Ecco un breve racconto stimolante sulla leadership che dovresti leggere per cominciare un percorso che potrà portarti a essere un manager migliore.
PICCOLA STORIA INSEGNA
C’era una volta un importante regno, che era governato da un principe, il quale ereditò lo scettro dopo la morte di suo padre.
Dopo alcuni mesi del suo governo, le cose cominciarono a metterlo seriamente alla prova. La siccità causò gravi perdite agli agricoltori, uccise molti animali, uccelli e piante preziose nella foresta. E seguì poi una epidemia sconosciuta che tolse la vita a molte persone.
Poi, trascorso del tempo, le cose iniziarono lentamente a migliorare. Ma, prima che potessero riprendersi completamente, un re nemico aggredì il regno, ne prese il controllo, uccidendo alcune persone e imprigionandone molte. Il giovane re riuscì in qualche modo a fuggire e cercò di incontrare un suo amico d’infanzia che era re di un regno vicino.
Nel mentre, rifletteva su come tutte queste cose negative potessero essergli successe. Era nato e cresciuto per essere un re di un regno potente e ricco, ma ora aveva perso tutto. Si convinse di avere avuto molta sfortuna perché nulla di simile era successo a suo padre o a qualunque altro re che egli conoscesse.
Al suo re amico raccontò tutte le cose che gli erano accadute. Dopo aver ascoltato la sua storia, il re amico ordinò di dargli un gregge di 100 pecore. Il giovane re fu sorpreso perché si aspettava molto di più. Non voleva fare il pastore. Ma non avendo alternative accettò l’offerta.
La sorte però gli era chiaramente avversa e dopo alcuni giorni, mentre pascolava il suo gregge, un gruppo di lupi lo assalì e uccise tutte le pecore. Mentre i lupi attaccavano, il giovane re scappò da quel luogo.
Tornò dal suo amico re e chiese aiuto. Questa volta ricevette 50 pecore. Ma di nuovo non riuscì a proteggerle dai lupi. La terza volta, gli furono date solo 25 pecore. Adesso il giovane re si rese conto che, se non trovava un modo di proteggere il suo gregge dai lupi, non avrebbe ricevuto più alcun aiuto dal suo amico.
Allora studiò attentamente il posto in cui il gregge risiedeva e individuò le aree di attacco dei lupi. Aggiunse recinzioni e pose guardie all’intorno. Poi continuò a monitorare i luoghi e a parlare con tutte le persone con esperienza per imparare i trucchi per proteggere il gregge. Dopo qualche anno, il suo gregge era diventato di 1000 pecore.
Con tanta soddisfazione andò a incontrare il re suo amico e gli raccontò che cosa aveva realizzato. Dopo averlo ascoltato, il re amico ordinò ai suoi ministri di affidargli un intero Stato da governare. Sorpreso da tutto questo, allora chiese: “Perché non mi hai dato lo Stato da governare quando sono venuto da te per la prima volta a chiedere aiuto?”
Il re amico rispose:
“La prima volta che sei venuto da me per chiedere aiuto, la tua mentalità era quella di essere nato e cresciuto per essere un leader. In realtà tu eri assolutamente lontano dal comportarti come tale. È vero che sei nato nella ricchezza e hai conosciuto orgoglio e potere, ma non sei mai stato adeguatamente istruito e addestrato per guidare il tuo patrimonio e la tua gente. Quindi, quando ti ho dato il gregge, ho aspettato che imparassi come gestire gli altri. Caro amico, solo ora credo che tu sia pronto a guidarli!”
MORALE DELLA STORIA: Nascere in una famiglia potente o essere un manager in una posizione elevata non ti rende automaticamente un leader.
Ma essere responsabile di altri come re di uno stato o manager di una squadra o CEO di un’azienda e non fare nulla per guidare le persone a te affidate non ti rende un capo da seguire. Ti suggerisco di conoscere meglio la tua gente e di conquistare i loro cuori e le loro menti: e allora sarai anche un leader.
LEZIONI DA IMPARARE
Un primo passo verso il miglioramento della tua leadership
Quando Niccolò Machiavelli nel 1513 scrisse per primo sul tema del rischio e della difficoltà di esercitare il ruolo di guida di uomini (“Il Principe”), forse non si sarebbe mai aspettato che l’argomento sotto il nome anglosassone di “leadership” avrebbe avuto la diffusione che ha oggi.
Oggi infatti il significato della parola “leader” è universalmente conosciuto, o nei semplici termini dell’Oxford Dictionary: “il leader è una persona che gli altri seguono”, o nel modo più esauriente prescelto dal Prof. R.J. House, uno degli studiosi americani più noti in materia, il quale lo definisce come
“un leader è un individuo capace di mettere in condizione gli altri di contribuire al successo dell’organizzazione di cui tutti loro fanno parte”.
L’importanza della leadership nei nostri giorni si manifesta prepotentemente in un’ampia gamma di gruppi e di strutture, dalle aziende alle famiglie, nella politica come nello sport; e può essere:
- “formale” in virtù del possesso di un ruolo riconosciuto, o
- “informale” sulla base di legami e relazioni personali.
Tutti noi, in un modo o nell’altro, abbiamo la possibilità e talvolta la necessità di esercitare la leadership.
E la leadership è considerata uno degli ingredienti più importanti del successo. Anche se è opportuna una precisazione: il successo è variegato e va da quello nel “fare” a quello nel “far fare”.
Se ci guardiamo attorno, notiamo che gli atleti più dotati non sempre riescono a essere poi allenatori di grido, un grande violinista o pianista non necessariamente diventerà un buon direttore di orchestra. Ci riusciranno solo quelli dotati di “leadership”, cioè di una serie di attributi e di qualità comportamentali che permettono di guidare gli altri nella realizzazione della performance, piuttosto che realizzare personalmente la performance medesima.
Questi attributi spesso sono innati mentre le qualità comportamentali il più delle volte sono apprese. Perciò è importante capire:
- da un lato, se una persona è dotata per “esercitare la leadership”
- e dall’altro, “quali qualità deve apprendere” per essere un buon leader.
John Pepper, che per 16 anni è stato ai vertici di Procter&Gamble (Presidente, CEO e Chairman), ha fatto un’apprezzabile selezione di questi aspetti, individuando sei Attributi Chiave e cinque Qualità Comportamentali, che sono determinanti al fine di essere “leader”.
I 6 Attributi Chiave del Leader secondo John Pepper
- Possedere un forte carattere personale, partendo dall’integrità.
- Credere profondamente e appassionatamente negli scopi dell’organizzazione.
- Impegnarsi a fondo e dare sempre un forte contributo personale.
- Questionare costantemente lo status quo e cercare sempre il miglioramento.
- Coltivare la fiducia e il rispetto per gli altri e il desiderio del loro sviluppo.
- Perseguire e difendere ciò in cui crede con saggezza, coraggio e perseveranza.
Leggendoli appare chiaro che questi attributi sono in buona parte da ritenersi “innati” o generati nel corso dei primi anni di vita.
Le 5 Qualità Comportamentali del Leader secondo John Pepper (le 5 “E”)
- Immaginare in modo chiaro il futuro come se lo avesse davanti a lui. (Envision: “prevedere ciò che sarà per adattare ad esso il modello di business”)
- Riportare all’attività e o alla vita qualcosa, latente o fermo nel suo sviluppo. (Energize: “ispirare e ricaricare i collaboratori”)
- Rendere gli altri capaci di conseguire i risultati. (Enable: “realizzare le condizioni necessarie all’organizzazione per raggiungere i suoi obiettivi”)
- Instaurare relazioni e collaborazioni di qualità. (Engage: “costruire rapporti di lavoro basati sulla fiducia e il rispetto”)
- Realizzare completamente ciò che esiste nei piani. (Execute: “portare a compimento ciò che si è programmato”)
Esse sono prevalentemente acquisibili con un impegno costante e, soprattutto, con la pratica.
LESSON LEARNED
Concludo citando una efficace sintesi di tutto ciò, attribuita a John C.Maxwell, un famoso autore americano che ha molto approfondito il tema della leadership:
“Un leader è uno che conosce la strada, segue la strada e mostra la strada“.
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