Gli Stati Uniti hanno intensificato le sanzioni contro i settori petrolifero e petrolchimico iraniano, prendendo di mira una rete di società ombra in odore di violazione delle sanzioni e quindi di trasporto illecito, nonché un numero crescente navi della cosiddetta “flotta fantasma” iraniana. Nel totale e allarmante silenzio della comunità internazionale e specialmente delle Nazioni Uniti, i trasbordi di petrolio e di prodotti chimici in mare aperto sono ormai diventati la norma, per altro con rischi crescenti di inquinamento da idro carburi anche in aree ad altissimo valore ambientale. Secondo gli ultimi report la dark fleet russa è in costante crescita, ma anche l’Iran che deve alimentare anche il flusso di denaro indispensabile per finanziare i gruppi terroristici come Hamas e Hezbollah, sta intensificando l’attività ombra per esportare petrolio e prodotti chimici.
Dopo l’ultimo attacco a Israele, il secondo diretto nel corso dell’anno (e anche in questo caso circondato dal silenzio delle organizzazioni internazionali), gli Stati Uniti hanno deciso di stringere le maglie della rete di controlli individuando e congelando l’attività di società e navi sospette.
Sanzioni dalle petroliere alla finanza
Le sanzioni mirano a interrompere la capacità dell’Iran di finanziare attività destabilizzanti nella regione e intensificano la pressione finanziaria sull’Iran, limitando la capacità del regime di ottenere entrate energetiche critiche per minare la stabilità nella regione e attaccare i partner e gli alleati degli Stati Uniti, hanno spinto il Dipartimento del Tesoro degli Stati Uniti, in coordinamento con il Dipartimento di Stato a lanciare una verifica su larga scala che ha portato a individuare 10 società e 17 navi bloccandone l’attività e i beni ai sensi dell’Ordine Esecutivo 13846. Queste azioni sono rivolte a società e navi coinvolte nella spedizione di prodotti petroliferi e petrolchimici iraniani, a sostegno della National Iranian Oil Company (NIOC) e della Triliance Petrochemical Co. Limited.
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“Secondo quanto ha dichiarato il Segretario al Tesoro Janet L. Yellen, le sanzioni odierne prendono di mira gli sforzi dell’Iran di incanalare i proventi della sua industria energetica per finanziare attività letali e tra cui lo sviluppo del suo programma nucleare, la proliferazione di missili balistici e di veicoli aerei senza pilota e il sostegno a gruppi terroristici regionali – con conseguenze pericolose per la regione e per il mondo”.
Greggio di Teheran in alto mare
Le sanzioni riguardano una vasta gamma di società con sedi sparse nel mondo. La Max Maritime Solutions FZE, con sede negli Emirati Arabi Uniti, ha effettuato trasferimenti da nave a nave di petrolio iraniano con navi della National Iranian Tanker Company (NITC). La nave LUNA PRIME della Cathay Harvest Marine Ltd, con sede a Hong Kong, ha trasportato petrolio iraniano a raffinerie cinesi. La Elza Shipping SA, armatrice della ELZA, con sede in Liberia, ha trasferito greggio iraniano nei pressi di Singapore. La Jazira Das International Oil Products Trading LLC, con sede negli Emirati Arabi Uniti, è stata coinvolta nel mascheramento di greggio iraniano come petrolio emiratino. Anche diverse altre società delle Isole Marshall, della RPC, della Malesia e di Panama sono state coinvolte nel trasporto di prodotti petroliferi iraniani.
Questa stretta è in linea con la recente legge Stop Harboring Iranian Petroleum Act (SHIP Act), che impone sanzioni alle persone straniere coinvolte nel commercio di prodotti petroliferi iraniani.