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A volte ritornano: da Lehman Brothers a Evergrande

Nella settimana anniversario dello scoppio del crack Lehman Brothers, nell’ormai lontano 2008 leggo sui giornali una notizia curiosa.

Il Presidente del Consiglio Draghi afferma che “le cose vanno fatte perché si deve, anche quando sono impopolari”.

Perché curiosa? Perché quante volte avete sentito pronunciare parole così chiare e responsabili? Raramente i politici, e i nostri in particolare, sono così coraggiosi e hanno il coraggio di dire la verità (a volte scomoda).

Churchill diceva: “Il politico diventa uomo di stato quando inizia a pensare alle prossime generazioni invece che alle prossime elezioni”

Ad ogni modo tornando alla crisi Lehman, il germe della crisi fu seminato proprio dalle scelte superficiali e demagogiche del governo americano.

Sin dalla Grande Depressione degli anni trenta il governo americano (nella figura del presidente Roosevelt) introdusse norme volte a favorire la possibilità per i cittadini americani di diventare proprietari della casa in cui abitavano (ricordate il bellissimo film “La vita è meravigliosa con James Stewart?).

Nel 1960 la quota di cittadini proprietari della propria abitazione era già salita al 60%; si dovettero però aspettare gli anni settanta per allargare ulteriormente l’accesso alla proprietà immobiliare a quella parte della popolazione che ne era sostanzialmente esclusa (soprattutto gli afroamericani).

Uno dei primi colpi a una gestione sana del mercato immobiliare però arrivò proprio in seguito all’esplosione dell’inflazione (a volte ritornano, 1) e al conseguente aumento dei tassi di interesse; i presidenti Carter e Reagan vararono misure volte a deregolamentare il mercato nella convinzione che queste misure potessero risolvere il problema, scatenando invece la crisi delle Saving & Loans dei primi anni ’80 e il cui costo complessivo ammontò a oltre 150 miliardi di dollari.

Le misure varate dai governi americani, aumentando enormemente la garanzia pubblica sui mutui creò le condizioni per l’esplosione del mercato immobiliare allentando però i controlli sulla qualità dei crediti concessi.

Il risultato fu la moltiplicazione per n dell’importo dei mutui concessi, inoltre l’avvento della cosiddetta “ingegneria finanziaria” consentì l’ulteriore espansione del mercato dei mutui attraverso le cosiddette “cartolarizzazioni”.

Ma ancora nel 2002 il presidente George W. Bush diceva “Vogliamo che tutti, in America, siano proprietari della casa in cui abitano” e nel 2003 – varando l’American Dream Downpayment Act – disse: “È nell’interesse della nazione che il maggior numero possibile di famiglie sia proprietario della sua abitazione”.

Insomma, con l’avallo implicito del governo americano si crearono le condizioni che portarono all’esplosione del mercato immobiliare (si arrivò a concedere ai creditori subprime – scadente storia creditizia – i cosiddetti mutui NINJA: No Income, No Job or Asset sul 100% del valore dell’immobile). Sappiamo tutti come è andata a finire

Ed è notizia di questi giorni il rischio di fallimento per una delle più grandi società immobiliari cinesi, Evergrande. La crescita senza freni del mercato immobiliare, e di pari passo,  dell’indebitamento della società (305 miliardi di dollari) ha portato a una crisi di liquidità del gigante del settore, oltre 1.300 progetti immobiliari sparsi in 280 città (a volte ritornano, 2).

I bond della compagnia sono stati sospesi a seguito del downgrade di Standard & Poor’s ed è ormai scontato che i creditori non riceveranno il pagamento delle cedole previsto per lunedì (80 milioni di dollari).

Come finirà? Vedremo e seguiremo da vicino la vicenda

Nel frattempo i prezzi delle obbligazioni high yield cinesi (quelli più speculativi e con alto rendimento) scendono e il rendimento sale al 14,4%

Il Grillo Parlante

Ritorna la rubrica che ha fatto la storia della newsletter, e torna perché dalla stampa arriva un articolo che ripropone con forza il solito problema del rischio specifico legato al singolo titolo/azienda e dovuto alla ricerca del facile e rapido guadagno (a volte ritornano, 3).

Questa volta la storia riguarda addirittura la mamma di un personaggio noto, Valeria Marini; la storia è la solita: un personaggio conosciuto dalla mamma e da Valeria Marini stessa propone alla signora di triplicare il valore dell’investimento in tre mesi grazie ai Bitcoin (ultima frontiera dei soldi facili, ricordate le newsletter passate e la storia del Gatto e la Volpe di Pinocchio?).

La signora inizia con cinquemila euro e poi altri cinquemila; ovviamente “l’amico fidato” le dice che anche lui sta investendo in Bitcoin e che poteva ritirare in qualunque momento le somme investite.

“I bonifici li facevo sul suo conto, era tutto tracciabile!”, come no!

Il truffatore inviava falsi rendiconti millantando un capitale di 96 mila euro che ovviamente consigliava di reinvestire (rendono talmente tanto!), così la signora ha aggiunto in diverse tranche altri 325 mila euro…

Ovviamente, proprio come quando Pinocchio va nel Campo dei Miracoli e non trova più i suoi zecchini d’oro, così quando la signora chiede indietro i suoi soldi non trova più nulla, i 335 mila euro sono volati via insieme al truffatore, oggi indagato.

 

Massimiliano Maccari