Israele si prepara a colpire gli Houthi, oggi più deboli

In vista un’azione militare per impedire il lancio di razzi. Per intanto gli effetti sul traffico marittimo risultato minimizzati dalla flessibilità delle compagnie armatoriali

3.8k 3
Cargo mar rosso

Non c’è due senza il tre. Nel caso del Medio Oriente e delle scelte strategiche di Israele si potrebbe affermare che non c’è il 4 senza il 5. Dopo Hamas, Hezbollah, l’Iran e ora la Siria, Israele che da settimane ha bloccato con bombardamenti mirati l’approvvigionamento di armi ai ribelli Houthi, si starebbe preparando a un intervento diretto nello Yemen per contrastare la crescente minaccia non tanto ai traffici marittimi (si assiste da tempo a una de-escalation) quanto al territorio di Israele bersaglio negli ultimi giorni del lancio di missili, uno dei quali intercettato nei cieli di Eilat.rappresentata dai ribelli Houthi. Secondo quanto riportato dal quotidiano Israel Hayom, il governo israeliano considera “insostenibile” l’attuale situazione, aggravata dall’intensificazione delle attività ostili da parte del gruppo sciita
La mattina del 12 dicembre gli Houthi hanno lanciato diversi droni verso il territorio israeliano. Le Forze di Difesa Israeliane (IDF) hanno intercettato uno degli UAV vicino a Eilat, mentre altri due sono stati neutralizzati con sistemi di difesa elettronica o hanno perso il contatto radar. Questo episodio, secondo fonti israeliane, conferma l’intenzione degli Houthi di acquisire maggiore visibilità all’interno dell’“asse della resistenza”, l’alleanza guidata dall’Iran contro l’influenza israeliana e statunitense nella regione.
Israele avrebbe già definito i dettagli di un’operazione militare contro le basi Houthi, che rappresenterebbe il terzo intervento significativo nello Yemen nel 2024. Precedenti operazioni israeliane, tra cui i raid del 20 luglio e del 29 settembre, hanno colpito infrastrutture strategiche nei porti di Hudaydah e Ras Isa, causando danni ingenti e diverse vittime. Tali attacchi miravano a interrompere i flussi di armamenti avanzati dall’Iran agli Houthi.
La posizione strategica dello Yemen, che controlla il traffico marittimo nello stretto di Bab el-Mandeb, rende questa regione un nodo cruciale per la sicurezza economica e militare di Israele, anche se i danni all’interscambio commerciale via mare sono meno drammatici del previsto. Lo afferma un nuovo studio della Bank of Israel condotto da Haggayi Etkes e Nitzan Feldman della Scuola di Scienze Politiche dell’Università di Haifa.

Normalizzati i prezzi del trasporto marittimo

Secondo il report, i prezzi del trasporto marittimo sono aumentati, ma negli ultimi sei mesi si sono assestati verso il basso  grazie all’impressionante flessibilità del sistema globale e all’efficace diversione delle risorse da parte delle compagnie di navigazione. Inoltre, l’impatto su Israele è marginale o inesistente, grazie all’intenso commercio di Israele con l’Europa, che non risente del blocco degli stretti, e alle tempestive azioni preventive, che hanno attenuato il colpo nel tempo.

Dopo lo scoppio della guerra nell’ottobre 2023, i ribelli Houthi, sostenuti dall’Iran, si sono uniti agli attacchi contro Israele. Oltre a lanciare missili balistici contro Israele, hanno bloccato la maggior parte delle navi che passano attraverso lo stretto di Bab al Mandab.

Tuttavia, nonostante un aumento iniziale di quasi sei volte dei prezzi di trasporto sulla rotta Shanghai-Genova, che normalmente passa attraverso lo stretto di Bab el-Mandab, i prezzi sono diminuiti significativamente negli ultimi sei mesi, fino a risultare “solo” doppi rispetto alla vigilia della guerra:  i costi di spedizione rappresentano solo una piccola parte del prezzo delle merci, ciò significa che l’impatto sul costo della vita è relativamente trascurabile. Il commercio è stato dirottato su rotte alternative, principalmente la circumnavigazione del Capo di Buona Speranza in Africa, e sebbene la rotta richieda più tempo e consumi più carburante, è stata un’alternativa sufficiente a minimizzare gli effetti.

A differenza della situazione degli anni ’60 e ’70, scrivono gli autori dello studio, “i processi di globalizzazione e i continui miglioramenti del trasporto marittimo negli ultimi decenni – tra cui la riduzione della regolamentazione del mercato del trasporto marittimo, l’espansione dell’uso dei container e la digitalizzazione delle informazioni sul trasporto – rendono più facile per le compagnie di navigazione rispondere in modo più flessibile ai cambiamenti dei mercati del trasporto”. In altre parole, i meccanismi di mercato sembrano dare buoni risultati, moderando drasticamente l’influenza che gli Houthi hanno cercato di creare per fare pressione sul mondo affinché Israele fermasse la sua guerra a Gaza.

 

Ti è piaciuto questo articolo? Leggi anche

Seguici sui nostri canali
Exit mobile version