmente invasivi (come Neuralink, vengono posizionati nel cranio ma non direttamente nel cervello) e non invasivi (vengono attaccati alla testa, come una sorta di cappello di gomma tempestato di elettrodi). L’obiettivo principale di questi device è il trattamento di paralisi, cecità, sordità, mutismo, convulsioni e altri problemi del sistema nervoso centrale/sensoriale.

 

N1 Link, cyborg e telepatia

Il dispositivo di Neuralink finora è stato testato solo su maiali e scimmie, annunciando, lo scorso febbraio, il successo di una sperimentazione che ha permesso a un piccolo primate di giocare a un videogame tramite il pensiero. Ora l’azienda si prepara a sperimentare sull’uomo, e il primo prodotto a noi destinato si chiamerà N1 Link, sarà completamente invisibile una volta impiantato, e trasmetterà i dati attraverso una connessione wireless. Elon Musk lo ha definito “un Fitbit che si collega direttamente al cervello tramite minuscoli fili”, immaginando un futuro non lontano in cui uomo e macchina saranno un tutt’uno.

Ma l’imprenditore è andato oltre: ha infatti affermato che in realtà non c’è da stupirsi molto, dato che “le persone sono già definibili come cyborg, perché tutti o quasi abbiamo uno strato digitale collegato grazie a telefoni, computer e wearable device”. Questo “strato digitale” è formato anche da app e social network che ci fanno comunicare con il mondo, solo che per farlo oggi dobbiamo digitare i nostri contenuti. Con gli impianti Neuralink, invece, basterà pensarli: “Con un’interfaccia neurale diretta aumenteremo la velocità di interazione tra la nostra corteccia cerebrale e il nostro strato digitale di mille o anche diecimila volte”.

A lungo termine, ha aggiunto, non è difficile pensare che Neuralink possa permettere agli esseri umani di comunicare telepaticamente: una sorta di “AirDrop” di contenuti da un cervello all’altro. E, addirittura, dare la possibilità di salvarli e scaricarli trasferendoli, dopo la morte, in un robot o in un’altra persona.

 

Come funziona N1 Link di Neuralink

Neuralink è probabilmente il BCI parzialmente invasivo più piccolo, leggero e facilmente impiantabile in circolazione. Vengono impiantati nel cranio minuscoli fili (1/10 della larghezza di un capello umano) collegati a chip, chiamati “sensori N1”, che possono elaborare i dati che ricevono e inviare segnali elettrici al cervello. Questi chip sono collegati a un dispositivo esterno indossabile, chiamato “The Link”, che può interagire con il chip e inviare e ricevere informazioni in modalità wireless da altri dispositivi.

Elon Musk non ha nascosto di voler creare una vera cooperazione uomo-IA attraverso questo tipo di interfaccia cerebrale: il prodotto finale sarà in grado di collegarsi e controllare smartphone e altri dispositivi e applicazioni.

 

I competitor di Neuralink

Ma Neuralink non è l’unica azienda a lavorare su interfaccia diretti tra cervello umano e tecnologia. C’è per esempio la famosissima Blackrock Neurotech, al momento leader mondiale nel settore, che ha di recente raccolto un altro round consistente di finanziamenti ed è protagonista di studi clinici avanzati, in cui alcuni dispositivi già impiantati su esseri umani permettono a persone con varie forme di paralisi di muovere arti robotici con la forza del pensiero. C’è la Synchron, che ha ottenuto i suoi primi successi con un impianto esterno (non quindi installato direttamente dentro la scatola cranica come quello di Neuralink). C’è Cyberkinetics, che ha sviluppato Braingate, un impianto cerebrale che è uno dei primi BCI moderni.

E questi sono solo alcuni degli attuali progetti in corso nello spazio dell’interfaccia cervello-computer. Come ogni campo tecnologico all’avanguardia, ci sono molti giocatori in lizza per essere i primi, e le applicazioni realizzate e messe in campo sono già molte. I BCI stanno migliorando più velocemente che mai e quindi, come dimostra Neuralink, è del tutto concepibile che in un futuro prossimo si possa installare un collegamento cervello-computer con procedure relativamente semplici.

 

Finanziamenti per la sperimentazione sull’uomo

Neuralink continua a raccogliere fondi, e si prepara alle prime sperimentazioni sull’uomo. Il round di investimenti di serie C è stato condotto dalla Vy Capital di Dubai, e ha raccolto 205 milioni di dollari da vari investitori, tra cui spicca anche Google Ventures, raggiungendo un totale di 363 milioni di dollari, come riportato dal trailer di startup Crunchbase. Il primo obiettivo della sperimentazione sull’uomo riguarda un dispositivo indirizzato a persone tetraplegiche, che non hanno possibilità di interazione con i normali device. “Vogliamo aiutare queste persone a riacquistare la loro indipendenza digitale permettendo agli utilizzatori di interagire con i loro computer o telefoni attraverso la banda larga e nel modo più naturale possibile”, scrive Neuralink in un post sul suo sito che annuncia il successo dell’ultimo round di investimenti, spiegando anche che i fondi verranno utilizzati per portare il primo prodotto sul mercato.

Umberto Macchi, 28 gennaio 2022

 

 

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