Dal Canton Ticino, area baricentrica per la logistica del centro Europa, un segnale forte e chiaro: il Mediterraneo, oggi per le ombre dei conflitti, domani per la riscrittura delle rotte e degli equilibri dell’interscambio mondiale via mare, torna al centro del mondo. E proprio la ricerca di nuovi equilibri sarà al centro del dibattito della settima edizione di “Un mare di Svizzera”, il forum internazionale che si svolgerà domani a Lugano.
Proprio nel momento in cui la crisi ucraina e quella mediorientale sono vicine all’acme e gli scenaristi disegnano un quadro di riferimento devastante anche per i traffici marittimi , da “Il Mare di Svizzera” sono attesi segnali di senso contrario: il Mediterraneo, proprio a causa della crisi che ha di fatto sbarrato il Mar Nero e fatto precipitare i transiti attraverso Suez, potrebbe trovarsi al centro di un processo di rilancio e di riscrittura della mappa dei traffici. Oggi si registra solo la chiusura o la crisi di una ventina di porti chiave fra Mar Nero e Medio Oriente, inclusi i centri di transhipment dei container come Damietta e Port Said. Ma domani?
Come stanno cambiando le rotte e i traffici
Di certo stanno già cambiando le rotte del trasporto di materie prime, quelle del trasporto di energia, cambiano le funzioni dei porti del Mediterraneo occidentale compresi Genova-Savona e La Spezia che giorno dopo giorno svolgono anche le funzioni di hub per la distribuzione dei container trasportati alle loro banchine dalle grandi navi container, e che devono essere smistati nei mercati del Mediterraneo orientale.
Cambia anche la mappa dei poteri e del controllo di questi traffici, ma cambiano anche le bandiere che dettano legge sulle rotte mondiali. Cambia infine, e questo sarà tema centrale del Mare di Svizzera giunto alla sua settima edizione, le caratteristiche della catena logistica europea chiamata anche a rimodellarsi su un probabile reshoring industriale in tutto il Mediterraneo e quindi all’insediamento di aziende industriali nei Paesi oggi sicuri (pochi) della fascia mahgrebina, e in prospettiva del Medio Oriente.
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E forse in questa chiave di lettura va letta anche la decisione, annunciata oggi, di Bureau Veritas di creare un Distretto dei controlli, ispezioni e delle certificazioni, che unisca i mercati d’Italia e Svizzera con quelli di Malta e Grecia. Il che non può non suonare come la creazione di un ponte fra Europa e Medio Oriente collocandosi in una posizione di pronta reazione per ciò che accadrà dopo il conflitto in atto e facendo di Italia e Svizzera il trait d’union fra il levante del Mediterraneo e industrie strategiche, come quelle del farmaco e la chimica.