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Un’Europa ad alta velocità… in sogno

Presentato un Piano da 550 miliardi per collegare tutte le capitali europee con treni ultra-veloci

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Un piano generale europeo per l’alta velocità ferroviaria (HSR), con l’obiettivo di collegare tutte le capitali e le principali città europee entro il 2050. Questa iniziativa potrebbe garantire l’accesso all’alta velocità a oltre il 60% dei cittadini dell’UE, offrendo notevoli benefici alla società, tra cui un valore economico di 750 miliardi di euro entro il 2070. una rete del genere richiederebbe una triplicazione dell’attuale infrastruttura HSR e un investimento stimato di 550 miliardi di euro.

Il guanto di sfida che prefigura uno scenario a dir poco affascinante ma anche…un po’ costoso, è stato lanciato a margine del recente Consiglio informale dei trasporti dell’UE tenutosi a Budapest, e a farsene latore è stato Alberto Mazzola, direttore esecutivo della Community of European Railway & Infrastructure Companies (CER), incaricato di delineare le azioni chiave per promuovere una politica dei trasporti dell’UE competitiva e sostenibile.

Tutto bellissimo…peccato che per raggiungere il risultato auspicato nel 2050, sarebbero necessari – come anticipato – 550 miliardi di investimenti e una “luce verde” da burocrazia, Comitati del no, politiche dei singoli Stati che è a dir poco utopica. 

Abbiamo atteso qualche giorno per occuparcene, per scoprire che nel migliore dei casi l’Europa potrebbe costruire, forse, un decimo delle opere pianificate e che comunque gli ostacoli, ambientali oltre che ambientalisti, renderebbero questo tuffo nel green sui binari una specie di gigantesco binario morto.

Secondo Mazzola l’esempio cinese dovrebbe smuovere le coscienze: la Cina ha sviluppato la più grande rete ferroviaria ad alta velocità del mondo, che si estende per 45.000 km e che ha contribuito all’economia cinese per circa 378 miliardi di dollari, offrendo un ritorno annuale sugli investimenti del 6,5%.

750 miliardi di vantaggi, ma entro il 2070

I benefici economici della rete HSR andrebbero oltre la semplice connettività. Un recente studio europeo prevede 750 miliardi di euro di vantaggi per la società entro il 2070, con la creazione di 1,5 miliardi di posti di lavoro e la riduzione di 5 miliardi di tonnellate di emissioni di CO2. Secondo Mazzola, mentre l’infrastruttura esistente può essere ottimizzata attraverso l’innovazione e la digitalizzazione – in particolare attraverso iniziative come il Sistema europeo di gestione del traffico ferroviario (ERTMS) e l’accoppiamento automatico digitale – sull’alta velocità sono necessari maggiori investimenti. Che potrebbero essere generati (con richiamo a un green deal che attraversa giornate difficili) attraendo investimenti privati e utilizzando meccanismi come il principio “chi inquina paga” per sostenere le iniziative di trasporto ecologico.

Più di 100 milioni di tonnellate di CO2 all’anno potrebbero essere risparmiate grazie al trasferimento del traffico verso l’HSR dal 2025 al 2070; questo avrebbe un valore di 10 miliardi di euro all’anno adatto a finanziare una rete HSR molto ambiziosa di 31.849 km.