Ti accoglie un gigantesco dogo argentino che con il suo sguardo non fa certo mistero della sua vocazione spontanea di bodyguard: al di là della zona smilitarizzata, rappresentata da un grande tappeto, a quella scrivania ingombra di carte e fascicoli, lei non è arrivata per quote rosa o parità di genere. Chiunque la conosca sa che, oltre alla professionalità, la vera motivazione per cui è approdata al vertice dell’Autorità è la tenacia degna di un quarterback lanciato verso la meta. Ostacoli sulla strada gliene hanno messi di qualsiasi tipo, ma non tali da impedirle di raggiungere il risultato che aveva pianificato.
Marina Monassi è stata per anni l’unica donna in grado di prendere in mano il timone di un grande porto italiano, quello di Trieste, e lo ha fatto con la grinta e l’aggressività che hanno caratterizzato l’intera sua carriera di manager pubblico. Cresciuta alla scuola della Marina Militare, quella Marina di cui il padre, l’ammiraglio Angelo Monassi, era stato uno dei più prestigiosi Capi di Stato maggiore, assume la guida del porto dopo una carriera di vertice nella pubblica amministrazione (vincitrice nel 1983 del 14° corso di reclutamento per funzionari direttivi dello Stato, funzionario del Ministero della Marina Mercantile, direttore generale dell’Ente autonomo del porto di Trieste), è Presidente per due mandati non consecutivi dell’Autorità portuale di Trieste di cui conosce alla perfezione i meccanismi, avendone rivestito la carica di segretario generale.
Ma quello che la porta a guidare la sede di via Bruck è un vero e proprio percorso a ostacoli, costellato da contrapposizioni talora aspre, talora violente, che solo gli anni stempereranno, solo in parte, in stima e amicizia.
Prima a concedere ad altri, che non fosse la locale Compagnia portuale, il diritto a svolgere le funzioni di impresa portuale, Marina Monassi ha uno scontro epocale con i portuali triestini: insieme con l’imprenditore Roberto Pacorini e pochi dipendenti, è assediata per ore nella sede dell’Autorità portuale da circa 300 portuali che minacciano di sfondare il portone utilizzando un mezzo semovente. Liberata dalle forze dell’ordine, neppure per un istante pensa a un dietrofront. Non rientra nel suo carattere, nella sua storia e neppure nel modo di confrontarsi con la vita e le responsabilità di manager pubblico.
Allo stesso modo non arretra mai, con la stessa tenacia e la forza di quel semovente che i portuali volevano utilizzare per sfondare la sede del governo portuale, nel confronto-scontro con le istituzioni locali triestine. Resta epico il faccia-faccia con il sindaco Riccardo Illy; i due esprimono esperienze, mentalità, culture profondamente differenti: da un lato, quella del sindaco, imprenditore privato, prestato alla politica; dall’altro quella di Marina Monassi, “civil servant” nell’accezione più britannica possibile.
Il sogno di una grande zona franca
Di lei dicono che si può piegare (poco), ma non si spezza mai. E anche le numerose inchieste giudiziarie che le vengono sferrate contro, si frantumano contro il muro di una donna manager che ha nel suo palmares anche il ruolo di direttore della Compagnia portuale di Olbia. E certo non le impediscono di varare progetti che poi saranno, parzialmente) realizzati o (colpevolmente) accantonati da altri, come quello della piattaforma logistica o della grande zona franca anche finanziaria nel porto vecchio oggi invaso dai migranti.
Due fra le sue vittorie più significative si consumano all’ombra delle gru container del Molo VII. Qui, ancora con la carica di segretario generale, respinge l’assalto del gruppo olandese ECT e la sua posizione è così dura e ferma da valerle il licenziamento, ma anche il successivo reintegro da parte del Tribunale di Trieste.
Sempre nel Molo VII firma la concessione per il gruppo Sisam, che per Trieste è stato, con la rappresentata Evergreen di Taiwan, il “salvatore” del Lloyd Triestino, trasformato in Italia Marittima. E anche in questo caso la battaglia sarà caratterizzata da non pochi colpi bassi.
Nel disinteresse completo della città, che ancora oggi ha per lei un rapporto talora teso di odio-amore e che si entusiasmerà del progetto solo molti anni dopo, quando Marina Monassi non avrà più nulla a che fare con il porto, definisce il piano e la rotta per acquisire i finanziamenti per la piattaforma logistica.
Ma nel suo “score”, nonostante l’appoggio di Silvio Berlusconi che aveva fatto approvare una legge ad hoc per portarla alla presidenza, figura anche una sconfitta che, forse, con la legge degli anni a venire, risulterà essere una sconfitta per Trieste: il suo progetto di validazione e utilizzo delle norme sul porto franco non solo doganale, ma anche commerciale e finanziario, si scontra con gli obiettivi della città che vede nella grande area di Porto Vecchio di Trieste un potenziale di espansione del tessuto urbano, attraverso il recupero, dopo quasi mezzo secolo di abbandono, dei vecchi magazzini portuali alcuni dei quali ancora di austriaca memoria. Quegli stessi magazzini che oggi subiscono l’invasione degli immigrati clandestini e che li hanno trasformati in pericolosissimi dormitori e sacche incontrollabili dalle quali si diparte un rivolo costante di violenza e insicurezza..
Al contrario della maggior parte degli altri presidenti di porti non cercherà mai un’alternativa di vertice in altre Autorità portuali sparse per la penisola, quasi che a Trieste avesse chiuso in tutto e per tutto un capitolo della sua vita professionale. Incluse le cicatrici sue e quelle lasciate su chi l’ha detestata.
11. Continua …
Leggi tutti i capitoli:
- Un paese molto strano
- Isole infelici
- Tutti i porti dei Presidenti: Stefano Canzio
- Tutti i porti dei presidenti: Giorgio Bucchioni
- Tutti i porti dei presidenti: Cristoforo Canavese
- Tutti i porti dei presidenti: Paolo Costa
- Tutti i porti dei presidenti: Roberto D’Alessandro
- Tutti i porti dei presidenti: Alessandro Di Cio’
- Tutti i porti dei Presidenti: Michele Lacalamita
- Tutti i porti dei Presidenti: Rinaldo Magnani
- Tutti i porti del presidente: Marina Monassi
Si ringraziano per la collaborazione:
- ASSAGENTI
- Assarmatori
- Autorità di Sistema Portuale del Mar Ligure Orientale
- Autorità di Sistema Portuale del Mar Tirreno Centrale
- Autorità di Sistema Portuale del Mar Tirreno Centro Settentrionale
- FEDERAGENTI
- Federlogistica
- Fondazione Slala
- GNV - Grandi Navi Veloci
- Gruppo Gallozzi
- Ignazio Messina & C.
- ISoMAR
- Nova Marine Carriers
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- Shipping Mediterranean SeaLog
- Unione Utenti del Porto di Savona – Vado Ligure