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La dark fleet russa replica nel gas la formula delle petroliere

Società negli Emirati, navi vecchie e trasbordi di carico in alto mare per aggirare le sanzioni

sanzioni russia petroliere © designer491 e Janis Audars tramite Canva.com

Mentre l’Europa vara il quattordicesimo pacchetto di sanzioni contro la Russia e gli stati Uniti intensificano Il boicottaggio contro Mosca colpendo anche tre società emiratine coinvolte nel trasporto di greggio russo nonché di prodotti petroliferi iraniani, la flotta dark di Putin sembra crescere ogni settimana di più, in parte grazie all’apertura palese dei Paesi Bric, in parte grazie a una serie di triangolazioni sempre più sofisticate, che dal trasporto di greggio pare si stiano estendendo anche a quello delle navi gasiere.

Con i riflettori del Dipartimento di Stato accesi ormai stabilmente sulle navi cisterna degli Emirati Arabi Uniti, impegnate nel trasporto di prodotti petroliferi e petrolchimici iraniani, con l’identificazione di 11 navi cisterna, “diventate” target prioritario dopo l’accelerazione del programma nucleare di Teheran, le metodologie russe per aggirare le sanzioni sull’export di petrolio utilizzando una flotta dark paiono essere sempre più sofisticate. Al punto che ormai non si parla più di dark trading ma di dark fleet.

Trasbordi di petrolio fra nave e nave

In modo ormai costante e con poche variazioni rispetto al canovaccio ormai consolidato vengono effettuati trasbordi di ingenti carichi di petrolio fra navi sospette e quindi tracciabili a navi di bandiere terze in grado di bypassare contro le sanzioni; Il porto rosso di Murmansk ha ospitato almeno 13 di questi trasbordi da nave a nave all’ancoraggio nel periodo fra il 1 gennaio e il 30 di Aprile di quest’anno.

Se è ormai certo che la Russia ha accumulato una flotta dark per trasportare il petrolio in tutto il mondo , in questo aiutata e supportata ovviamente dalla Cina oltre che dai paesi del Bric che non aderiscono al sistema di sanzioni contro Mosca , trova conferma ogni giorno di più il fatto che la Russia stia duplicando il suo modello di aggiramento delle sanzioni anche nel settore del gas naturale liquefatto GNL .

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Secondo un rapporto di Bloomberg, i piani di esportazione di gas naturale sono stati sino ad oggi ostacolati se non totalmente bloccati sia dal sistema di controllo attuato dagli Stati Uniti d’America sia dalle sanzioni e dal divieto di ormeggio scattato nella stragrande maggioranza dei porti europei. Risulta in particolare che negli ultimi tre mesi la proprietà di almeno 8 navi russe sia stata trasferita a società di nuova costituzione in Dubai confermando che gli Emirati sono diventati un vero e proprio crocevia per aggirare le sanzioni dell’Occidente.

Società ombra negli Emirati arabi

Come già accaduto nel settore delle navi petroliere, anche per quanto riguarda le gasiere le componenti del sistema per l’aggiramento delle sanzioni è la creazione di una dark fleet sono del tutto simili e prevedono la costituzione di società ombra spesso collocate in paesi compiacenti (nel caso specifico società registrate con azionariato non palese negli Emirati ), Quindi navi vetuste che in linea teorica dovrebbero essere già collocate fuori servizio e alcune delle quali sono state addirittura inserite nella flotta di cisterne abbiate alla demolizione; quindi assicuratori del tutto sconosciuti e non compresi nei database delle organizzazioni internazionali ivi compreso quello della International maritime organization, IMO.

Peraltro queste navi ex russe diventate fantasma e coperte da polizze assicurative altrettanto dark hanno beneficiato di una sorta di salvacondotto per transitare nel Mar Rosso e per non essere attaccate dai ribelli Houthi.

Sempre secondo fonti non ufficiali, queste compagnie di navigazione che gestiscono vecchie navi gasiere hanno come destinazione finale il Mare del Nord e a questo fine starebbero cercando sul mercato quel personale specializzato che, nel caso della dark fleet di petroliere, non era necessario e che invece, nel caso delle navi gasiere, è indispensabile per gestire I sofisticati impianti di bordo ancora più delicati considerando la vetustà delle navi.

Esiste quindi un altro problema che i russi stanno cercando di risolvere. Mentre la flotta petrolifera di varie dimensioni conta su più di 7500 unità in navigazione nel mondo la flotta di navi gasiere ha un numero molto limitato ed è quindi più facilmente tracciabile con i sistemi satellitari. Inoltre, mentre il trasbordo da una nave petroliera a un’altra cisterna dark,  può essere effettuato anche in mare aperto, questa operazione risulta decisamente più complessa per navi gasiere che sarebbero condannate a usufruire dei servizi di porti e terminali in aree difficilmente tracciabili Anche da GPS, come il già citato porto di Murmansk al di là del circolo polare Artico.

La Russia, è attualmente il quarto esportatore di GNL, E la recente decisione degli Stati Uniti di impedire l’avvio delle esportazioni dall’Arctic LNG 2, un nuovo impianto sviluppato da Novatek, il maggiore esportatore russo di GNL, rende cogente per Mosca la messa in servizio di una seconda dark fleet In grado di aggirare, attraverso il meccanismo delle società parallele e delle navi in stato di pre-demolizione ogni tipo di sanzione.

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