Economia e Logistica

Milleri scala Mps. E blinda il controllo della banca con Caltagirone

Delfin, holding di Essilorluxottica, sale al 9,8%. Occhi puntati su Unicredit-Bpm

Mps

Blitz di Francesco Milleri in Monte Paschi. Delfin, la holding attraverso cui gli eredi di Leonardo Del Vecchio controllano Essilorluxottica, si è portata dal 3,5% al 9,8% della banca senese.

La scalata, emersa dalle comunicazioni alla Consob sulle partecipazioni rilevanti, blinda il controllo e quindi il futuro di Rocca Salimbeni dopo il risanamento e il pieno rilancio completato dall’ad Luigi Lovaglio.

La quota di Delfin, di poco inferiore al 11,7% ancora nelle mani del ministero dell’Economia, affianca infatti quelle prossime al 5% ciascuna nelle mani del Banco Bpm guidato da Giuseppe Castagna e dell’imprenditore romano Francesco Gaetano Caltagirone, quindi c’è il 4% detenuto da Anima.

In sostanza, queste partecipazioni sono le fondamenta del futuro terzo polo bancario progettato dal Tesoro alle spalle di Intesa Sanpaolo e Unicredit. La stessa Anima è, infatti, controllata dal Banco Bpm e oggetto di un’Opa da 1,6 miliardi da parte sua. Complessivamente tra Mef, Delfin, Caltagirone, Bpm e Anima si arriva al 40% di Monte Paschi.

A rompere le uova nel paniere al governo è stata però a fine novembre Unicredit con la sua  offerta pubblica di scambio per conquistare Piazza Meda. Una mossa che ha rimesso in discussione tutti gli equilibri del settore ma, dopo la scalata di Delfin, non il controllo del Monte.

Anche senza la quota del Tesoro, che a tendere dovrà uscire dal libro soci di Rocca Salimbeni come concordato con la Bce in fase di salvataggio, è infatti comunque in mani italiane quasi un terzo del capitale.

Banco Bpm si sta difendendo dall’attacco di Unicredit con gli artigli: il suo cda ha già bollato come “incongruo” il prezzo proposto, peraltro tutto in azioni,  e ha intentato diversi ricorsi.

Compreso uno all’Antitrust, dove l’offerta del gruppo guidato da Andrea Orcel verrebbe presentata come una “killer acquisition”, cioè un modo per togliere di mezzo un concorrente. Si vedrà. 

L’altro protagonista del risiko è la Unipol di Carlo Cimbri a cui fa già capo Bper, in questo momento impegnata ad assorbire Carige, e che è primo socio della Banca Popolare di Sondrio.

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Più in generale la scelta delle banche, visto anche il comprimersi dei margini conseguente alla riduzione dei tassi da parte della Bce, è quella di assicurarsi il pieno controllo delle fabbriche prodotto (come appunto Anima) così da presidiare al meglio la catena del valore.