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Porti cinesi soffocati dalle importazioni record di carbone

Le navi attendono anche dieci giorni per poter sbarcare e alimentare il record dei consumi

carbone porto cina © adventtr e Pro-syanov tramite Canva.com

“Non è il momento di imporre nuove tasse a carico delle aziende italiane ed europee, specie dopo un 2023 che ha registrato il record mondiale di emissioni di CO2, nonostante gli investimenti miliardari dell’Europa, in contrapposizione con India e Cina che si avviano verso il picco di consumi di carbone e combustibili fossili”.

Terminal cinesi bloccati da montagne di carbone

Lo ha detto il ministro delle infrastrutture e dei trasporti, Matteo Salvini, intervenendo all’assemblea degli armatori italiani; proprio nelle stesse ore a conferma di un processo unilaterale di decarbonizzazione nei fatti solo europeo, sono stati diffusi i dati relativi all’importazione di carbone da parte della Repubblica popolare cinese nonché al congestionamento dei terminal portuali cinesi ormai letteralmente sommersi da montagne di carbone destinato alla produzione di energia elettrica

Nei primi cinque mesi di quest’anno, stimolata dal continuo calo dei prezzi del carbone, la Cina ha importato 205 milioni di tonnellate di carbone, con un aumento del 12,6% rispetto all’anno precedente, e accumulando scorte di 162 milioni di tonnellate di carbone nei primi cinque mesi dell’anno. Nei primi cinque mesi dell’anno le miniere cinesi hanno prodotto “solo” 1,86 miliardi di tonnellate di carbone, in calo del 3% rispetto allo stesso periodo del 2023.

Il numero di navi cariche di carbone in attesa in rada fuori dai porti cinesi ha raggiunto livelli record analoghi a quelli del 2020 e ora è in atto un processo speculativo con i porti utilizzati come depositi in attesa che il prezzo del carbone, nella stagione estiva, sia spinto come sempre verso l’alto dai consumi record per gli impianti di aria condizionata. Le attese medie per le navi in rada prima di poter sbarcare il loro carico, puntano verso il tetto dei 10 giorni.

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Che il processo di decarbonizzazione unilaterale deciso dall’Unione europea possa trasformarsi in un vero e proprio harakiri, è confermato da ulteriori dati: l’India prevede di arrivare al picco di consumo del carbone tra il 2035 e il 2040, mentre la Cina non prima del 2030. Non solo: l’obiettivo net zero per Nuova Delhi è il 2070 mentre per Pechino formalmente si colloca attorno al 2060.

Pechino si conferma il maggior produttore e consumatore di carbone al mondo. Pesa per circa il 60% del consumo di carbone globale, in gran parte per la produzione elettrica. La Cina continua sia ad aumentare la domanda (del 5% nel 2023) e sta ampliando il network di centrali a carbone con uno score di 47,44 GW di nuova capacità installata nel solo 2023, quasi il doppio rispetto al 2022.

Secondo l’Ente di certificazione norvegese DNV solo dopo il 2026 inizierà un lentissimo processo di riduzione dei consumi che entro il 2040 si ridurranno di 1/3 per poi stabilizzarsi al 2050 a circa il 25% rispetto ai volumi record..

Consumo di carbone in costante crescita nel mondo

Per intanto, al di là delle previsioni spicca un dato: secondo il report annuale del Global Energy Monitor nel 2023 la capacità di produzione di energia elettrica da carbone grazie alla Cina, nel mondo è cresciuta per la prima volta negli ultimi quattro anni con un aumento che e’ stato del 2% (pari a 48,5GW), il più alto registrato dal 2016, nonostante diversi Paesi si siano impegnati a chiudere almeno il 6% delle centrali piu’ inquinanti ogni anno.

La crescita del traffico marittimo cinese, certo alimentata dal boom dei container, non si limita esclusivamente alle merci containerizzate. Nel primo quadrimestre dell’anno sono aumentate anche le importazioni di materie prime, trainate proprio dalle importazioni di carbone.  Gli incrementi sono stati pari al 13% con trasporti via mare di carbone che, tra gennaio e aprile 2024, hanno raggiunto 161 milioni di tonnellate e sono cresciute del 13% su base annua.

Una ferrovia solo per il carbone

Emblematica anche la crescita record dei trasporti di carbone su una ferrovia, quella fra Datong e Qinhuangdao, esclusivamente dedicata al trasporto di carbone: nel 2023l’arteria del trasporto energetico cinese, nel 2023 ha superato i 422 milioni di tonnellate, con un aumento del 6,4% su base annua, raggiungendo un nuovo record degli ultimi quattro anni.

La ferrovia Datong-Qinhuangdao è una ferrovia elettrificata progettata esclusivamente per il trasporto di carbone dalle province dello Shanxi, dello Shaanxi e dalla Regione autonoma della Mongolia Interna verso i porti energetici di Qinhuangdao e Caofeidian. Il suo volume di trasporto di carbone rappresenta circa un quinto del carbone totale del Paese trasportato su ferrovia.

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