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La Spagna accelera sul tunnel per unirsi all’Africa

Il 2030 come data di entrata in servizio della galleria Europa-Africa sotto lo Stretto di Gibilterra

stretto gibilterra bandiere marocco spagna © Javier Garcia Seijas tramite Canva.com

34 chilometri, di cui 27,8 chilometri sotto il mare, con una profondità massima di 475 metri, e costi che variano tra i 6 e i 9 miliardi di euro. Il governo spagnolo ha annunciato uno stanziamento di 2,3 milioni di euro per finanziare uno studio di progettazione del tunnel sottomarino che collegherebbe l’Europa all’Africa, attraverso, o meglio, sotto lo  Stretto di Gibilterra.

Il progetto che unirebbe Africa ed ed Europa era stato presentato per la prima volta 45 anni fa, nel 1979, dalla Sociedad Española de Estudios para la Comunicación Fija a través del Estrecho de Gibraltar, S.A. (SECEGSA), una versione spagnola della Ponte sullo Stretto Spa, alla quale sono state affidate tutte le responsabilità sul collegamento sottomarino attraverso lo Stretto di Gibilterra.

Evviva l’integrazione fra Continenti

La SECEGSA collabora con la sua controparte marocchina, la “Société Nationale d’Études du Détroit de Gibraltar” (SNED), per progettare e costruire il tunnel, che nelle dichiarazioni della società spagnola trasuda già di ideologia inclusiva: “Il collegamento fisso attraverso lo Stretto di Gibilterra sarà decisivo per una maggiore integrazione di due continenti, l’Europa e l’Africa, in ambito sociale, economico e umano”.

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 “Lo Stretto di Gibilterra – prosegue una nota di SECEGSA – è un luogo chiave per il trasporto marittimo e il commercio globale, est-ovest, le cui possibilità aumenteranno se verrà realizzato il percorso complementare che sarebbe il collegamento fisso nord-sud. Un’infrastruttura che integra e non esclude le rotte marittime, che sfrutterà tutte le opportunità offerte dalle interconnessioni ferroviarie dell’Europa e dell’Africa, promuovendo uno sviluppo equilibrato e completo di entrambe le sponde dello Stretto di Gibilterra, di entrambi i Paesi: Spagna e Marocco, delle due sponde del Mediterraneo e anche dei due continenti: Europa e Africa”.

Una imboccatura del tunnel dovrebbe essere aperta a Tangeri, in Marocco, non lontano dal maxi terminal di transhipment dei container, e della zona franca di Tangier Med, che in questi anni hanno drenato traffici e attività industriali da tutti i Paesi europei; in Spagna la seconda imboccatura del  tunnel e a Punta Paloma, in Spagna: l’infrastruttura  consisterà di due gallerie ferroviarie a binario unico con una sezione circolare di 7,9 metri di diametro e una galleria di servizio/sicurezza tra di esse ogni 340 metri.

Fra i 6 e 9 miliardi di Euro per costruirlo

Le stime dei costi di costruzione del tunnel, che avrà una profondità massima di 475 metri, variano tra i 6 e i 9 miliardi di euro e, secondo quanto sostenuto dai progettisti, l’opera dovrebbe entrare in servizio in tempo per i Mondiali di calcio del 2030, ospitati da Marocco, Spagna e Portogallo.

La Spagna aveva presentato nel 1930 un primo progetto, ma con la tecnologia del tempo era impossibile forare lo strato di roccia; successivamente si era parlato di un tunnel appoggiato sui fondali e tenuto in posizione da cavi di acciaio. Dal 2009 le due società, la spagnola SECEGSA e la marocchina SNED collaborano al progetto di un tunnel solo ferroviario perché il problema dello smaltimento dei gas di scarico di camion e auto si è rivelato irrisolvibile. E ora, a spingere le talpe, contribuirebbe il governo del premier Sanchez da sempre favorevole a una forte integrazione con il Marocco.

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