Economia e LogisticaMare e porti

Riforma portuale e nuovi presidenti. Che grana per il Governo

Entro Natale nuove norme con l’ipotesi di una sorta di Enav del mare. Per Genova la partita piu’ complessa con una scelta che dovrebbe maturare a gennaio. Braccio di ferro FdI e Lega

Riforma portuale e nomina dei presidenti inizialmente di nove quindi dell’intera comunità dei porti italiani. Niente di nuovo rispetto al passato? Tutto nuovo, invece, visto che per la prima volta dopo decenni ad avere in mano il pallino del comparto portuale e quindi a prepararsi a dettare le regole nuove del gioco, ma anche chi con queste regole dovrà giocare è un governo di centrodestra. Certo si ripropone uno spoiling system, ma per chi conosca anche un minimo, il settore portuale controllato e di fatto blindato per decenni, con rarissime eccezioni, dai partiti dalla sinistra l’effetto novità risulta a dir poco evidente.

Risulta anche evidente la difficoltà che l’attuale di Governo ha e ha messo in mostra nel trovare una quadra per un settore che ha sempre risposto solo a equilibri anche territoriali di partito e che ora in linea teorica dovrebbe cambiare marcia introducendo una chiave di lettura manageriale e mettere in campo norme che consentano una volta per tutte al settore portuale italiano di liberarsi degli infiniti lacci e lacciuoli che lo condizionano e gli impediscono di essere competitivo, in un momento già particolarmente delicato e complesso per il Mediterraneo; competitivo almeno con i porti del Nord Europa ma, anche se ne parla davvero poco, con i porti del Nord Africa, come Tangeri che hanno raggiunto livelli di efficienza neppure immaginabili sulle banchine italiane.

La partita come ha detto si gioca su due piani e su entrambi i piani i principali player sembrano essere Fratelli d’Italia e la Lega che rivendicano il diritto o forse la primogenitura a tracciare le linee di riforma ma anche quello a scegliere gli uomini che questa riforma dovranno applicare nei singoli porti. Per quanto riguarda la riforma annunciata dal viceministro Rixi già all’indomani dell’insediamento al Ministero delle infrastrutture e dei Trasporti e poi rinviata di anno in anno si parla adesso di una formula Enav. Formula lanciata dal presidente del porto di Palermo, nonché di Enav, Pasqualino Monti e, come emerso dall’intervento a un convegno tenutosi ieri a Genova, molto gradita al viceministro Rixi. Formula che prevederebbe una centralizzazione dei poteri di programmazione di tutte le infrastrutture portuali e di quelle logistiche connesse in una super Autorità che abbia però le caratteristiche, come accade con Enav, di una società privata e, perché no quotata.

La formula Enav per una super Authority

Si tratterebbe di una rivoluzione copernicana, visto che per la prima volta nella storia d’Italia verrebbe messa in campo anche la proprietà del demanio marittimo (o meglio uan diversa forma di proprietà pubblica del demanio)  e al tempo stesso la capacità del governo del paese di farlo rendere come asset strategico del sistema economico. Ma esiste sempre un ma: il ministro del mare e della protezione civile Nello Musumeci, non ha fatto mistero della sua intenzione di dire la sua in materia di riforma portuale e pur ribadendo in ogni possibile occasione la collaborazione esistente col collega del ministero dei trasporti e delle infrastrutture. Appare evidente che attraverso il Cipom,  Centro di coordinamento per le politiche del mare, la partita riforma potrebbe giocarsi su due fronti e richiedere quindi soluzioni di compromesso o quantomeno di dialogo fra i due ministeri. Sia Rixi che Musumeci hanno per ora autonomamente annunciato la presentazione della riforma che comunque finirà sul tavolo del Cipom entro dicembre. In bocca al lupo.

Lo stesso vale per quanto riguarda le nomine dei nuovi presidenti per le quali sono già scesi in campo, Fratelli d’Italia e la Lega specie per alcune posizioni particolarmente delicate come quella relativa al porto di Genova da mesi in gestione commissariale dopo la bufera giudiziaria che portò all’arresto del suo presidente nonché del Governatore della Liguria. Fate presto! E’ praticamente l’appello corale di tutte le categorie imprenditoriali che si occupano di porto, ma al governo è chiaro che scivoloni in questa nomina potrebbero risultare difficili da assorbire. Per Genova ( e Rixi ha annunciato una nomina entro gennaio) si è parlato di manager provenienti dalle Ferrovie, di ammiragli, di professionisti del settore. Tutte figure al vaglio per evitare di scoprire a posteriori possibili conflitti di interesse che renderebbero difficilmente accettabile la loro nomina.

Con il rischio che il confronto fra i due partiti di governo si trasformi in un braccio di ferro, con un convitato di pietra rappresentato dai presidenti delle Regioni che, per legge, devono esprimere il loro parere sulla nomina scelta dal ministro competente (quale?) e con l’intreccio con un disegno di riforma che in linea teorica potrebbe depotenziare le singole Autorità di sistema portuale a vantaggio del super-power di una società nazionale dei porti, è probabilmente un eufemismo dire che i porti stanno navigando a vista nella nebbia e fra scogli emergenti. Al punto che sono in molti ormai a pronosticare un intervento a gamba tesa del presidente del Consiglio e non solo per ribadire la funzione strategica degli scali marittimi, ma per collocare pedine di massima affidabilità in un settore in cui la destra ha svolto da sempre la funzione dello spettatore…anche pagante.