Le risposte alla domanda “In questo periodo a chi affiderebbe i suoi risparmi?” potrebbero a prima vista non sembrare così sconfortanti. Circa un quinto ha fiducia nelle proprie capacità e dichiara che farebbe scelte autonome. Purtroppo, a una riflessione più attenta, il “fai da te” di questo quinto è più dannoso di quanto non sembri.
Sappiamo infatti che la maggioranza delle “scelte autonome” conduce a investire i propri risparmi in parte di quei tremila miliardi che non rendono nulla e in parte di quei duemila miliardi circa che sono immobili acquistati con finalità di investimento. Pur essendo delle scelte molto insoddisfacenti dal punto di vista dell’efficienza dei risparmi investiti, si tratta di scelte che purtroppo non sono insoddisfacenti dal punto di vista di chi pratica il “fai da te”.
Gli immobili, infatti, sono il miglior investimento dal punto di vista psicologico perché è più difficile accorgersi, rispetto agli altri investimenti, che si tratta in media di investimenti in perdita. Se ne conoscono i prezzi solo al momento dell’acquisto e della vendita. Il più delle volte c’è una tale distanza temporale tra questi due momenti che è difficile fare bene i conti.
Gli investimenti in parte di quei tremila miliardi, liquidità e reddito fisso, che non rendono nulla non danno mai dolori perché non scendono mai (anche se non salgono: ed è la paura e il dolore della perdita ciò che guida il “fai da te”). Di qui un senso illusorio di sicurezza che si auto-perpetua.
Succede così che la fiducia nelle proprie scelte autonome tende a perpetuarsi. Di conseguenza è difficile che si tratti di scelte che siano facilmente modificabili o che si sia indotti da altri a modificarle. Dato che in media resistono molto di più nel tempo delle scelte guidate da un consulente finanziario, di qualunque natura esso sia, succede che i loro danni si prolungano più a lungo nel tempo.
Da tutto ciò si può trarre una morale più generale: in un mondo complesso, e non capito come tale, si tende a dare troppa fiducia al proprio intuito e troppo poca fiducia alle conoscenze agli esperti. Questa è anche la principale lezione che ci hanno offerto le reazioni emotive e inconsapevolmente superbe alla pandemia. Credersi esperti senza accorgersi di non esserlo conduce ad auto-danneggiare se stessi (e spesso anche altri).
Paolo Legrenzi