Circa 7 anni fa, tornando in Sardegna per la pausa natalizia, mio fratello venne a prendermi. A causa di un imprevisto saremmo dovuti andare in un negozio ma ne io ne lui, al momento, avevamo con noi contanti ne carte di pagamento ed al tempo neanche la possibilità di pagare tramite cellulare con le carte registrate (il fintech era ancora un mondo lontano) ma lui sereno, mi disse di non preoccuparmi, faceva parte di una community chiamata Sardex e che avrebbe potuto pagare tramite un codice sul telefono.
Un po’ perplessa ed affascinata su come potesse pagare senza carte e senza contanti lo seguì, il negoziante inserendo il codice accettò quel pagamento di cui al tempo non ne capivo il funzionamento.
Niente cripto, ne credito, ne euro, il meccanismo si basava sul concetto di Moneta complementare.
Cos’è una moneta complementare?
Una moneta complementare è una valuta senza corso legale, privata e parallela a quella principale che circola in un preciso contesto spaziale e temporale tra un gruppo di soggetti aderenti volontariamente allo stesso circuito economico (ed alle sue regole). Il suo scopo principale è quello di fungere da mezzo di scambio per collegare le risorse inutilizzate con i bisogni insoddisfatti del territorio coinvolto stimolando una domanda ed un’offerta superiori di beni e servizi.
Da un punto di vista legale può essere ricondotto al contratto di permuta regolato nel codice civile. Il tutto avviene dunque nel pieno rispetto della legalità inclusi gli obblighi tributari. Dunque, le tasse si pagano, e si pagano in euro.
Il successo delle valute complementari nella storia sono avvenute sempre in seguito alle grandi crisi economico-finanziarie. In questi periodi, infatti, gli individui perdono potere d’acquisto per l’aumento dei prezzi o per la disoccupazione. La conseguente mancanza di liquidità non implica, però, che le persone smettano di avere dei “bisogni” e che le imprese non necessitino più di “credito”. Nascono quindi con l’obiettivo di aiutare l’economia di un determinato territorio (più o meno ampio), favorendo il credito fra i partecipanti ed aumentando la liquidità e la circolazione degli scambi facendo così ripartire e girare l’economia.
Il più grande caso di moneta complementare in Europa è lo WIR in Svizzera che in tedesco ha l’ambivalente significato di circolo economico e di pronome di prima persona plurale, “noi”, per indicare come i partecipanti non costituiscono soltanto un circolo economico, ma una vera e propria comunità fondata sulla fiducia e collaborazione.
La seconda più grande invece è proprio Italiana, per essere precisi nasce da un paesino di circa 9.000 anime in Sardegna, il suo nome è SardexPay.
Cos’è SardexPay?
SardexPay è la fintech che ha dato vita alla più grande community di moneta complementare in Italia. L’idea di partenza dei fondatori era quella di trovare soluzioni per aiutare le piccole e medie imprese sarde che in quel periodo avevano grandi difficoltà ad accedere al credito bancario a causa della scarsa liquidità monetaria, la precarizzazione e la perdita del lavoro. Nonostante le imprese locali avessero ancora la capacità di produrre beni e servizi, i magazzini erano forniti e le persone erano disponibili a lavorare il sistema si stava bloccando.
Fondata da giovani imprenditori nel 2009, è divenuta un’esperienza economica ed imprenditoriale di successo, tanto da essere stati menzionati dal Financial Times e venire incorporato in una società ancora più grande, denominata Circuito di Credito Commerciale®, che ha esportato il modello sardo nel resto delle regioni italiane con oltre 10.000 imprese aderenti, un tasso di crescita dell’86% nel 2020 e più di 220 milioni di crediti scambiati dal 2019.
Una sorta di marketplace digitale che, con il supporto di consulenti dedicati, consente alle piccole e medie imprese e professionisti iscritti di trovare nuovi clienti e fornitori, che altrimenti non avrebbero avuto, e acquistare e vendere beni e servizi senza intaccare la loro liquidità in euro. Le aziende utilizzano, infatti, come metodo di pagamento, il credito “Sardex”, una moneta complementare in cui 1 Sardex equivale convenzionalmente ad 1 Euro.
Aderire è semplice: è sufficiente aprire un conto digitale in cui ricevere pagamenti ed effettuare acquisti, scambi che avvengono senza tirare fuori un euro. Nessun problema di contabilità in quanto tutto è registrato e vengono regolarmente emesse fatture e scontrini. Le transazioni sono gratuite. Ogni iscritto ha a disposizione una linea di credito Sardex (a tasso zero) grazie alla quale effettuerà i primi acquisti, che ripagherà con vendite agli altri aderenti della community. È inoltre possibile ottenere un finanziamento aggiuntivo (a tasso zero) per investimenti connessi all’attività di impresa.
Dall’edilizia allo sport, dal turismo ai servizi professionali, non c’è limite ai settori creando un sistema di pagamento veloce e fornendo emissione di credito in maniera rapida ed inclusiva. Il portafoglio clienti diventa non più locale ma nazionale, ci si può autofinanziare senza dover chiedere al credito tradizionale ed in più diventa un’ulteriore vetrina per la propria attività.
Il pagamento in Sardex non equivale a un pagherò, ma a una valuta spendibile all’interno del circuito, e non solo dalle aziende. Molte società del circuito stanno cominciando a versare parte del welfare aziendale ai propri dipendenti in Sardex, e quindi anche i privati possono spendere questa valuta virtuale.
Successivamente lo strumento della moneta complementare, pensato inizialmente per professionisti e imprese, ha aperto anche ai consumatori grazie a Sardex Bisoo (che significa sogno in lingua sarda) programma che permette di guadagnare crediti a fronte di una spesa in euro; chi acquista un bene o un servizio in euro da una delle tante attività aderenti ottiene una ricarica in crediti secondo una percentuale stabilita dall’azienda, una sorta di cashback in modalità totalmente digitale e semplice tramite l’app permettendo da una parte di risparmiare ed aiutare allo stesso tempo il proprio territorio, dall’altro di fidelizzare nuovi e storici clienti senza intaccare la propria liquidità.
Non ci sono banche che stampano Sardex, ne algoritmi che generano monete digitali. “Solo” un sistema di credito reciproco. Le imprese possono avere dei debiti, ma non possono superare un certo limite e ciò dipende da quanto possono offrire alle altre aziende. Non ci sono tassi di interesse, la funzione del sardex è quella di essere semplicemente un mezzo di scambio.
Prendiamo di nuovo come esempio mio fratello e la sua trattoria: lui “paga” 500 sardex (dal valore di 500 euro) ad un falegname per la creazione di una vetrina per la sua sala, il falegname, che ha fornito lavoro per un valore di 500 sardex, e che riceverà sul suo conto Sardex, li potrà utilizzare con altri lavoratori appartenenti alla community per esempio acquistando la spesa per la sua famiglia in un negozio convenzionato (200 sardex) e il ricambio delle ruote invernali da un gommista trovato all’interno del circuito (300 sardex). Il circuito funziona quindi per compensazione creditizia, nel quale si può scegliere quando saldare le posizioni di credito e debito (cadenza annuale, biennale, ecc.). Le imprese hanno quindi la possibilità di finanziarsi reciprocamente e a tasso zero.
Fondamentale affinché il sistema funzioni quindi è che le persone non accumulino Sardex ma li scambino, mettendo in moto così il circolo virtuoso per cui è nato. Anche se c’è chi addirittura racconta di aver pagato la propria casa con Sardex, grazie a muratori, idraulici, elettricisti, negozi arredamento, etc. aderenti alla community.
A confermarne la valenza economica e sociale è la collaborazione tra Banca Etica e SardexPay in cui la capacità di credito di Banca Etica ha affiancato quella della moneta complementare e viceversa, permettendo così a decine di iscritti a SardexPay di effettuare investimenti strutturali in ambiti come la green economy o l’efficientamento energetico degli impianti.
L’ingresso nell’azionariato di Sardex da parte di Banca Etica certifica ulteriormente quanto le sinergie tra gli istituti di credito tradizionale e l’innovativo modello SardexPay, possano rappresentare un elemento trainante per la ripartenza delle PMI italiane nei prossimi mesi che rappresentano ancora oggi più del 95% delle aziende presenti nel nostro territorio, con oltre 4 milioni di attività, costituendo il vero tessuto imprenditoriale italiano
Al di là delle considerazioni di natura economica dunque, altro aspetto non secondario è quello sociale. Il circuito è anche una piattaforma relazionale: gli scambi commerciali creano rapporti tra le persone, incentivano la fiducia reciproca e lo spirito di comunità. Le valute complementari, infatti, più che un’alternativa possono rappresentare un’opportunità grazie a cui comunità territoriali composte da cittadini, lavoratori e imprese, vengono interconnesse tra loro.
L’altro giorno mio fratello è venuto a trovarmi, mi ha chiesto, dopo avergli parlato del mio lavoro: “ma alla fine, che cos’è il Fintech, lo possono usare tutti”?
Ho sorriso a quella domanda pensando “è il mondo che mi hai presentato tu”.
Deborah Ullasci, 10 dicembre 2021