La Cina “compra” Argentina e Pakistan con prestiti per miliardi di Yuan

Pechino si sta trasformando nella nuova dominatrice del mondo

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L’Argentina paga i suoi debiti al Fondo Monetario Internazionale utilizzando Yuan cinesi; il Pakistan riceve prestiti per miliardi dalle banche di Pechino. Insomma, più che fare nuovi proseliti da associare ai Brics, la Cina sembra volerli direttamente comperare.

È un processo silenzioso, ma efficace, quello che sta trasformando la Cina nella nuova dominatrice del Mondo. 

Chi pensa solo alla forza economica del Paese, a quella demografica e a quella militare, si sta sbagliando per difetto: la Cina, infatti, sta seguendo strategie di politica economica estera che, senza far alcun rumore, le stanno permettendo di “arruolare” o magari di annettere, nuovi alleati, ai propri modelli di sviluppo.

XI e il governo di Pechino stanno entrando dentro le attività politiche delle altre nazioni. Le supportano economicamente, se ne “arruffianano” i principali esponenti, ne diventano i principali sostenitori, ed evitando guai più seri all’ordine sociale interno, ne diventano i partner principali.

Non si tratta di un rapporto alla pari: c’è chi da e chi riceve e chi riceve sarà chiamato a disporre di quel debito e a rispettarne i vincoli. Quel momento arriverà, arriva sempre il redde rationem. Quando sarà? Quando la Cina deciderà che sarà il momento.

La testimonianza di ciò che sta avvenendo ci arriva direttamente dal IMF (Fondo monetario Internazionale) che ha certificato, come l’Argentina abbia onorato il suo debito versando, lunedì scorso, i 790 milioni di dollari di interessi previsti in scadenza proprio alla fine di ottobre. 

Tuttavia, c’è da sottolineare come il pagamento non sia stato fatto in dollari ma in Yuan, la moneta Cinese, valuta di scambio nel partenierato tra i due Paesi o forse sarebbe meglio chiamarlo vassallaggio.

Non solo Argentina.

Anche il Pakistan.

Islamabad ha chiesto 600 milioni di dollari in nuovi prestiti a due banche cinesi. L’obiettivo è quello di colmare un grande gap finanziario e scommettere sulla crescita interna e sul completamento con successo dei colloqui con il Fondo monetario internazionale per migliorare il suo rating creditizio per prendere prestiti da banche estere non cinesi.

Insomma, il Pakistan chiede soldi alle banche cinesi, per liberarsi delle banche cinesi. Ma il giogo si fa sempre più stretto.

Dalla Cina sono già arrivati in Pakistan  4 miliardi di dollari in prestiti che vengono rinegoziati ogni anno a causa dell’incapacità del governo di Islamabad di ripagarli.

Insomma, negli ultimi anni, la Cina è diventata l’ultima speranza di Islamabad per soddisfare le esigenze di finanziamento di emergenza. Tutti i governi, compresi quelli ad interim, hanno contattato la Cina per ottenere fondi di salvataggio.

Dal 2000, secondo AidData, la Cina ha concesso 21,2 miliardi di dollari in prestiti a sostegno del bilancio generale, ovvero il 30% del totale dei prestiti al Pakistan. Questi prestiti sono stati presi per evitare il default e spingere un po’ più in alto le scarse riserve di valuta estera. Servono, inoltre, a dare una spinta ai bassi rating creditizi del paese, che descrivono il debito pakistano come altamente rischioso.

Argentina e Pakistan, a chi tocca dopo?

Leopoldo Gasbarro, 9 novembre 2023

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