Definirlo retroporto o area logistica o piattaforma logistica risulta a dir poco riduttivo perché quella che sta sorgendo al di là degli Appennini rispetto ai porti liguri e la più estesa concentrazione europea di aree al servizio della logistica portuale. Al vertice di questa operazione il recupero e il rilancio di Alessandria smistamento in quota Ferrovie attraverso la controllata Sistemi Urbani, società di Rfi; centro rimasto per anni una grande incompiuta e candidato ora a invece a diventare al tempo stesso il polmone dei porti liguri quindi il collettore delle merci sul più importante asse quello che collega la frontiera con la Svizzera e la Francia con gli scali marittimi dell’alto Tirreno.
Proprio in queste ore il progetto da tempo l’attenzione delle istituzioni cessa di essere tale e diventa realtà attivando una reazione a catena che riguarda aree per oltre 3 milioni e mezzo di metri quadri in un territorio che si trova collocato strategicamente all’uscita del tunnel del terzo valico e quindi sull’asse che collegherà probabilmente già a fine 2026 i porti di Genova e Savona con l’hinterland industriale milanese, torinese, quindi con tutto il Nord ovest produttivo e il bacino di riferimento del Centro Europa.
Piano e partners per il master plan
Il primo passo è stato compiuto con l’individuazione del Gruppo Valtidone (un’aggregazione di soggetti che comprende VLD del gruppo Bertola, Prelios e Clf costruzioni) in collaborazione con Blossom Avenue partners (uno studio di urbanistica e di architettura specializzato nel design di complessi innovativi, sostenibili e di rigenerazione) e lo studio Carlo Ratti Associati e Land. A loro, parte integrante del progetto X Change, è stato affidato il compito di delineare la variante urbanistica e presentare il progetto definitivo, che verrà quindi messo a gara, per un’area complessiva di oltre un milione di metri quadri, nei quali concentrare la funzione di interconnessione fra i porti di Genova e Savona e il Nord Europa.
Con un fascio di una cinquantina di binari, per anni quasi inutilizzato, Alessandria smistamento ora si candida a diventare un hub intermodale e retroportuale collocato quindi a ridosso di Genova e lungo l’asse del corridoio merci Reno-Alpi. Anche se la struttura avrà le caratteristiche di un interporto la sua funzione sarà soprattutto quella dello scambio ferro-ferro, vale a dire la composizione di treni merci con origine/destinazione i porti di Genova da rilanciare verso le varie destinazioni europee. Si stima per questo progetto un investimento complessivo di 250 milioni di euro, dei quali una cinquantina serviranno per creare una rete stradale di accesso compreso un raccordo diretto con l’autostrada. Il nuovo terminal disporrà di tredici binari tutti da 750 metri secondo il modulo a standard europeo, gestiti a livello centralizzato da apparati computerizzati; l’area sarà divisa in un terminal intermodale sul quale si sta focalizzando l’interesse di molti operatori della logistica e l’area ferroviaria gestita da Mercitalia e RFI.
MSC con Gavio a Rivalta Scrivia
Lo sblocco dell’operazione Alessandria – come anticipato dalla Fondazione Slala vero e proprio playmaker della retroportualità, anche in occasione della recente edizione di Un mare di Svizzera a a Lugano – ha innescato un vero e proprio effetto domino nell’ambito della partita retroporto, in diretta connessione con il completamento del Terzo Valico, previsto per il 2026 e con il quadruplicamento delle linee da Tortona per Milano e Torino. Mentre viene ormai data per certa la partnership fra il gruppo Gavio e MSC con il colosso dei container che avrebbe acquisito a Rivalta il 50% RTE (Rivalta Terminal Europa), lo storico retroporto da 650.000 metri quadri “inventato” da Jack Clerici e indicato nel Progetto Genova come banchina a secco del porto.
Con il nuovo terminal di Alessandria, Rfi punta a giocare d’anticipo la partita del retroporto logistico di Genova, e di certo ha già ottenuto il risultato di innescare una reazione a catena, potenzialmente sbloccando una serie di poli merci che potrebbero essere interconnessi “a stella” con Alessandria.
Fra questi spicca il polo logistico di Spinetta Marengo, circa un milione di metri quadri, dove di recente Comune e Regione hanno “benedetto” la ricollocazione del centro logistico del gruppo di supermercati PAM e dove è allo studio la collocazione di un grande progetto per la produzione e distribuzione di idrogeno. A Spinetta Marengo ha sede uno dei più importanti stabilimenti al mondo del Gruppo chimico internazionale Syensqo (spin-off di Solvay). Qui hanno aperto sedi la Fercam (gruppo leader nell’autotrasporto) e nel settembre scorso Amazon. Quindi il centro logistico di San Bovo dotato di due raccordi ferroviari e collocato proprio sulla linea del Terzo valico ferroviario, al servizio del polo industriale di Novi Ligure, e in connessione con Alessandria.
Una rete di piattaforme merci
Quindi Tortona dove su un’area, su 300mila metri quadrati, si vorrebbe creare il Tortona Green Logistics Park. Il polo logistico di Arquata Scrivia, dove Metrocargo Italia e l’autotrasportatore Denegri hanno inaugurato a novembre 2023 un nuovo magazzino da 4mila metri quadrati, vicino al casello autostradale, ma su cui si vuol fare arrivare anche un raccordo ferroviario. Un futuro logistico a Arquata potrebbe avere anche l’area ex Cementir, 160mila metri quadrati recentemente acquistati da Officine Mak, società specializzata in riqualificazione urbana.
Più a nord si trova il centro interportuale di Mortara sulla direttrice ferroviaria come la Genova-Novara-valichi svizzeri dove Rfi sta investendo risorse importanti per realizzare un asse adatto ai trasporti intermodali senza limiti di sagoma.
Tutte iniziative destinate a rilanciare tre assi strategici, l’asse Alessandria-Asti, l’asse Alessandria-Casale e l’asse Alessandria Predosa, con una potente riproposizione anche del progetto autostradale Albenga-Predosa-Bettole destinata a smaltire parte del traffico di mezzi pesanti che oggi congestiona costantemente l’Autostrada dei Fiori.