Un’altra bandierina, un altro continente strategico, un’altra ipoteca sul controllo dei traffici marittimi. Msc, il colosso ginevrino dello shipping e della logistica che fa capo all’armatore italiano Gianluigi Aponte, non si ferma più. E’ di queste ore la notizia dell’acquisizione del più importante operatore logistico marittimo del Brasile, la Wilson Sons, di cui la corporation inglese Ocean Wilsons Holding, quotata alla Borsa di Londra, ha ceduto il pacchetto di maggioranza al prezzo di 768 milioni di dollari.
Wilson Sons controlla i terminal container Tecon Rio Grande a Rio Grande, Rio Grande do Sul, e il terminal container Tecon Salvador a Salvador Bahia. La società, il cui valore complessivo è quantificato in 1,1 miliardi di dollari, gestisce anche una delle più grandi flotte di rimorchiatori dell’America Latina. Attraverso i sui terminal movimenta complessivamente più di un milione e 100.000 container teu all’anno.
Fatto salvo il rilascio di alcune autorizzazioni, si prevede che l’accordo con Sas si concluda durante la seconda metà del 2025, dopodiché la sussidiaria di Msc si muoverà per acquisire le azioni rimanenti in Wilson Sons alle stesse condizioni concordate con Ocean Wilsons. E ancora in Brasile Msc si era già aggiudicata il controllo dell’operatore regionale di trasporto container Log-In Logistica alla fine del 2021.
La grande diga occidentale anti-Cina
Questa la notizia; ma risulterebbe banale leggerla in modo disgiunto da una strategia globale di controllo dei gangli strategici del commercio mondiale che si concretizza nei fatti anche se non esplicitata in piani di sviluppo.. Una strategia che in modo sempre più palese traguarda il rafforzamento di una diga occidentale da contrapporre all’espansione cinese, rallentata dai problemi della Via della seta.
I sospetti circa l’esistenza di un progetto di lungo periodo, dal contenuto commerciale ma dagli effetti palesemente geo-politici, avevano per la prima volta travalicato i muri dell’head office di Msc a Ginevra, nel dicembre del 2022, quando con un investimento monstre di 5,7 miliardi di dollari, MSC (forte dei profitti record derivati dal boom Covid dei noli container) si era aggiudicata il controllo di Bollorè Logistic Africa, il colosso francese (che faceva capo alla holding di Vincent Bollorè) che non gestisce “solo” 42 porti strategici in Paesi africani, compagnie di trasporto stradale e ferroviario, i più importanti terminal container, ma anche, in regime di concessione, le dogane di alcuni fra i principali Stati dell’Africa occidentale e subsahariana, Stati nei quali la presenza cinese in miniere e attività industriali è ormai una realtà consolidata. A nessun due anni fa era sfuggita l’importanza strategica di quella acquisizione che, in un immaginario risiko del continente africano, spostava in maniera netta i rapporti di forze.
L’operazione Africa per una logistica globale
L’operazione africana inaugurava anche una nuova strategia. A una flotta sempre più leader nel settore container, andava abbinato un sistema logistico in grado di controllare i mercati. Non dimenticando che la logistica è stata in tutti conflitti dei due secoli scorsi la chiave di lettura per grandi vittorie o clamorose sconfitte, da quella di Napoleone alla campagna russa di Hitler.
Leggi anche:
Quella di Wilson Sons SA è solo l’ultima delle acquisizioni messe a segno da Msc negli ultimi anni e fa seguito a quelle recentemente autorizzate dalla Commissione Europea nei confronti della società di spedizioni francese Clasquin. Acquisizione che ha fatto seguito a quella del colosso britannico della logistica, Maritime Group, il che significa, fra l’altro, il porto di Liverpool. Maritime gestisce siti dedicati allo stoccaggio dei container a Ipswich, Northampton, Liverpool e Southampton oltre a otto terminal ferroviari merci multiutente a Tamworth, Birmingham, Manchester, Wakefield, Northampton, Mossend, Tilbury e East Midlands Gateway.
Acquisizioni, never ending story
Msc è poi sbarcata nel porto di Amburgo assicurandosi in controllo del più importante e simbolico terminal container d’Europa, HHLA, ha comprato lo stabilimento Warstila a Trieste dove produrrà vagoni ferroviari, ha aperto una compagnia air cargo (potenziata con l’acquisto di AlisCargo); starebbe trattando l’acquisizione della società di logistica e spedizioni Mvn Industrial Solutions, ha ormai definito l’ingresso in Rail Hub Europa, la società che gestisce il retroporto di Rivalta Scrivia (Alessandria), si è aggiudicata il 50% dell’impresa ferroviaria spagnola Renfe Mercancias; e ancora il controllo del terminal container Trieste Marine Terminal, il 100% di Rimorchiatori Mediterranei da Rimorchiatori Riuniti, il controllo della compagnia di traghetti Moby, la partecipazione nella società armatoriale Ignazio Messina & C. Quindi il treno Italo.
Dalla lista mancano molte bandierine, specie in Paesi in via di sviluppo, importanti per la presenza di filiere strategiche di traffici internazionali come il più importante dry port dell’Egitto a circa 40 km dal Cairo.
Una gigantesca nave ospedale per l’Africa
E che l’Africa figuri fra le priorità assolute del gruppo di Aponte, è testimoniato anche da una notizia, che ha visto la stampa internazionale a dir poco disattenta. Il Gruppo Msc, Msc Foundation e l’organizzazione benefica Mercy Ships International hanno concluso un accordo per la costruzione, con una cospicua donazione iniziale da parte di Msc Foundation, di una nuova nave ospedale che offrirà interventi di chirurgia gratuiti e formazione annuale a migliaia di persone in Africa.
La nave, con una lunghezza di 174 metri e una stazza lorda di 37.856 tonnellate, avrà spazi abitativi per ospitare circa 600 membri tra equipaggio e ospiti a bordo. L’ospedale si estenderà su due ponti e 7.000 metri quadrati e sarà dotato di 6 sale operatorie, 7 letti per la terapia intensiva, 102 letti per trattamenti acuti, 90 letti per auto-trattamento, un laboratorio completamente attrezzato e spazi di formazione all’avanguardia come un laboratorio di simulazione.
Per intanto la flotta di portacontainer di Msc ha sfondato il tetto dei 6 milioni di container teu di capacità di stiva. Solo quest’anno ha aumentato la sua capacità quest’anno di 400.000 Teu.
In termini di incremento di stiva, ovviamente su numeri molto più bassi, solo l’israeliana Zim tiene il suo passo. Forse a conferma ulteriore del fatto che chi controlla mare e logistica ha carte vincenti di cui gli altri non dispongono.