Questa settimana voglio parlarvi di amici e amicizia.
Gli amici sono descrivibili in tanti modi a seconda del punto di vista che uno sceglie. A me piace per la sua completezza la definizione che segue, dovuta a Henri Nouwen, teologo e scrittore olandese:
“Quando ci chiediamo quali persone nella nostra vita significhino di più per noi, spesso troviamo che sono quelle che, invece di dare consigli, di suggerire soluzioni o cure hanno scelto piuttosto di partecipare al nostro dolore e toccare le nostre ferite con una mano che allo stesso tempo è calda e tenera.
L’amico che può essere silenzioso con noi in un momento di confusione, che ci accompagna in un’ora di dolore e disperazione, che può tollerare non sapendo ma anche non curando e che affronta insieme a noi la realtà della nostra impotenza, quello è un amico che ci ama.”
Aggiungerei anche che l’amicizia è qualcosa di unico che si verifica fra due persone che hanno comuni interessi o personalità, pur non avendo necessariamente gli stessi obiettivi.
CHI POSSONO ESSERE GLI AMICI?
Amici possono essere…
- due persone che conversano ma anche due persone che si scambiano solo dei silenzi;
- due persone che si rispettano e ammirano reciprocamente senza cercare di prevalere in alcun modo l’una sull’altra;
- … due persone fra cui esiste un legame forte a sufficienza per resistere alla prova del tempo e di situazioni estreme con il solo impegno che l’uno non abbandoni l’altro qualsiasi possano essere le circostanze e le prospettive.
“Non camminare davanti a me… Potrei non seguirti. Non camminare dietro di me… Potrei non guidarti. Cammina al mio fianco… e sii soltanto il mio amico!” (Albert Camus)
Per completare questo tentativo di definizione vi invito a leggere la storia breve che segue, la quale nella sua semplicità illustra molto bene quest’ultimo concetto.
PICCOLA STORIA INSEGNA
Nella Prima Guerra Mondiale un soldato inglese durante un attacco si accorse che il suo amico di una vita era stato colpito dal fuoco nemico ed era caduto.
Tutti i soldati avevano ricevuto l’ordine di ritirarsi. Il soldato raggiunse il suo sergente e gli chiese il permesso di andare a prenderlo per portarlo via dalla terra di nessuno. Il sergente gli diede il permesso ma aggiunse “Temo che ormai sia inutile: il tuo amico è probabilmente morto e tu pure potresti rimetterci la pelle”.
Il soldato non seguì il consiglio e miracolosamente raggiunse sano e salvo l’amico. Se lo caricò sulle spalle e cercò di ritornare in trincea. Ma nell’ultimo tratto scoperto subì sfortunatamente una ferita abbastanza seria. Il sergente corse in suo aiuto e lo portò in salvo. L’amico soccorso nel frattempo era invece morto.
“Mi dispiace per il tuo amico ma te lo avevo detto che sarebbe stata un’impresa inutile. Ora il tuo amico è morto e tu sei ferito!”
“Non sono d’accordo, sergente. Penso che ne è valsa invece la pena.”
“Che intendi dire?” chiese il sergente.
“Ne è valsa la pena”, ripeté il soldato. “Quando ho raggiunto il mio amico, egli era ancora in vita e mi ha detto: Jim, sapevo che non mi avresti lasciato mai!”
LEZIONI DA IMPARARE
Ma se l’amicizia è un patrimonio così importante per noi, come facciamo a proteggerlo nel tempo?
C’è una nota psicologa americana, Andrea Bonior, professore alla Georgetown University edautrice del libro “The Friendship Fix”, in cui dà buoni consigli, tutti sostenuti da importanti studi e ricerche, su come proteggere questo patrimonio ed eventualmente come incrementarlo. Eccone alcuni.
- Preferiamo la qualità alla quantità.
Questo è un suggerimento sollecitato dall’uso indiscriminato dei social networks. Intuitivamente sappiamo che il cinquecentesimo amico su Facebook ci porterà ben poco sostegno psicologico. Eppure molti di noi continuano a spendere innumerevoli ore ogni settimana dialogando con amici molto superficiali o scambiando informazioni del tutto irrilevanti per il loro benessere emotivo. Questa situazione dovrebbe essere modificata.
- Facciamone una questione di salute fisica.
Sapevate che un rapporto sociale insoddisfacente comporta un rischio di mortalità equivalente a quello di fumare 15 sigarette al giorno?
L’esistenza di solide e genuine amicizie potenzia il nostro sistema immunitario e abbassa la pressione del sangue. Inoltre dal punto di vista emotivo riduce i rischi di depressione e ansietà. Se quindi ci siamo creati una cerchia, anche piccola, di amici affezionati, abbiamo già posto le basi di un maggiore benessere fisico.
- Gestiamo con serenità gli inevitabili cambiamenti della vita.
Non solo è più difficile fare nuove amicizie quando si perde la vicinanza naturale che si aveva con i coetanei (come durante la scuola), ma è inevitabile che nel tempo molte amicizie si attenuino fino a venir meno.
Questa è una situazione forse problematica ma normale. Non ha nulla a che fare con chi siamo come persone, e tutti la dobbiamo affrontare a un certo punto della vita. Quelli che la superano meglio sono coloro che la considerano una sfida da vincere e non come qualcosa di cui essere imbarazzati.
- Aspettiamoci false partenze nel processo di fare nuove amicizie.
Fare amicizia richiede impegno, ma anche la presa di coscienza che sono necessari alcuni tentativi prima che vadano a buon fine. Ti aspetteresti di sposare la prima persona che frequenti con assiduità? Non tutte le amicizie che inizi decolleranno.
Ed ecco la cosa bella delle false partenze: ognuna ti dà un po’ di spunti in più su come affinare la ricerca dei tuoi amici e ti avvicina alla ricerca della buona corrispondenza a cui aspiri.
- Evitiamo le trappole della tecnologia.
Smartphones, social networks, sms ci hanno portato tutta una serie di vantaggi migliorando in modo significativo la qualità della nostra vita pratica. Tuttavia stanno danneggiando il nostro equilibrio emotivo. Quando facciamo troppo conto sui nostri schermi piuttosto che sulle nostre facce o le nostre voci, le interazioni rischiano seriamente di essere de-umanizzate.
La prossima volta che abbiamo la possibilità di sederci con un amico per prendere un caffè, depositiamo i nostri cellulari al centro del tavolino e stabiliamo la regola che il primo che risponde a una chiamata paga il conto!
LESSON LEARNED: SEGUIAMO IL CONSIGLIO DI SOCRATE
Socrate migliaia di anni fa ha detto:
“Sii lento a entrare in amicizia ma quando l’hai stabilita continuala in modo fermo e costante”.
Creare una vera amicizia richiede tempo ed esperienza.
La vita ci ha insegnato che uno ha molti più “presunti” amici quando è “in alto” piuttosto che quando è “in basso” e ciò perché alla maggioranza delle persone piace stare con i vincitori piuttosto che con i perdenti.
I “veri” amici invece non la pensano così. Per riconoscerli devi aspettare quei momenti in cui la tua fortuna seppur temporaneamente si appanna.
Una volta però che sei certo di averli trovati, tieni presente che ciò che conta di più è la qualità del rapporto, il quale si nutre di attenzioni e di pensieri delicati e modesti ma continui e coerenti.
Ricordiamo queste parole di Michael B. Johnson:
“Molte persone entreranno e usciranno dalla tua vita, ma quella persona che ha lasciato su di te un’impronta permanente non dovresti mai permettere che ti abbandoni.”
Edoardo Lombardi