Di come e quanto sia cambiata la nostra vita dopo aver conosciuto il covid19, ne iniziamo ad avere precisa contezza oggi, anche di quanto ci mancano quelle abitudini che davamo cosi tanto per scontate, come prendere il treno per andarcene in un’altra città, la semplice pizza tra amici, la serata spensierata all’insegna della buona musica, il fare sport di gruppo, ecco, tutto questo e molto altro, non tornerà più, ne dobbiamo prendere atto che ci piaccia o meno.
Il covid 19 è entrato con prepotenza nelle nostre vite, ne ha minato la nostra libertà, annullato il nostro modo di vivere, e, con altrettanta prepotenza, oggi, ci impone di ricostruire una nuova società, sulle fondamenta della diffidenza e della sfiducia verso il prossimo.
Da mesi ci salutiamo da lontano, non ci abbracciamo più con quella naturalezza alla quale eravamo abituati, iniziamo altresì a notare come con troppa evidenza si manifestano alcune discriminazioni sociali, già solo per poter eseguire il tampone, di come un comune mortale debba attendere anche 20 giorni, mentre per il giocatore di calcio o il vip di turno neanche un giorno di attesa; atteggiamenti che diventeranno con il tempo inevitabilmente problemi anche di ordine psicologico, nuove situazioni anche per gli operatori del settore che ne saranno coinvolti per risolverli.
Presupposti inquietanti di un futuro che sarà decisamente diverso, costellato da tante incognite, in qualsiasi settore, sociale ed economico, dove, il ritorno alla routine quotidiana sarà ostacolato da più parti, dove la nostra economia sarà sempre più circoscritta e confinata e ne avrà la meglio chi sarà dotato di quella fantasia sfrenata che gli consentirà di riconvertire la propria attività imprenditoriale.
Il progresso dei piani sanitari sarà sicuramente la nostra via di salvezza, non ci dovranno essere più file per i tamponi e i farmaci dovranno essere per tutti.
Si dovrà ricostruire una società “senza passare per le macerie”, dove l’azione di governo dovrà essere determinante per infondere sicurezza come anche l’Europa stessa dovrà fare la sua parte, anteponendo all’ austerità, obiettivi comuni dove non ci saranno paesi di serie “A” e paesi di serie “B”.
Tenere le imprese in vita sarà di fondamentale importanza e la sfida più difficile a cui saremo chiamati, in un’economia decisamente diversa, che dovrà essere capace di resistere ad onde d’urto energiche come questa della pandemia, una società completamente da reinventare, cosa molto più difficile che ricostruire ponti, strade, case etc.
Credere nel futuro dovrà essere il nostro dogma per far si che la demotivazione non prenda il sopravvento, sulla stabilità, condizione necessaria alla società per ripartire e poter restituire un mondo vivibile alle nuove generazioni, che passa anche attraverso la responsabilità individuale.
Al fine di evitare nuova povertà, figlia della disoccupazione, sarà indispensabile creare le condizioni affinché nuovi settori lavorativi rivalutino la forza lavoro umana e ne aggiorni le competenze, perché sarà sostituita sempre di più, a seguito del distanziamento sociale dalla robotica o automazione, come per le pulizie o per la consegna dei pacchi a domicilio, avremo i baristi robotici, i chioschi self service e le caffetterie intelligenti, va anche sottolineato che se è vero che l’utilizzo dei robot veri e propri assistenti tecnologici progettati per agire secondo determinate istruzioni, riduce quasi a zero la possibilità di trasmissione del virus è anche vero che nel robot viene a mancare quella flessibilità di cui è dotato l’essere umano, spesse volte necessaria a far fronte agli imprevisti ed evitare che le aziende falliscano.
Quindi evitare che la robotica distrugga il mondo del lavoro ma lo ridisegni, sarà motivo di studio della scienza dell’economia e del lavoro.
Sarà importante anche potenziare quei settori che durante il lockdown hanno registrato un aumento nella fatturazione, parliamo delle piattaforme streaming, magnifico strumento informatico che ci ha permesso di interagire con il mondo esterno mentre eravamo chiusi in casa, grazie a loro abbiamo seguito corsi di cucina, di fitness, spettacoli di intrattenimento, di fatto, in moltissimi abbiamo aumentato il numero delle piattaforme di cui eravamo in possesso prima del lockdown; come anche l’e-commerce ha registrato un importante profitto, il nuovo modo di fare shopping, attraverso un semplice “click”, seduti comodamente sul divano, era già entrato nelle nostre case da diverso tempo, il covid 19 non ha fatto altro che certificarlo.
Stiamo andando verso la stagione fredda, il virus purtroppo non allenterà la morsa e dovremo far ricorso a tutte le nostre migliori risorse, per individuare le soluzioni possibili, anche le più impensate che prima della pandemia mai avremmo ritenuto realizzabili.
L’ uomo è fonte di inesauribili capacità, riuscirà a vincere anche la sfida del ventunesimo secolo, del cambiamento tecnologico, accelerato dalla pandemia da covid19, traendone quelle potenzialità necessarie per la collaborazione uomo e robot, rinforzando le politiche del welfare fondamentali per tamponare l’impatto drammatico del virus sul mondo del lavoro e i suoi propedeutici effetti sociali, primo su tutti il principio di uguaglianza tra gli uomini, la nuova consapevolezza del come stare insieme con e tra gli altri, gestire la globalizzazione da una diversa prospettiva.