Non è fantascienza. Si chiama Artemis ed è il progetto della Nasa che prevede il ritorno dell’uomo sulla Luna. Sarà un ritorno stabile, di permanenza e lavoro, un ritorno che avverrà nel giro di pochissimi anni e che trasformerà il nostro satellite naturale in una cava a cielo aperto, già, perchè la Luna pare sia ricchissima di tutte quelle materie prime tanto cercate sulla Terra e che si pensa già di andare a scavare..
Ma non solo. Mentre i minatori dello spazio si preparano allo sbarco, sulla Terra gli scienziati coltivano piante per la prima volta, nel terriccio lunare. Hanno usato il suolo della luna raccolto dagli astronauti delle missioni Apollo.
I ricercatori non avevano idea se qualcosa sarebbe germogliato nella dura terra lunare. I risultati li hanno sbalorditi. Tutti i semi sono germogliati.
Il rovescio della medaglia era che dopo la prima settimana, la ruvidità e altre proprietà del suolo lunare stressavano così tanto le piccole erbacce in fiore che crescevano più lentamente delle piantine piantate nella finta terra lunare dalla Terra. La maggior parte delle piante lunari è rimasta rachitica.
“Il vero passo successivo è andare a farlo sulla superficie della luna.”
Solo 842 libbre (382 chilogrammi) di rocce lunari e terreno furono riportate da sei equipaggi dell’Apollo. Parte della prima polvere lunare è stata spruzzata sulle piante in quarantena con gli astronauti dell’Apollo a Houston dopo il ritorno dalla luna.
I piani della NASA prevedono l’esplorazione lunare a lungo termine. L’obiettivo è quello di portare l’uomo sulla luna per restarci a lavorare.
La Luna è un lugo magico, ricchissimo di materie prime. La mappa è già pronta. I colori della mappa indicano i differernti tipi di materiale: non resta che andare a prenderli.