Ogni giorno il risparmiatore italiano, almeno nella stragrande maggioranza dei casi, vorrebbe essere qualcosa o magari qualcuno che non è. Vorrebbe, perché tentato da pubblicità di ogni genere, da siti che propongono rendimenti stellari, vorrebbe perché in fondo come tutti noi non ci penserebbe due volte per sottoscrivere un prodotto garantito con rendimento certo a doppia cifra.
Ovviamente più il rendimento garantito è eclatante, più il risparmiatore si trova confuso ed ingolosito, non riuscendo a trovare una logica ed una via tra mille notizie ed opinioni spesso discordanti tra di loro.
Le due anime del risparmiatore
L’anima dello speculatore e quella dell’investitore emergono prepotentemente nel momento in cui il culmine dei rialzi prende corposamente forma. Fatica a ricordare le sue origini, quelle del titolare di libretto postale e bancario con accredito degli interessi nei primi giorni dell’anno successivo.
Smemorato nel rimembrare d’essere stato un bot-people negli anni che furono, esige il tutto e subito senza perdita di tempo. Anche allora s’è fatto ingolosire dalla cedola. In un sol colpo da risparmiatore è diventato investitore sottoscrivendo btp. Lui aveva comprato tempo, ma non lo sapeva. Con delle cedole maggiori era stato traghettato dal risparmio all’investimento pluriennale senza essere di fatto istruito adeguatamente.
La fame di cedole e di rendimento s’è fatta sempre più pressante.
Cedole semestrali, trimestrali e mensili, cosa volere di più? Bastava semplicemente sottoscrivere prodotti diversi. Perché mai avrebbe dovuto seguire i suggerimenti di chi gli chiedeva obiettivi, progetti magari di ampie vedute e di lungo respiro? Regolarmente ad ogni folata di vento dei mercati, ad ogni crisi, riecheggiano le emozioni di quello che è sempre stato.
Svendere tutto al miglior offerente. Senza un metodo, senza un perché aveva comprato. Quando era il momento di investire si trovava viceversa a realizzare perdite per piccole o grandi che fossero, inconcepibili per il suo pensare da risparmiatore con malcelate ambizioni da speculatore.
Si ritrova a commettere gli stessi errori in anni diversi. Cambia l’anno ma non il risultato. Potremmo scrivere 1987 come 2000, a seguire 2008 ecc. ecc. Purtroppo non cambia, non cambierà quella malsana abitudine di disimparare dai propri errori. Scarsa cultura, avidità ed assenza di un metodo hanno portato il nostro risparmiatore a dolorosi ritorni alla realtà.
Scottato avrebbe giurato di non ricascarci più. Avrebbe, ma il tempo dimentica e la bramosia è sempre pronta a riemergere dalle ceneri. In fondo l’occasione rende l’uomo ladro.
Velocemente salgono, velocemente scendono. Il risparmiatore dalla doppia anima non chiede altro che inseguire e speculare. Attirato da quei realizzi facili che nel tempo trovano un ostacolo invece che una fonte di remunerazione del capitale investito. Quella voglia di guadagno facile dev’essere una prerogativa nel dna umano.
Pronti via, quasi al culmine della massima espressione dei mercati comincia ad inseguire gli obiettivi degli altri e non i propri. Quella voglia incontrollata di accodarsi ai mercati, arrivando sempre dopo.
Inseguire in questo caso, significa giungere successivamente. In estrema sintesi guadagnare di meno prima e perdere di più poi, nelle fasi di ribasso.
Scelte, sarà sempre una questione di scelte, in questo caso di scelte consapevoli.
Purtroppo o per fortuna, dipende dai casi, l’investimento (non l’investitore) è ben altra cosa.
Investire significa pianificare, dare nome e significati ai propri obiettivi. Significa strutturare un percorso da seguire con metodo, aiutato e supportato da coloro che a questo compito sono adibiti.
Investire ha ben poco a che fare con la speculazione. Paradossalmente l’investitore consapevole cerca, con le sue scelte, di perseguire i suoi obiettivi e non inseguire i mercati. Cerca di fare in modo che gli stessi mercati lavorino per lui e non viceversa.
Nel dubbio di scegliere tra una cedola o un prodotto, il risparmiatore dovrebbe provare a valutare un metodo
Magari all’inizio questo metodo “a nuovo” potrebbe essere affiancato alla gestione “a vecchio” per confrontare nel medesimo tempo entrambi i risultati conseguiti.
Fondamentale nel secondo caso sarà la fiducia che l’investitore con entrambe le sue anime saprà riporre nel suo interlocutore.
Giovanni Cedaro