“Tanto tempo fa, in un paese lontano…”, ricordate quante fiabe iniziavano così? Ah! Che bei ricordi; oggi vi voglio raccontare la storia – che forse alcuni conoscono – di quattro minuscole creature che vagavano in un labirinto alla ricerca del formaggio necessario a nutrirsi ed essere felici. Si tratta dei due topolini, Nasofino e Trottolino, e di due gnomi, Tentenna e Ridolino: ogni giorno i topi e gli gnomi indossavano tuta e scarpe da ginnastica e correvano nel Labirinto alla ricerca del formaggio.
C’erano corridoi e stanze, vicoli bui e vie più grandi, i quattro a volte trovavano il formaggio a volte no; i due topolini, essendo animali, erano più istintivi, i due gnomi invece – più razionali – avevano metodi di ricerca più raffinati.
Un giorno, mentre erano insieme, scoprirono una miniera d’oro, il Deposito di Formaggio F: da quel giorno i loro problemi sembravano finiti, arrivavano la mattina e si godevano la loro riserva di formaggio; ma, col tempo, mentre i topolini mantennero un atteggiamento vigile, i due gnomi si impigrirono; appena giunti si toglievano le scarpe e mettevano le pantofole. “Abbiamo formaggio per tutta la vita” disse Tentenna; era la loro riserva e se l’erano meritata; ogni giorno si rimpinzavano e non prestavano attenzione ai cambiamenti.
Una mattina i due topolini arrivarono al deposito e scoprirono che il formaggio era scomparso; la scoperta fu triste ma non li colse di sorpresa poiché avevano già notato che le scorte di formaggio erano diminuite nel tempo; erano preparati e – grazie al loro istinto – sapevano cosa fare: “al Deposito la situazione era cambiata, quindi anche loro dovevano cambiare”. Misero le scarpe da ginnastica e partirono alla ricerca del nuovo formaggio.
Quando, più tardi, Tentenna e Ridolino arrivarono al Deposito rimasero di stucco, un’amara sorpresa li attendeva; Tentenna iniziò a strillare “Non c’è più formaggio! Non c’è più formaggio! Non è giusto!”, Ridolino sembrava paralizzato e rifiutava di accettare la realtà.
Per giorni i due gnomi continuarono ad andare al Deposito e a cercare il Formaggio che non c’era più; entrambi rifiutarono di accettare il fatto che il formaggio non era scomparso all’improvviso ma era diminuito gradualmente.
“Dovremmo essere risarciti” diceva Tentenna, “Il formaggio era un nostro diritto!”; Ridolino invece iniziò a ragionare e disse “Non sarebbe meglio cercare del nuovo formaggio?”. Intanto, mentre gli gnomi passavano i giorni a discutere, i due topolini – dopo vari tentativi nel Labirinto – avevano trovato un nuovo, enorme, deposito.
Giorno dopo giorno Tentenna e Ridolino ripetevano lo stesso cliché: andavano al deposito e cercavano il formaggio e alla sera, sempre più preoccupati, tornavano a casa.
Un giorno, finalmente, Ridolino comprese che continuando a fare le stesse cose la loro condizione non sarebbe migliorata e prese finalmente la decisione di tornare nel Labirinto; disse a Tentenna “anch’io ho cercato di non vedere la verità, ma mi rendo conto che nessuno riporterà il Formaggio del passato, è ora di andare a cercare il Formaggio Nuovo!”.
Tratto da “Chi ha spostato il mio formaggio?” di Spencer Johnson
Ovviamente, come tutte le favole, anche questa ha un lieto fine: dopo tante fatiche e peregrinazioni alla ricerca del nuovo deposito finalmente Ridolino trovò un’enorme riserva di formaggio, mucchi alti fino al soffitto, era la più colossale provvista che avesse mai visto; così, raccolse le idee e scrisse sul muro:
“Il cambiamento è inevitabile, ci sarà sempre qualcuno che sposterà il formaggio”
Perché questo racconto? Perché oggi i risparmiatori sono un po’ come Tentenna e Ridolino, spiazzati perché i rendimenti dei titoli di stato (il Formaggio) cui erano stati abituati non ci sono più.
Come i due gnomi, i risparmiatori non si sono accorti che – costantemente e inesorabilmente – le riserve diminuivano e oggi il Deposito è praticamente vuoto; si affannano a lamentarsi – non accettando la realtà – chiedendo rendimenti elevati senza rischio, abituati com’erano alle ricche cedole degli anni ‘80 e ’90 e fino a pochi anni fa.
E così il risparmiatore-Tentenna rimane ancorato al suo passato e non ha il coraggio di cambiare, lasciando i soldi.
sul conto corrente o accettando di investire a tassi bassissimi (sottovalutando i rischi insiti in questa scelta apparentemente prudente).
Come per i due gnomi, il passato non torna: 9 anni fa i rendimenti dei Btp schizzarono oltre il 7% con la crisi dei Debiti Sovrani ma l’Italia era sull’orlo del default e dovette varare una manovra lacrime e sangue per rimettere i conti a posto (ricordate il titolo del Sole 24 Ore? “Fate presto!”).
Soltanto il risparmiatore-Ridolino capirà che bisogna fare i conti con una nuova realtà e troverà il coraggio di cercare nuovi tipi di formaggio, diversificando i suoi investimenti e magari scoprendo che il Nuovo Formaggio è meglio di quello vecchio.
Emblematico dell’attuale situazione è il caso del titolo emesso dall’Austria giusto tre anni fa: un bond con scadenza nel 2117, cedola 2,1% .
Sì, avete capito bene: 2117! Un dei cosiddetti “Matusalem Bond” ormai divenuti frequenti sui mercati obbligazionari.
Alla quotazione attuale del titolo, pari a 225,66, corrisponde un rendimento dello 0,43% annuo da oggi al 2117…
Ha senso avventurarsi su un titolo di questa natura?
Nello stesso modo, è sensato, per chi ha obiettivi di medio-lungo periodo (pensione, acquisto casa previsto in futuro non prossimo, accantonamento per università figli ecc…) mettersi in pancia un Btp a 5 anni a rendimento 0? (Btp scadenza 15/11/2025 cedola 2,5% che quota 112,26 à rendimento lordo 0,08%, netto -0,22%)?
Se, come è evidente, il rendimento è zero o prossimo allo zero, cosa succederebbe con un improvviso aumento dell’inflazione?
Al momento il problema è inesistente, ma molti iniziano a temere che la valanga di liquidità immessa dalle banche centrali preluda a rialzi futuri.Teniamo conto che con l’enorme aumento dei debiti pubblici in tutto il mondo per sostenere le economie un aumento dell’inflazione sarà una manna per Governi e Banche Centrali (v. nuovo target dell’inflazione “intorno al 3%” annunciato da Powell – FED – durante la riunione del G8 a Jackson Hole a settembre).
Una maggior inflazione comporta infatti un alleggerimento del fardello per il debitore che vede scendere il valore reale del debito scaricandolo sulle spalle dei creditori…
Ecco quindi perché There Is No Alternative ad una corretta diversificazione