In questi giorni, come tutti noi, mi sto alimentando di tantissime notizie. Da tante fonti, quasi tutte in formato digitale.
E, da persona che fa il Manager di una azienda 100% Digital, sto cercando comunque di tenere sempre viva una bella abitudine: un passaggio mattutino in una edicola vicino casa.
La stampa, come sappiamo, è uno dei settori che più ha sofferto negli ultimi anni. I dati del calo delle vendite e della raccolta pubblicitaria sono evidenti e drammatici.
Nel 2007 in Italia la diffusione dei quotidiani si assestava intorno ai 5,5 milioni di copie giornaliere. Oggi si vendono poco più di 2 milioni di copie. Non va meglio neppure alle copie digitali, che nell’ultimo anno sono calate del 3,4% e complessivamente non raggiungono quota 200 mila. Significa che è proprio il “prodotto giornale” a essere in crisi, che sia di carta o replicato tale e quale su un tablet. Anche se sono certo che, se mettessimo nel conto le copie che circolano gratuitamente sui nostri whatsapp, i numeri dei lettori sarebbero molto diversi.
Se si guarda alla pubblicità, inoltre, in 10 anni si è perso circa il 70% del fatturato.
Poche industrie resistono a cali così forti. Probabilmente hanno bisogno di ripensare radicalmente il modello di Business, come indicava un bel pezzo di Marco Bardazzi, che ci ricordava come ogni anno da quotidiani e periodici sparisce circa il 10% della raccolta pubblicitaria. E se guardiamo ai prossimi mesi è altamente probabile che molte imprese riducano Investimenti in Advertising.
L’industria editoriale, come è normale, continua a perdere addetti sia tra i giornalisti che tra i poligrafici.
Stampare e distribuire capillarmente un giornale è lavoro complesso che coinvolge tanta gente.
Eppure, malgrado questa profonda crisi, mai come in questi momenti è chiaro il grande bisogno di una informazione seria e professionale. Di gente che prima di divulgare faccia una verifica delle fonti. Gente che prima di scrivere rifletta. Gente che sia responsabile quando condivide una informazione, una riflessione, una notizia.
Insomma c’e bisogno dei Giornalisti, con la G maiuscola.
In queste ultime settimane, con il “Lockdown”, stiamo vedendo un ulteriore crollo degli investimenti pubblicitari e delle vendite in edicola. Meno gente in giro, meno soldi in tasca, forte incertezza sul futuro.
Nonostante tutto, le nostre edicole hanno ogni giorno centinaia di giornali che vanno in stampa con tanti contenuti di qualità.
Ma quanto potrà durare ?
Confesso di essere stato sempre perplesso sul finanziamento pubblico dei giornali ed anche sui meccanismi di erogazione di questi finanziamenti. Ma siamo sicuri di volere un mondo senza giornali e senza edicole ?
A tutti noi, me per primo, fa comodo e piacere, durante questa strana e assurda quarantena, ricevere tantissimi giornali in digitale e le rassegne stampa.
Ma io faccio un appello a chi, come me, può continuare ad andare a comprare qualche giornale in edicola. Facciamolo anche se magari abbiamo già ricevuto la versione digitale via Whatsapp!
Facciamolo tutti, perché questa crisi rischia di dare il colpo di grazia alla stampa ed al giornalismo professionale oltre che alle Edicole, che animano tanti angoli delle nostre città.
Riflettiamoci ed evitiamo che tra i “danni collaterali” di questa crisi tremenda ci sia anche chi ci aiuta a capire, a conoscere, a confrontare idee diverse e, magari, ad essere dei cittadini migliori: i giornalisti.