Non vorrei essere pedante, ma anche oggi devo partire da una precisazione lessicale: mi riferisco alla differenza fra “udire” e “ascoltare”.
Noi usiamo “udire” per i suoni che giungono alle nostre orecchie senza che necessariamente cerchiamo di sentirli: “udire” è fare un’esperienza fisica del senso del suono. In altre parole, nella misura in cui l’orecchio di qualcuno e il suo cervello sono in grado di processare onde sonore, uno può udire.
“Ascoltare” invece si usa per descrivere il fatto di porre attenzione ai suoni che circolano. Pertanto voi potete udire qualcosa senza volerlo, ma la ascolterete solo se lo farete intenzionalmente. Una conversazione immaginaria che si svolge in una coppia potrebbe andare così: “Hai sentito quello che ho detto?”, “No cara, mi dispiace, non stavo ascoltando”.
Perché questa puntualizzazione è importante? Lo è certamente fra singoli individui che devono comunicare nella loro vita privata, ma lo è moltissimo nell’ambito collettivo delle organizzazioni dove la comunicazione è una tipica area di insoddisfazione.
Ma su questo tornerò dopo avervi raccontato una storia che dovrebbe aiutarvi a ricordare questi concetti.
PICCOLA STORIA INSEGNA
Un nativo indiano d’America lascia la sua riserva e va a trovare un amico che abita nel centro di New York City. Insieme passeggiano per Times Square in Manhattan. È ora di pranzo e le strade sono piene di gente. Le automobili suonano i loro clacson, i taxi impazzano e i rumori della città sono quasi assordanti.
Improvvisamente il nativo dice: “Ho sentito un grillo”. Il suo amico non si trattiene ed esclama: “Ma che dici? Sei impazzito? Non è possibile sentire un grillo in mezzo a questo frastuono!”.
“No, sono sicuro, ho sentito un grillo.” L’amico non molla, “Mi sembra una cosa folle, non puoi non esserti sbagliato!”.
Il nativo riflette per un minuto, poi si avvia verso un’aiola che ospita alcuni densi cespugli; guarda in mezzo alle piante ed effettivamente trova un piccolo grillo.
“Questo fatto è incredibile”, dice l’amico “tu devi avere delle orecchie sovrumane!”.
“No”, risponde il nativo. “Le mie orecchie non sono differenti dalle tue. Tutto dipende da che cosa stai ascoltando e quanto è importante per te.”
A questo punto il nativo si mette le mani nella tasca, tira fuori alcune monete e con discrezione le getta sul marciapiede. E allora avviene l’inaspettato: nonostante il rumore della strada affollata, i due amici notano come nel giro di cinque, sei metri le teste dei passanti si girano e guardano verso terra per vedere se le monete che hanno tintinnato cadendo sul pavimento siano per caso le loro.
“Hai capito adesso che cosa intendo? Tutto dipende da ciò che è importante per te.”
LESSON(S) LEARNED
Quando i dipendenti dicono di voler essere sentiti, sostengono in realtà che vorrebbero che i loro leader non li udissero soltanto, ma li ascoltassero.
Al crescere della richiesta di maggiore attenzione da parte della forza lavoro, i leader devono diventare più consapevoli dei bisogni individuali così da poterli guidare con più efficacia e ispirare il loro sviluppo professionale e la loro performance.
I leader che “ascoltano” sono capaci di creare relazioni caratterizzate dalla fiducia e dalla trasparenza.
Come leader è difficile conoscere realmente che cosa i dipendenti pensano, che cosa li infastidisce o li tormenta. Ascoltare va al di là di mantenersi tranquillo e di dare a qualcuno piena attenzione: è un atto che richiede anche di essere consapevoli del linguaggio del corpo, delle espressioni del volto, dello stato d’animo e delle tendenze naturali.
Quanto ho appena detto per il mondo del lavoro, vale anche nelle relazioni dei genitori con i figli, nel rapporto di coppia in cui spesso la causa delle rotture è proprio “sentire ma non ascoltare”.
Certo “ascoltare” non è un compito facile.
Ha detto Dean Jackson, un affermato scrittore britannico: “Ascoltare è un’arte che richiede il prevalere dell’attenzione sul talento, dello spirito sull’ego, gli altri su sé stessi”.
Ma il compenso per chi ascolta con qualità è molto alto.
Dice il Dalai Lama: “Quando parli stai solo ripetendo ciò che già conosci, ma se ascolti, puoi imparare qualcosa di nuovo”.
Ascoltatemi!!!
Edoardo Lombardi, 27 novembre, 2021
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