The Economist ha pubblicato un articolo davvero assurdo in cui accusa di razzismo l’Italia del calcio lamentando l’assenza di giocatori di colore in formazione. Dove sta davvero il razzismo? Nelle accuse infondate della rivista o nella composizione dell’undici campione d’Europa?
“L’aspetto più sorprendente – scrive The Economist – è che tra i 26 convocati dell’Italia non ci fosse un solo giocatore considerato di colore”.
L’articolo prosegue suggerendo che la vittoria della squadra sull’Inghilterra nella finale degli Europei è stata una “vittoria… per la destra italiana”, presumibilmente perché la prima squadra dell’Inghilterra includeva diversi giocatori di colore mentre l’undici titolare dell’Italia non ne conteneva alcuno.
Incredibile no?!
Tra le tante prese di posizione, anche sull’account di twitter della rivista, non mancano attacchi molto forti al giornale stesso. Ma al di là di indignazione e dello sconcerto per un commento che non può avere una base reale e logica su cui essere edificato, ci sono anche risposte molto più intelligenti, dal punto di vista delle argomentazioni, rispetto a ciò che è riportato nell’articolo stesso.
Come questa di un altro giornalista che scrive in risposta a The Economist:
“Le statistiche demografiche illustrano come sia perfettamente normale che l’Italia non abbia giocatori di colore. A differenza di molti altri paesi europei, la popolazione nera italiana è relativamente bassa: circa l’1,5%, mentre oltre il 92% del paese è di etnia italiana o bianca. Ciò significa che dei 26 convocati dell’Italia per gli Europei, statisticamente ti aspetteresti che solo 0,39 giocatori della loro rosa siano neri. In realtà, l’Italia ha portato un giocatore di colore in rosa agli Europei – Moise Kean – quindi i giocatori di colore erano sovra rappresentati nella squadra italiana rispetto ai dati demografici nazionali.