Il presidente Patrizio Bertelli e l’amministratore delegato Andrea Guerra stanno facendo posto negli armadi del Gruppo Prada per accogliere gli abiti e gli accessori di Versace. Dopo settimane di indiscrezioni e mezze prese di distanza, le trattative in corso con la venditrice Capri Holdings sarebbero giunte a una svolta: secondo l’agenzia Bloomberg, la compravendita della Medusa sembra essere cosa fatta sulla base di una valutazione fino a 1,5 miliardi.
A meno di improvvisi dietrofront, l’accordo di acquisto di Versace da parte di Prada dovrebbe quindi essere annunciato a breve, secondo i bene informati appena terminate le sfilate. Sicuramente, dice chi sta seguendo da vicino il dossier, entro la fine di marzo il quadro sarà definito.
Resta da capire il prezzo. Il brand Versace è infatti entrato nel perimetro di Capri Holdings nel 2018 in cambio di un assegno da 1,8 miliardi di dollari a favore della stessa famiglia e del fondo Blackstone. Capri Holding, cedendo la Medusa, registrerebbe quindi una minusvalenza.
Ma il mercato della Moda è molto cambiato in questi anni, investito prima dalle sanzioni contro la Russia di Vladimir Putin che ha invaso l’Ucraina e poi dalla crisi dei consumi della Cina, a sua volta rimasta prigioniera dei lockdown contro il Covid e quindi sepolta sotto le macerie del crollo dell’immobiliare di Evergrande.
Guardando invece dalla parte del potenziale acquirente, gli analisti stimano che Prada disponga di una cassa prossima ai 450 milioni. Il resto andrebbe quindi reperito sul mercato o in banca. Ma perchè Patrizio Bertelli e la moglie Miuccia Prada hanno messo gli occhi proprio sul brand della Medusa. La Logica è quella di costruire attorno a Prada un polo del lusso italiano.
Il modello sarebbe quello seguito dal colosso mondiale francese Lvmh o da Kering, che anni fatto incetta delle case di moda della Penisola. Ad esempio a Lvmh fanno capo sia Fendi sia Loro Piana e lo scorso settembre il big francese ha stretto una alleanza con Remo Ruffini per i piumini della Moncler. Kering può invece contare su Gucci e Bottega Veneta.
Ora sarebbe Prada a cercare la combinazione con la maison fondata da Gianni Versace nel 1987 e poi passata alla sorella Donatella, anche se naturalmente la forza della combinazione tra Prada e Versace sarebbe comunque ovviamente distante da quella della multinazionale di Bernard Arnault, che capitalizza 350 miliardi alla Borsa di Parigi, o di Kering guidata dallo storico rivale François-Henri Pinault.
Di certo la sfida è affascinante almeno quanto è complessa. Versace ha infatti bisogno di un rilancio. Il gruppo ha visto vendite in calo del 15% nell’ultimo trimestre a 193 milioni di dollari e gli analisti stimano che chiuderà il bilancio 2024-2025 (che termina alla fine di questo mese) con un fatturato prossimo a800 milioni. Non solo, allo stato attuale la Medusa è in perdita e difficilmente raggiungerà il punto di pareggio prima di un paio di anni.
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Alla finestra per Versace resterebbe e tuttavia anche la Only the brave di Renzo Rosso, proprietario di marchi come Diesel e Jill Sander. Il risiko della Moda è appena iniziato.