Inizierò con un ricordo personale: se per così tanto tempo ho svolto la professione di giornalista una parte del merito è di Michele Lacalamita. E forse per questo nel ricordarlo non sarò del tutto obiettivo.
Ho accompagnato mio padre alla cerimonia di battesimo a Trieste della nave “Nipponica” del Lloyd Triestino, la società del gruppo Iri-Finmare, preposta al trasporto di container, di cui Michele Lacalamita è amministratore e direttore generale.
Spente le eco delle fanfare, dei discorsi pubblici e delle strette di mano, noi tre, Michele, mio padre ed io, ci troviamo a sorseggiare, loro, una birra nella storica Birreria Forst. E’ a quel tavolo di legno che confesso la mia passione segreta, quella di diventare un giornalista, anzi un inviato e poter fare del mondo la mia terra di adozione. Michele Lacalamita, con un eloquere tanto forbito quanto pacato, mi esorta a inseguire il mio sogno e mi suggerisce di scrivere il mio primo articolo, proprio sull’entrata in servizio della nuova nave. Ho 16 anni e di quel breve report conservo ancora oggi una copia.
Come dimenticare quel momento e quel segreto adagiato sul tavolo fra i cerchi olimpici provocati dalla condensa dei boccali. Dopo alcuni anni, ritroverò Lacalamita ancora a Trieste, nelle vesti di presidente della Finmare; con quello spirito sonnacchioso tipico degli uomini di cultura della Magna Grecia (non fa mistero con nessuno delle sue origini baresi di cui va fiero) mi accompagna a visitare il prestigioso palazzo del Lloyd Triestino, già ammiraglia della flotta imperiale austriaca, poi compagnia simbolo nelle memorie dei migranti italiani per l’Australia, per poi diventare la prima società di navigazione pubblica impegnata sulle rotte dei container: i giganteschi quadri degli amministratori e dei presidenti del Lloyd occupano le intere pareti di una galleria che si rivela essere un incubo. La maggioranza di quegli amministratori ha seguito sino in fondo le spesso disastrose avventure di bilancio della compagnia, chiudendo in un suicidio la loro parabola di governo societario. Arrivati a fine corridoio Michele La Calamita si volta e con un sorriso seminascosto è quasi lapidario “Tranquillo, io amo troppo la vita. I bilanci sono una cosa, la vita un’altra”.
In questa frase, e coloro che lo hanno conosciuto non possono non condividerlo, è sintetizzato il suo approccio anche di manager-filosofo: a tutto c’è rimedio. Spirito che lo accompagna nei 22 anni al vertice del Lloyd che accompagna verso la privatizzazione, ma ancora prima giovanissimo impronta la sua carriera in qualità di Direttore della General Shipping Ltd, e capo del Comitato Esecutivo per la difesa del Mediterraneo della NATO. Per ben 22 anni – dal 1971 al 1993 – è Amministratore Delegato e Direttore Generale del Lloyd Triestino di Navigazione, il maggior vanto della Trieste marinara. Michele Lacalamita, medaglia d’oro di Confindustria per aver introdotto il container in Italia, approda in porto nel 1995. Su insistenza di Riccardo Illy e di altri imprenditori privati triestini, è nominato, per primo, alla Presidenza della neo-nata Autorità portuale che è succeduta all’Ente porto.
La prima gara per il Molo VII di Trieste
Esperto di mare, guida il porto per quattro anni e nel suo ruolo di presidente determina un cambiamento epocale anche se, alla resa dei conti, dai risultati contrastanti: indice una gara internazionale per l’assegnazione in concessione del Molo Settimo; gara alla quale partecipano colossi di Hong-Kong e Singapore ma anche una cordata britannica e l’olandese E.C.T. che si aggiudica il terminal container decretando la privatizzazione dell’asset principale del porto.
Proprio il terminal sarà oggetto negli anni a venire di numerosi passaggi di mano, ma senza quel bando di gara la svolta probabilmente non ci sarebbe stata.
Fra i presidenti dei porti italiani è forse l’unico a vantare un palmares di incarichi internazionali: dalla presidenza europea e quindi mondiale degli armatori a consigliere economico del comitato dei ministri dei Trasporti dell’Ocse.
Oltre alla guida del Lloyd Triestino Ha ricoperto poi cariche analoghe nella Società Italia di Genova e nella Società Adriatica di Venezia, quindi è stato Amministratore Delegato e Direttore Generale della Finanziaria Marittima dell’IRI.
Per i meriti indiscussi lo Stato italiano lo ha insignito dell’onorificenza di Grand’Ufficiale, la Gran Bretagna gli ha conferito l’Ordine dell’Impero Britannico (“The most excellent order of the British Empire”) e l’Austria la medaglia d’oro ad honorem.
Al timone del porto è una presenza silenziosa. C’è chi lo accusa di essere troppo democristiano, c’è chi lo dipinge più come un filosofo che un manager. La verità: è una sola: è Michele Lacalamita, unico anche nel suo modo di gestire i rapporti umani, di affrontare le emergenze come se fossero ordinaria amministrazione, di stemperare le difficoltà.
A Trieste un ricordo lungo trent’anni
A Trieste lascia un ricordo lungo trent’anni al punto che molti individueranno nel capoluogo giuliano la sua vera “patria” in sostituzione di quella Bari alla quale resta comunque legatissimo.
Anche dopo il ritiro dall’attività professionale, mantiene incarichi nel mondo rotariano triestino e contribuisce alla gestione del fondo “Giovanni Volpe”, che supporta gli studenti meritevoli e bisognosi.
Scompare all’età di 92 anni. «È morto un uomo buono e una personalità di grande autorevolezza – lo ricorda così il cardiologo Gianfranco Sinagra, che lo aveva in cura – Aveva un forte rispetto per le realtà nelle quali aveva operato e rivestito ruoli di grande prestigio ma mi sono convinto che la famiglia, alcune relazioni con pochi veri amici e con grandi personalità come Madre Teresa di Calcutta fossero la priorità». «Aveva un patrimonio immenso di ricordi di varie epoche della storia d’Italia e l’ho sentito parlare con rispetto di persone alle quali si era contrapposto, talvolta credo in modo duro. Era un vero gentiluomo, molto dignitoso nella sofferenza, con una grande fiducia nella medicina».
9. Continua …
Leggi tutti i capitoli:
- Un paese molto strano
- Isole infelici
- Tutti i porti dei Presidenti: Stefano Canzio
- Tutti i porti dei presidenti: Giorgio Bucchioni
- Tutti i porti dei presidenti: Cristoforo Canavese
- Tutti i porti dei presidenti: Paolo Costa
- Tutti i porti dei presidenti: Roberto D’Alessandro
- Tutti i porti dei presidenti: Alessandro Di Cio’
- Tutti i porti dei Presidenti: Michele Lacalamita
Si ringraziano per la collaborazione:
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