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All’Egitto gli attacchi degli Houthi costano più di sei miliardi

Si avvicina il momento di una resa dei conti. Con il crollo dei transiti nel Canale dui Suez tutta l’economia egiziana è in sofferenza. E secondo fonti israeliane il conto sfiora i 10 miliardi

Economia e geopolitica sono gambe dello stesso tavolo. Lo affermava un celebre statista britannico. E’ senz’altro vero per quanto riguarda il crescente disagio (termine ottimistico) espresso dal governo egiziano nei confronti dei ribelli Houthi e di chi (in primis Teheran) li sostiene. Secondo quanto dichiarato dal ministro degli Esteri egiziano Badr Abdel Aati, durante un colloquio (di cui riporta i contenuti il magazine Splash 24/7) con il segretario generale dell’Organizzazione marittima internazionale Arsenio Dominguez, l’economia egiziana ha subito danni per oltre 6 miliardi di dollari a causa della crisi dei trasporti marittimi sul Mar Rosso e del calo del traffico nel Canale di Suez imputabile ai ribelli Houthi.

Ma secondo fonti israeliane, il bilancio dei danni sarebbe ancora più alto: includendo tutte le ricadute logistiche e industriali sull’economia dell’Egitto si sfiorerebbero i 10 miliardi di dollari.

Se un portavoce degli Houthi ha dichiarato n un discorso televisivo che il gruppo continuerà a prendere di mira qualsiasi nave appartenente, collegata o diretta in Israele e che verranno colpite le compagnie che hanno anche connessioni indirette con lo Stato ebraico, la verità è che la campagna terroristica dei ribelli yemeniti, impatta su tutto lo shipping.

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“Le informazioni di intelligence confermano che molte compagnie che operano nel settore della navigazione marittima affiliate al nemico israeliano stanno lavorando per vendere i loro beni e trasferire le loro proprietà dalle navi da trasporto marittimo ad altre compagnie”, ha dichiarato Yahya Sarea, portavoce militare degli Houthi, sottolineando che questi cambi di proprietà non serviranno a nulla e che le navi individuate come nemiche saranno sempre bersagli.

Secondo un nuovo rapporto di 537 pagine inviato al Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite gli Houthi sostenuti dall’Iran sarebbero cresciuti in termini di personale, attrezzature e capacità di colpire sempre più lontano dalla loro base.  Ma proprio un più volte paventato attacco iraniano a Israele potrebbe dare mano libera alle forze aeree di più di un Paese occidentale, Stati Uniti in primis, per regolare i conti con i ribelli yemeniti e azzerare la loro forza offensiva che – secondo quanto riportato dal Wall Street Journal – vanterebbe anche dell’aiuto russo nella messa a disposizione di dati satellitari mirati per aiutare a guidare missili e droni negli attacchi alle navi nel Mar Rosso e nel Golfo di Aden.

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