Venduto all’asta il primo NFT di un’opera d’arte fisica

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È stato battuto oggi all’asta organizzata da Christie’s il primo Nft di un’opera fisica ovvero il primo certificato digitale di un’opera e con esso anche l’opera d’arte stessa.

Il dipinto PX4882E, creato da Skygolpe, è stato venduto per 69.300 dollari a 33nft, una leggenda in questo settore: mantiene sempre l’anonimato e possiede oltre 1000 NFT rari, tra cui alcuni diversi pezzi unici di artisti di talento.

Skygolpe è ritenuto tra i principali artisti del panorama Nft, l’italiano Skygolpe ha caratterizzato la sua ricerca artistica, pensata per superare i confini comunemente esistenti fra NFT, arte digitale e arte fisica, con iconici ritratti senza volto, esposti in tante fiere e musei da Art Basel Miami, al Museum of Contemporary Digital Art (Moco) di Amsterdam, dal Museo della Permanente a Milano al Decentral Pavilion di Venezia.

Le sue opere sono spesso ritratti senza volto, realizzati con diverse tecniche e su molti tipi di superfici e a volte ricordano stencil su muri o la pop-art più astratta. L’acquisto dell’Nft equivale a un certificato digitale per il possesso del quadro. Come scrive Skygolpe su Twitter, è la prima volta che si sperimenta con questo genere di transazione. “Tutti i diversi formati, tecniche e opere compongono alla fine il percorso che costituisce la vera opera d’arte” dice. Un metodo nuovo nel mondo delle aste d’arte che ritengo possa aprire la strada a un cambiamento radicale nella mentalità e nei comportamenti dei futuri artisti e collezionisti e che può essere esportato in molti altri settori. 

Valuart, azienda innovativa specializzata nel supporto e la valorizzazione di artisti nel mercato digitale, ha curato il progetto in cui l’artista Italiano ha raggiunto un risultato così importante: non solo essere il primo artista con un certificato battuto all’ asta battuto da Christie’s, ma essere l’artista che ridisegna il potenziale rapporto tra custodia e proprietà.

 

Con gli NFT, certificati che attestano l’autenticità, l’unicità e la proprietà di un oggetto digitale, si riesce finalmente a dare un valore a queste opere, cosa prima impensabile perché considerati prodotti fruibili da tutti e replicabili.

 

Cosa sono gli NFT

L’NFT è una tecnologia paragonabile al world wide web, una tecnologia no brand che è a disposizione di tutti e su cui è possibile costruire diversi tipi di applicazione e diversi tipi di utilizzi. L’arte digitale rientra in uno dei primi casi d’uso dell’NFT perché consequenziale all’utilizzo di questa stessa tecnologia, dal momento che può risolvere il problema di autenticazione e di vendita di opere digitali.

 

La Criptoarte vede la creazione di opere d’arte digitali legate alla tecnologia blockchain, che è arrivata nel mondo dell’arte nel 2017. La blockchain è un registro pubblico di dati che tiene traccia degli scambi di proprietà digitali fra soggetti diversi. Si tratta di un registro condiviso e immutabile, nel senso che può essere solo esteso e non si possono modificare o eliminare i blocchi già presenti. Nel registro, le informazioni vengono raggruppate in blocchi concatenati in ordine cronologico e suddivise in archivi decentralizzati.

L’arte ha un valore artistico e concettuale di per sé e quando è unita a un qualcosa di altamente performativo a livello finanziario si sono create varie bolle di speculazione legate agli NFT. Di conseguenza, si è acceso un forte interesse mediatico e finanziario. Complessivamente, nel 2021 il mercato degli NFT è cresciuto del 61%. Uno degli eventi più significativi si è verificato nel marzo del 2021 quando, a un’asta di Christie’s, l’opera d’arte NFT Everyday: The First 5000 Days di Mike Winkelmann, in arte Beeple, è stata venduta a 69,3 miliardi di dollari.

Questo nuovo strumento tecnologico ha portato, inizialmente, a una maggiore indipendenza degli artisti dal sistema tradizionale. Alcuni artisti hanno iniziato ad auto-pubblicare le proprie opere come NFT e a non sottostare alle regole del mercato dell’arte tradizionale, staccandosi dalle gallerie.

Inoltre, tramite i social media gli artisti hanno creato la loro comunità, diventando anche imprenditori di se stessi. In questo modo, il guadagno di un artista poteva crescere ampiamente, ma doveva anche gestire da solo tutti gli aspetti di comunicazione e marketing che di solito segue una galleria. Poi le cose sono cambiate.

Negli ultimi tre anni e soprattutto nell’ultimo anno, questa spinta anarchica che ha portato alcuni artisti a separarsi dalle istituzioni tradizionali si è arrestata e gli artisti sono di nuovo entrati in contatto con le gallerie, ma con una consapevolezza maggiore del loro valore. Infatti, complessivamente, questo processo ha dato valore all’arte digitale, che in precedenza non veniva apprezzata al pari di altri prodotti artistici.

Infine, gli NFT portano alla luce molteplici aspetti legali, dalla tutela del consumatore alla proprietà intellettuale e, a oggi, manca una cornice giuridica adeguata. Come abbiamo visto, gli NFT rispondono alla necessità di unicità, tracciabilità, autenticità e sicurezza e questo ha stimolato una loro rapida diffusione nel mondo dell’arte.

Attenzione a non limitare il discorso NFT all’arte. Sarà una tecnologia che si dimostrerà rilevante sotto tantissimi punti di vista, a partire dalla finanza, dalla politica, dalle filiere produttive, dagli aspetti burocratici, di archiviazione, di certificazione di beni fisici, fino all’aspetto musicale e di costume. È difficile prevedere il futuro, ma è facile prevedere che l’NFT sarà al centro di tantissimi processi in atto.

 

Deborah Ullasci, 22 luglio 2022

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