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Nell’Europarlamento Italia senza l’ABC dei trasporti

Nella Commissione Trasporti neanche un parlamentare con esperienza nel settore

© Yaroslav Danylchenko e Noppanun Lerdwattanapaisan tramite Canva.com

Un noto docente universitario titolare di cattedra in Economia dei trasporti, famoso per il suo sense of humour condito con una buona dose di cinismo, usava aprire la prima lezione del corso con una frase di questo tono: “a leggere il vostro sguardo, mi sembra opportuno inaugurare questo corso con una nozione basic: cos’è una ruota?”.

Se è pur vero che in politica queste regole di conoscenza basic non valgono e le scelte di ministri e sottosegretari non corrispondono quasi mai alla specializzazione e alla storia professionale dei designati, in un Parlamento europeo che già denuncia, quotidianamente, la sua scarsa (e istituzionalizzata) capacità di incidere sulle scelte dell’Unione europee, scelte delegate ex lege alla Commissione, forse una maggiore attenzione alla coerenza degli incarichi e quindi a una conoscenza professionale delle tematiche che si verrà delegati ad affrontare, non sarebbe poi così male.

Ma non accade o meglio, accade l’esatto contrario. I tre membri effettivi per l’Italia nella Commissione Trasporti del Parlamento europeo, sono, in ordine di apparizione:

Ricci, Cisint e Ciccioli in Commissione Trasporti

il Sindaco di Pesaro-Urbino, gran frequentatore di talk show in rappresentanza del suo partito, il PD di Elly Schlein, Matteo Ricci. Nel suo palmares che affonda le radici nella storia del PD nelle Marche, non risulta una singola citazione o richiamo ai trasporti. Un diploma all’Istituto tecnico commerciale, quindi una laurea in Scienze politiche con una tesi sulla Costituzione europea. Presidente anche della Provincia, vice presidente del Partito Democratico con Renzi presidente, influente opinionista sulle autonomie locali…ma di trasporti neppure l’ombra. Partiamo dalla ruota anche per la Commissione Trasporti dell’Europarlamento..

Al suo fianco Anna Maria Cisint, Sindaco di Molfalcone, la più votata (dopo Vannacci) nelle liste dalla Lega di Salvini. Sale alla ribalta per la chiusura delle moschee abusive e per la battaglia sull’integrazione, o sulla disintegrazione, nella sua Monfalcone, dove specie l’import di manodopera dal Bangladesh a opera di Fincantieri che cerca lavoratori disposti a svolgere lavori che gli italiani si rifiuterebbero sempre e comunque di svolgere, ha trasformato la città in una sorta di Califfato islamico. Coraggiosa nella sua battaglia, è costretta a viaggiare sotto scorta…ma anche in questo caso (non fosse per la vicinanza con le chiglie delle navi in costruzione nello stabilimento di Fincantieri dove lavorano i Bangla, come sono soprannominati in riva all’Adriatico i lavoratori immigrati dal Bangladesh) di trasporti neppure l’ombra…ecco un’altra ruota.

Il terzo componente effettivo in quota Italia della Commissione Trasporti del Parlamento europeo, arriva da Ancona. E’ un medico con una specializzazione in psichiatria e una esperienza specifica nelle tossicodipendenze. Si tratta del dottor Carlo Ciccioli eletto nelle liste di Fratelli d’Italia. Nella sua storia politica recente anche una polemica con Repubblica per le sue dichiarazioni sulla famiglia: “La madre deve accudire, il padre dà le regole”. Ma anche nel suo caso di trasporti non vi è traccia. E ancora un’altra ruota per la Commissione Trasporti.

Fra i supplenti corsi per i conducenti

Passiamo ai membri supplenti. Per Forza Italia Massimiliano Salini, da Soresina con una piccola azienda di famiglia nel settore dolciumi e un cursus honorum nella Regione Lombardia per le politiche di sviluppo. Poi Giuseppe Lupo (PD) dipendente dell’Enel, Paolo Borchia (Patrioti-Lega) con un’azienda nel settore marmo, Carlo Fidanza fra i fondatori di Fratelli d’Italia e anche lui volto televisivo; ma ci sono anche Pasquale Tridico, presidente dell’Inps dal 2019 ed economista, Dario Tamburano (5Stelle) odontoiatra con esperienze nella transizione ecologica. E infine Alberico Gambino (FdI), musicista e imprenditore, unico (Eureka) con una sottile traccia sulle strade del trasporto, grazie a corsi per conducenti sul tema dell’educazione stradale presenti nel suo curriculum.

Allo stato attuale delle designazioni non sappiamo come si siano mossi gli altri Paesi europei.