EconomiaLavoro

Quiet Quitting? Fai crescere le tue competenze trasferibili

Quiet Quitting” in italiano suona “abbandono silenzioso”, è il fenomeno del mondo del lavoro che fa seguito alla “Great Resignation” (la tendenza di molti lavoratori, soprattutto altamente qualificati, a licenziarsi nei primi mesi del 2022, non riconoscendosi più nel modo di lavorare tradizionale che, passata la pandemia da covid-19, il mondo del lavoro si preparava lentamente ad abbracciare di nuovo).

Quiet Quitting in pochi giorni è diventato uno dei termini più usati sui social media negli Stati Uniti e non solo. E’ il fenomeno in cui i dipendenti – soprattutto quelli della generazione Z – raggiungono gli obiettivi lavorativi ma al tempo stesso vogliono dedicarsi agli amici e alla famiglia. L’ossessione per il lavoro e la carriera della mentalità “hustle”, ossia la cultura americana che insegna che bisogna ambire a sempre di più, è quindi sostituita dalla ricerca di un lavoro “smart”, cioè organizzato per consentire un buon bilanciamento tra vita lavorativa e personale, e con spazio per le proprie passioni.

Se ti riconosci in questa descrizione e stai considerando di cambiare lavoro, ci sono alcuni elementi che dovresti tenere a mente.

Prima di tutto, ricordati che esperienza e competenze trasferibili sono fondamentali. Secondo McKinsey da loro dipende il 40-60% di ciò che si guadagna in una intera vita lavorativa. Le competenze trasferibili sono quelle abilità che possono essere utilizzate in diversi ruoli e lavori. Ad esempio, pensare in maniera innovativa, adattarsi velocemente a luoghi e contesti nuovi, saper lavorare in gruppo, avere attenzione ai dettagli, conoscere tecnologie emergenti, ragionare in maniera flessibile come all’interno di una startup, e altre. Quelle elencate sono tutte abilità che fanno parte della cultura imprenditoriale nel modello Silicon Valley.

Secondo il TVLP Institute, che insegna queste competenze nei suoi corsi virtuali e in presenza in California, sono abilità che recentemente hanno attirato un crescente interesse di dipendenti, e non solo da parte di imprenditori o aspiranti tali. Elevare le competenze professionali è uno dei primi passi per chi abbraccia il concetto di Quiet Quitting. Questi lavoratori sono più propensi di altri a mettersi alla prova.

Una ricerca pubblicata sulla rivista IEEE Transactions on Engineering Management riporta che imparare dall’esperienza personale e professionale di imprenditori e investitori di successo è fondamentale. Si tratta di un condensato multi-culturale, multi-funzionale e multi-settoriale che solo coloro che hanno trasformato alcune startup della Baia di San Francisco in aziende iconiche possono condividerlo.

Diverse aziende stanno ancora assumendo e in media due dipendenti su cinque valutano di lasciare il lavoro. Ciò crea una serie di spostamenti e potrebbe aprire opportunità lavorative altrimenti non disponibili. Se quindi stai pensando di cambiare lavoro (non di fare “quiet quitting”), forse è il momento giusto. Se sei un datore di lavoro, ti trovi dall’altra parte del tavolo, e dovresti considerare alcune cose.

La flessibilità è fondamentale. La Generazione Z vuole modelli lavorativi ibridi (in presenza e in remoto) o completamente in remoto – ha detto Jingfang Cai, vice presidente dello sviluppo risorse umane per LinkedIn, in una recente intervista al Washington Post. I datori di lavoro dovrebbero quindi offrire opzioni flessibili che consentano ai dipendenti di scegliere.Essere riconosciuti per i loro sforzi è un altro punto chiave per questi dipendenti. Secondo McKinsey, il rapporto con il diretto superiore è uno dei principali fattori di insoddisfazione sul lavoro. La trasparenza è altrettanto importante.

La Generazione Z vuole sapere cosa è importante per i loro datori di lavoro, in base a quale criterio si definiscono le priorità, e come sono allocati gli investimenti economici. Le imprese dovrebbero riconsiderare l’organizzazione della forza lavoro, preferendo una struttura orizzontale con team più piccoli organizzati ognuno come una startup. Dare priorità all’apprendimento è cruciale.

La Generazione Z vuole crescere e imparare, afferma Jingfang Cai. Le aziende dovrebbero offrire ai dipendenti opportunità di formazione, crescita professionale e tutoraggio per migliorare continuando ad imparare, e spazio per sviluppare le proprie idee. Potrebbero imparare dalle startup di successo, i cui leader puntano al risultato, piuttosto che a tenere i dipendenti semplicemente impegnati.

 

Bruno Iafelice, 8 settembre 2022

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